#BagheriaOnesta alza la testa: i cittadini denunciano i boss

Un abbraccio ai 36 imprenditori che si sono ribellati: siamo con voi! Manda un messaggio di sostegno alla loro iniziativa con #BagheriaOnesta su Twitter. L’onestà sta tornando di moda!

“Stamattina è spuntato il sole. Grazie al coraggio degli imprenditori e al lavoro delle forze dell’ordine. Un vaffanculo ai mafiosi e agli antimafiosi che fanno i mafiosi.
Viva lo Stato. Questa terra può cambiare.” Patrizio Cinque, sindaco M5S di Bagheria

“Ha cominciato a pagare in lire (3 milioni al mese) alla «famiglia» mafiosa di Bagheria. Vent’anni di minacce e soprusi a cui un imprenditore bagherese ha deciso di ribellarsi. Per accontentare le richieste dei boss l’uomo è finito sul lastrico e ha dovuto chiudere l’attività. È una delle storie delle vittime del racket scoperte dai carabinieri di Palermo che hanno eseguito 22 provvedimenti cautelari (la maggior parte dei destinatari erano comunque già detenuti) a carico di capimafia ed estortori dei clan bagheresi. La vittima ha scelto di denunciare dopo anni di silenzio.

VIDEO Bagheria 5 Stelle

Con lui altri 35 commercianti e imprenditori: una ribellione che segna una svolta nella lotta a Cosa nostra. L’indagine, coordinata dalla Dda di Palermo, è il seguito di un’altra operazione messa a segno contro le cosche della cittadina alle porte del capoluogo, per anni feudo e rifugio, in latitanza, del padrino di Corleone Bernardo Provenzano. Fondamentali per ricostruire gli assetti del clan le dichiarazioni del pentito Sergio Flamia. Tra le «ordinarie» storie di violenza, scoperte dai carabinieri, anche quella che vede protagonista un funzionario comunale dell’Ufficio tecnico di Bagheria che avrebbe avuto contrasti con la cosca legati alla lottizzazione di alcune aree. Cosa nostra, nel 2004, gli ha incendiato la casa e sequestrato un collaboratore domestico.” dal Corriere