Passaparola: Salviamo il patrimonio artistico italiano, di Salvatore Settis

Senza l’Articolo 9 della Costituzione, che chiama il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione l’Italia non sarebbe quella che è.Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte italiano. Ex direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa

“Penso che ci debbano essere musei pubblici e musei privati. Musei privati ci sono in Italia come ci sono altrove, indico per esempio la collezione Doria Pamphilj a Roma è uno dei più grandi musei privati del mondo, museo importantissimo dei principi Doria Pamphilj da sempre, glielo lascerei.

No alla privatizzazione dei Musei pubblici
Ma ci sono dei musei invece di antichissima storia, i musei capitolini, gli Uffizi, e altri, che vanno lasciati pubblici e bisogna ricordarsi che non dobbiamo ritenere che i costi sopportati dallo Stato degli enti pubblici siano onere senza ritorno. Senza questi musei, senza questi monumenti, il nostro paesaggio, senza quello che l’Art. 9 della Costituzione chiama il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione l’Italia, non sarebbe quel che è, perché per poter avere l’identità che abbiamo, per poter essere lieti di essere italiani,dobbiamo dimostrarci capaci di mantenere questo paesaggio e questo patrimonio storico artistico.

Di cultura si mangia, parola di Nobel
Non solo dobbiamo mantere il nostro patrimonio artistico, dobbamo migliorarlo!
Alcuni economisti particolarmente bravi, cito per esempio Amartya Sen, Premio Nobel, ha sostenuto con grandi argomenti, a proposito della sua patria, l’India, che per poter decollare economicamente e migliorare economicamente la soddisfazione della cittadinanza, la soddisfazione delle origini, l’orgoglio di appartenere a una certa cultura, sono un fattore assolutamente indispensabile, essenziale, un moltiplicatore delle inventività, della produttività e della creatività.
Questa è la storia d’Italia da mgliaia di anni, se non vogliamo che finisca dobbiamo proteggere e tutelare il nostro patrimonio storico e artistico con più spese pubbliche recuperando quello che manca. Non continuando a fare la solita predica, il rosario, la litania della crisi ma recuperando quello che manca dall’orrido abisso dell’evasione fiscale per cui l’Italia si distingue essendo il terzo paese al mondo per evasione fiscale dopo Messico e Turchia, non un primato di cui essere contenti.

Il ruolo sociale dei musei
Oggi si parla di musei dicendo un sacco di cose che per la maggior parte sono sbagliate o approssimative, però ben raramente ci ricordiamo che il museo è un’istituzione culturale molto recente. Il museo nel senso che come lo intendiamo oggi nasce sostanzialmente a Roma nel ‘700, avendo una data di nascita, dissi allora, il museo può avere anche una data di scadenza, ricordiamocelo, vogliamo chiuderli? Bene, oppure dobbiamo cercare di domandarci in continuazione quale è il loro ruolo. Il nesso con la scuola è straordinariamente importante ed è importante ricordarsi con tutta questa retorica della bellezza che si fa in Italia fino alla nausea in cui molte persone (che siano Presidenti del Consiglio, sindaci o ex sindaci non importa), tra tutta questa retorica della bellezza ci dimentichiamo che la bellezza non è nulla se non è Storia.

Siamo tutti custodi del nostro patrimonio artistico
La bellezza è Storia, il fatto che negli insegnamenti, nelle ultime riforme scolastiche si tenda a abolire la storia dell’arte, diminuendone lo spazio e magari parlando di educazione artistica come se tutti dovessero essere messi davanti a un foglio bianco, improvvisamente diventano Rembrandt o Picasso o Michelangelo, questo è veramente un grande errore perché come diceva un grandissimo storico dell’arte come Gombrich: “O tutti gli italiani sono custodi del loro patrimonio o il nostro patrimonio, il patrimonio italiano che è di tutti, morirà.” Salvatore Settis