Passaparola: Più attività fisica, meno medicine – di Roberto Verna

Roberto Verna è Professore Ordinario di Patologia Clinica e Direttore del Centro di Ricerca per la Medicina e il Management dello Sport dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza. E’ Presidente Eletto della World Association of Societies of Pathology and Laboratory Medicine (WASPaLM) e rappresenta la WASPaLM presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Membro del Consiglio Direttivo della Federazione Italiana delle Società di Medicina di Laboratorio – FISMeLab. Medico Chirurgo, Specialista in Endocrinologia; Scienza dell’Alimentazione; Patologia Generale, da anni si occupa degli aspetti fisiopatologici delle attività sportive, in molteplici aspetti. E’ autore di oltre 150 pubblicazioni sulle principali riviste internazionali e di 12 libri. Oggi ci parla di come è possibile diminuire la spesa sanitaria non con i tagli lineari, ma incentivando l’attività fisica a partire dalle scuole.

“La spesa pubblica sanitaria nel 2012 è stata di poco superiore a 111 miliardi di Euro. Si è visto con uno studio durato circa 25 anni, che numerose patologie potevano essere limitate, o ridotte, attraverso un’attività fisica, se si facesse un’attività fisica regolare, ufficializzata, sparsa in tutta la Nazione, noi avremmo una riduzione della spesa sanitaria del 30%

Più benessere, meno spesa sanitaria
A seconda del tipo di patologia cardiovascolare, tumorale, nefrologica, l’attività fisica incideva in misura tra il 5 e il 15% attraverso questo tipo di studio, quindi si è visto che l’attività fisica ha un influsso estremamente positivo sul contenimento della malattia e dell’andamento della malattia, dell’insorgenza della malattia, quindi tutti quanti sia dal punto di vista preventivo che dal punto di vista migliorativo del percorso della malattia, tutto quanto questo comporta un benessere, questo benessere si traduce anche evidentemente e inevitabilmente in un risparmio della spesa sanitaria.

Come fare prevenzione
Un soggetto potenzialmente diabetico, all’incirca intorno ai 20 anni esplode nella malattia diabetica, ha bisogno di una serie di interventi e di cure che poi dureranno per tutta la vita estremamente costose. Se questo individuo viene identificato come potenzialmente diabetico due, tre, quattro anni prima si può instaurare un percorso vincente, cioè una ritardata insorgenza e una moderazione del malattia che consentono quindi una spesa molto minore. Oggi noi non abbiamo più la medicina militare, perché non c’è più la visita di leva, non abbiamo la medicina scolastica perché non c’è più la medicina scolastica, quindi la prevenzione come può essere fatta? Può essere fatta attraverso una visita medico – sportiva durante l’età scolare tra i 10 e i 13 anni della scuola media, oppure immediatamente all’inizio della scuola superiore, le scuole calcio, le scuole di sport comunque sono una fucina estremamente importante.

La salute inizia a scuola
Immaginiamo ridurre l’obesità nei bambini, abbiamo un’obesità in Italia all’incirca tra il 15 e il 25%, nelle regioni del sud è intorno al 22%, nelle regioni del nord intorno al 15%. Il bambino obeso rimarrà obeso anche da grande o comunque anche se non rimanesse obeso, sarà soggetto alle patologie cardiovascolari, metaboliche come se fosse obeso. E’ estremamente importante l’istruzione scolastica e delle famiglie e tant’è vero che io proposi qualche tempo fa l’istituzione di un corso di educazione alla salute 2 ore la settimana nelle scuole. Purtroppo questo non fu possibile.
Se fosse possibile cambiare il programma nazionale, ma certamente ci vuole una volontà estremamente importante, allora tutte le scuole lo dovrebbero fare, ma nel momento in cui non si fa una modifica di legge sui programmi scolastici, c’è la scuola che lo vuole fare perché se la sente, perché è innovativa, c’è la scuola che invece non ha voglia di farlo, questo è il principio del risparmio.

Incentivare l’attività fisica per diminuire la spesa pubblica sanitaria
Uno studio della Bocconi fatto due anni fa circa ha dimostrato che l’aumento dell’1% della mobilizzazione, della voglia di fare attività fisica, non parliamo di sport agonistico, parliamo di attività fisica, produce una riduzione di almeno tra le 2 e le 5 mila morti l’anno. Facendo un’attività fisica adeguata si migliora non soltanto l’apparato cardiovascolare, ma anche i sistemi di ossidazione e riduzione che praticamente sono quelli che determinano poi l’arteriosclerosi.
Il benessere è dato da alcune cose, dalle endorfine. Queste endorfine, queste molecole endogene che si liberano e danno benessere chi le libera? Il fumo, la droga , il sesso, il cibo, l’attività fisica. La droga è meglio lasciarla perdere, il fumo sarebbe meglio lasciarlo perdere, il cibo misuriamolo, il sesso perché no, l’attività fisica sempre!

Invecchiare sani
L’invecchiamento è un altro aspetto estremamente importante della spesa sanitaria, l’anziano può essere una risorsa se è abile, se è in qualche modo incentivato a fare qualcosa. Arriviamoci bene a essere anziani, allora diventa bello essere anziani se si è in buona salute e come ci si può arrivare? Anche lì attraverso una corretta attività fisica e una corretta nutrizione. Cosa succede nell’anziano? L’anziano in genere tende a non avere sete, a bere di meno e si rovina il rene, ma qualcuno dovrebbe dirglielo e se nessuno glielo dice che se non beve il suo corpo va piano, piano disidratandosi e diventa un problema per lui e per la società perché poi non sta bene. L’anziano muovendosi di meno, determina una rarefazione delle fibre muscolari e quando queste fibre muscolari non sono più compatte, ci si infila il grasso, allora è l’invecchiamento che fa ingrassare o il grasso che fa invecchiare? Se noi mantenessimo il nostro fisico attento e abile quindi la nostra muscolatura senza esagerare ovviamente, perché bastano 30 minuti di camminata decina due volte al giorno, è il modo migliore per poter invecchiare alla grande, ma al di là di questo, l’esercizio fisico migliora l’umore, fa sentire bene.
Passate parola!” Roberto Verna

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