Milioni di euro esentasse al Pd con i rimborsi ai senatori

intevento di Vito Crimi

“Quello che vedete è il rendiconto quadrimestrale delle “spese di mandato” di un senatore Pd, del quale non vi diremo il nome. Lo ha inviato per sbaglio a tutti i senatori. Potevamo tenerlo per noi? No, che non potevamo.
Cosa sono le spese di mandato? Sono le spese che ogni senatore sostiene per collaboratori, consulenze ed eventi sul territorio. Il contributo erogato dal Senato ammonta a 4.180 euro mensili. Per averne diritto, ogni 4 mesi il parlamentare deve dimostrare -tramite un rendiconto quadrimestrale- di aver sostenuto spese per almeno la metà del contributo previsto (2.090 euro x 4 = 8.360 euro), indicando voci di spesa che rientrino fra quelle previste dal dettagliato elenco delle “spese di mandato“. Questo consente, ad esempio, di rendicontare le spese per i collaboratori con relative pezze giustificative.
Dov’è la fregatura?
Molti parlamentari versano “erogazioni liberali” al partito. Cioè girano parte dei propri stipendi e rimborsi alle casse del partito. Poi inseriscono la cifra versata fra le spese di mandato. Così riescono a superare il minimo necessario da rendicontare per ottenere l’intero rimborso. Come in questo caso: con 9.080 euro versati dal senatore Pd al suo partito, gli 8.360 che era necessario rendicontare sono ampiamente superati. Scatta così il diritto, per il senatore, ad incassare l’intera somma dei rimborsi prevista nel quadrimestre: 16.720 euro.
In questo modo riescono ad evitare di dichiarare le spese sostenute per eventuali collaboratori, che potrebbero essere oggetto di controllo (per le spese di mandato rendicontate, il Senato può disporre un controllo delle fatture, delle ricevute o dei contratti).
Ora, facciamo un po’ di conti.
Se ogni quadrimestre un parlamentare Pd versa al partito 9.000 euro, quanto versano in un anno tutti i parlamentari al Pd?
Alla Camera il Pd conta 306 deputati, al Senato 112 senatori. Totale: 418 parlamentari.
Moltiplichiamo la quota quadrimestrale di 9.000 euro per i tre quadrimestri, e otteniamo quanto ha versato questo senatore al partito nel 2015: 27.000 euro.
Moltiplichiamo poi i 27.000 euro annuali per tutti i parlamentari Pd (418), e otteniamo quanti soldi sono finiti nelle casse del Partito Democratico quest’anno.
Risultato: 11.286.000 euro.
Ecco quanti soldi pubblici gli “onorevoli” del Pd hanno versato al partito: PIÙ DI 11 MILIONI DI EURO.
Vi chiederete: ma non avevano abolito i finanziamenti pubblici ai partiti? Certo, li avevano lasciati fuori dalla porta. Ma ogni quattro mesi li fanno rientrare dalla finestra.
I rimborsi percepiti dai parlamentari sono ESENTI DA TASSE. Se decidono di effettuare versamenti ai partiti, gli “onorevoli” possono portarli in dichiarazione dei redditi come erogazione liberale ai partiti (come avviene per i versamenti alle onlus), e usufruire di una detrazione fiscale pari al 26%.
Nel caso specifico, il senatore che ha versato al Pd 9.080 euro, vedrà rientrare l’importo di 2.360 euro. Tutto a carico dello Stato: utilizzano soldi pubblici per ricavarne un ulteriore beneficio personale.” Vito Crimi, M5S Senato