Prescrizione, fallimento di Stato

“La prescrizione, in Italia, è ormai l’ancora di salvezza dei delinquenti ed è anche una delle principali cause di intasamento dei Tribunali. Oggi, un delinquente che è stato beccato inconfutabilmente con “le mani nella marmellata”, fa di tutto per allungare i tempi processuali e arrivare alla meta agognata della salvezza: la prescrizione del reato. La prescrizione, infatti, dovrebbe avere lo scopo di evitare che lo Stato possa “svegliarsi” in qualsiasi momento e perseguire un cittadino per un reato commesso, per esempio, trent’anni prima; ovviamente, nel momento in cui lo Stato si attiva e, addirittura, c’è un rinvio a giudizio (vuol dire che c’è stato il vaglio di un PM e di un GIP), allora è evidente che la prescrizione deve essere sospesa.
Così avviene in quasi tutto il resto d’Europa, dove, con diversi meccanismi, la prescrizione viene ovviamente sospesa o interrotta per tutta la durata del processo. In Francia e Germania viene interrotta addirittura dagli atti istruttori come, per esempio, un semplice interrogatorio. Nel Regno Unito l’istituto della prescrizione addirittura non esiste. Il M5S, fin dal primo momento in cui è entrato in Parlamento, ha proposto di interrompere la prescrizione dal momento del rinvio a giudizio per tutta la durata del processo. E’ una norma semplice ed efficace che impedirebbe numerosissime ingiustizie. Quando un reato si estingue per prescrizione, lo Stato fallisce due volte: una perché non è riuscito ad accertare la verità; un’altra volta perché viene cancellato tutto l’impegno profuso da giudici, avvocati, cancellieri, inquirenti ecc. con un inaudito sperpero di denaro pubblico.
Dal 2003 al 2013, circa un milione e mezzo di processi si sono letteralmente volatilizzati per colpa della prescrizione.

Tra imprenditori e politici , coloro che hanno usufruito, a vario titolo, della prescrizione sono tantissimi (solo per fare alcuni esempi: De Benedetti, Moggi, Tanzi, Geronzi, Ricucci, Fazio, Caltagirone, Gelli, Berlusconi, Andreotti, Calderoli, D’Alema, Penati, Scajola).
Ogni mercoledì, a Lucca, i familiari delle vittime di Viareggio si recano in Tribunale dove un Collegio di Giudici efficientissimo corre contro il tempo per arrivare quanto prima all’accertamento della verità. Purtroppo, è praticamente impossibile che ben tre gradi di giudizio possano concludersi prima che alcuni reati vadano in prescrizione.
Studiando migliaia di pagine di diritto non se ne ricorda nemmeno una che permetta di spiegare a Marco Piagentini, che ha perso in quella strage la moglie (di 40 anni) e due figli (di 4 e 2 anni), che alcuni reati stanno per “scadere”. E’ arrivato il momento di smetterla. Il 29 agosto 2014 il premier annunciava la riforma della prescrizione; il 20 novembre 2014, dopo il vergognoso caso Eternit, sempre il premier diceva: “Va cambiata la prescrizione. C’è domanda di giustizia. Mi colpisce e mi fanno venire i brividi le interviste ai famigliari delle vittime che mostrano una grande dignità, persone che credono nella giustizia più di quanto ci creda qualche servitore dello Stato. Le morti delle persone care non possono essere consolate, non c’è sentenza che possa farlo, però l’idea di aggrapparsi alla giustizia, la considero una cosa di un dolore e di una bellezza senza fine”. Parlava sul serio o si limitava a fare sciacallaggio mediatico? E’ passato quasi un anno: la prescrizione non è cambiata e il PD continua a dire “no” alla proposta del M5S! La prescrizione deve interrompersi dopo il rinvio a giudizio: chiediamo al governo di mantenere i propri impegni!”
Alfonso Bonafede, M5s Camera