#SalvaBanche: i profitti ai banchieri, le perdite ai cittadini

Domenica scorsa il governo ha approvato il cosiddetto decreto “salva-banche”: 3,6 miliardi di euro messi a disposizione da Intesa Sanpaolo, UniCredit e Ubi, per salvare quattro istituti del centro Italia, Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio (quella del papà del ministro Boschi), Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara. Il blog ha intervistato Elio Lannutti, presidente e fondatore di Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari Finanziari Postali e Assicurativi).

“La bad bank, la banca cattiva, dovrebbe farsi carico di mettere in un veicolo tutte le perdite delle banche, le cosiddette sofferenze bancarie che sono circa 200 miliardi di euro frutto, da una parte della crisi economica iniziata nel 2007, e dall’altra dagli incauti affidamenti dati a amici e compari dei banchieri.

Le sofferenze bancarie negli ultimi 3 anni sono state vendute al 10%, ossia se io banca mi voglio liberare delle sofferenze, chiamo una società di recupero credito e le vendo a 10, e se recuperano di più è tutto vantaggio della società che mi ha acquistato questi crediti. Con la garanzia statale della Sace e in ultimo della Cassa depositi e prestiti che gestisce il risparmio postale, queste sofferenze balzano al 30/40% di valore. Quindi i profitti delle banche come dividendi sono privati e vanno alle fondazioni bancarie – voglio ricordare che Intesa San Paolo, Unicredit e altre banche daranno dividendi per 2,8/3 miliardi di Euro – e le perdite vengono addossate al pubblico. Questa è una vergogna. Com’è una vergogna quella del bail-in. Cos’è? Dal primo gennaio 2016 se le banche fanno il dissesto – come la banca del papà della Signora Boschi, la Popolale dell’Etruria e del Lazio, la Banca delle Marche dove si pagava un pizzo del 5% per avere il mutuo in contanti, oppure la Cari Ferrari, oppure la Cassa di Risparmio di Chieti – pagheremo noi, pagheranno gli azionisti (anche se sono stati tagliati fuori dai patti di sindacato, dalla gestione delle banche) gli obbligazionisti e i correntisti il cui deposito è superiore a 100 mila Euro. Ma per quale ragione chi dovrebbe vigilare, come la Banca d’Italia o la Banca Centrale Europea, non pagano mai il conto? Se un ladro ruba, le forze di polizia dovrebbero impedire lo scippo e la rapina e devono pagare, se fanno da palo.
In questo caso abbiamo avuto anche gli altri dissesti, come la Banca popolare di Vicenza, e dovremo pagare noi ossia gli azionisti, gli obbligazionisti e i depositanti. Queste cose non vanno bene. Bisogna impedire che l’oligarchia europea, la Troika, la Bce, quel mostro giuridico di Mario Draghi, addossino ai popoli i crac e i dissesti da loro provocati. La sovranità dovrebbe appartenere al popolo e noi abbiamo ancora un articolo, che è l’articolo che è l’Art. 47 della Costituzione, che tutela il risparmio. Non è ancora stato abrogato. Ci dobbiamo difendere e confidiamo molto nel MoVimento 5 Stelle, l’unica e l’ultima speranza di un Paese divorato da corruzione e da illegalità, l’unica speranza per andare al governo con una classe dirigente di portavoce alla Camera e al Senato di gente straordinaria, umile, preparata anche a governare e pronta da fare uscire questo paese dalla corruzione e dall’illegalità, soprattutto quella delle banche e dalla Banca d’Italia.” Elio Lannuti