Passaparola: L’#informazione sotto controllo, di Luisella Costamagna

Assistiamo al sostanziale appiattimento della quasi totalità dell’informazione al premier, che gode di un credito da parte dell’informazione (oltre che dei poteri forti da Marchionne alla Confindustria) che non si è mai visto prima. Manco Berlusconi che aveva contro una fetta dei quotidiani nazionali, penso alle domande di Davanzo, e alcuni programmi televisivi. L’attuale premier no. Stiamo vivendo un mix esplosivo maledetto tra il marketing renziano, la strategia comunicativa renziana e il racconto che ne fanno stampa e televisione che rende praticamente impossibile agli italiani essere informati correttamenteLuisella Costamagna

“Un saluto al blog di Beppe Grillo e passate parola! Per capire lo stato di salute dell’informazione italiana non voglio partire dalla solita classifica mondiale sulla libertà di stampa, di reporter senza frontiere che comunque è bene ricordare, nel 2014 siamo precipitati al 73° posto al mondo, abbiamo perso 24 posizioni in un anno e oggi per libertà di stampa siamo tra la Moldavia e il Nicaragua.
Voglio partire da quello che concretamente abbiamo di fronte in questo momento dal punto di vista di informazione con il Governo, secondo me tre cose:
1) Un sostanziale appiattimento della quasi totalità dell’informazione a eccezione del Fatto Quotidiano, per il quale scrivo, nei confronti del marketing renziano;
2) L’altra faccia della medaglia ossia l’oscuramento dell’opposizione, ma non Salvini, bensì il MoVimento 5 Stelle
3) Il controllo delle televisioni, le nomine RAI, i reiterati attacchi ai talk show televisivi e poi ovviamente la legge bavaglio sulle intercettazioni approvata in questi giorni.

L’appiattimento dell’informazione

Partiamo dal sostanziale appiattimento della quasi totalità dell’informazione al premier, che gode di un credito da parte dell’informazione (oltre che dei poteri forti da Marchionne alla Confindustria) che non si è mai visto prima. Manco Berlusconi che aveva contro una fetta dei quotidiani nazionali, penso alle domande di Davanzo, e alcuni programmi televisivi. L’attuale premier no.
Stiamo vivendo un mix esplosivo maledetto tra il marketing renziano, la strategia comunicativa renziana e il racconto che ne fanno stampa e televisione che rende praticamente impossibile agli italiani essere informati correttamente. Compito che spetta innanzitutto all’informazione. Siamo passati dal “pagheremo tutti i debiti della pubblica amministrazione” non mantenuta al “Daspo per i politici corrotti” non mantenuta e adesso la nuova promessa è “elimineremo la tassa sulla prima casa“. Ovviamente il premier mette la faccia solo su quello che va bene, non su quello che va male, quindi vola a New York a carico nostro, da un’italiana che ha vinto agli US Open ma non va tra gli alluvionati di Genova. A Piacenza c’è andato la scorsa settimana dove c’è stata l’alluvione, ma in elicottero ben lontano dal fango anche perché aveva una cena elegante con Hollande e dopodichè mettere la faccia sugli stabilimenti che aprono, stringere la mano a Marchionne, ma guai a andare in uno stabilimento che chiude in cui si licenziano gli operai. Usa anche dei testimonial assolutamente autorevoli, inattaccabili: uno su tutti il Presidente anticorruzione Cantone, ma poi in realtà fa approvare un falso in bilancio più morbido di quello di Berlusconi e ha un sacco di politici corrotti inquisiti o arrestati.

VIDEO Il Marketing politico renziano spiegato da Luisella Costamagna

Un’altra tecnica usata è il controprogrammare i dati fastidiosi con dati positivi: confondere le acque in modo tale che gli italiani non sappiano come vanno davvero le cose. In attesa dei dati Istat che magari dicono che la disoccupazione cresce, controprogrammare con i dati del Ministero del lavoro e dell’Inps che parlano di nuovi contratti attivati. Oppure parlare della crescita del Pil, ma guai a dire che il resto d’Europa e anche la Spagna e la Grecia fanno molto meglio di noi.

Stampa e Tv asserviti al governo

Tutto questo viene assecondato dalla stampa e dalla televisione che poi ci mettono del loro. Non solo il racconto del premier ai vari eventi è ormai spiegato, basta leggere l’ultimo libro di Travaglio “Slurp” per avere altri esempi concreti su questo.
Per esempio sono stati lanciati i dati positivi, ma guai a parlare del rapporto Caritas della scorsa settimana che parla di crescita della povertà del nostro paese, che accusava le misure messe in campo dal governo marginali e del reddito minimo necessario come dice il MoVimento 5 stelle. Tutto questo viene ridotto se non oscurato completamente a un piccolissimo invisibile trafiletto su un giornale.
Una cosa che a me ha colpito molto è che tutti si sono scandalizzati per quanto detto dalla Bindi: “La camorra è costitutiva a Napoli e in Campania“, nessuno che si sia scandalizzato per quanto ha detto recentemente il Presidente del Consiglio a 8 e mezzo, ha detto testuali: “Il racconto che ci siano regioni in mano alle mafie non è vero, è uno slogan” è una frase che se avesse detto Berlusconi sarebbe successo il finimondo e gli esempi potrebbero proseguire.

Chi fa paura è il M5S

L’altra faccia di questa medaglia è che se come informazione mi appiattisco sul premier devo oscurare l’opposizione, ma non Salvini, che peraltro non impensierisce il premier visto che al massimo può raggiungere a livello nazionale il 15/16% ed è assolutamente funzionale al premier visto che lo fa passare per un uomo di sinistra, cosa che non è e può spingere i delusi allora PD a rivotarlo perché altrimenti vince Salvini.
Quello che fa davvero paura è il MoVimento 5 Stelle, che degli errori li ha commessi, ma l’atteggiamento dell’informazione è un dato di fatto. E’ stata e continua a essere: “Non se ne deve parlare, possibilmente non deve andare in televisione” come la polemica in Commissione di vigilanza RAI su Ballarò “grillina dimostra e come dimostrano anche gli ultimi dati sulle presenze dei partiti politici nei Tg RAI, Mediaset e Sky che evidenziano l’assenza del MoVimento 5 Stelle, ridotto al lumicino.
Se se ne parla bisogna parlarne a paginate per gaffe, espulsioni, scontrini, polemiche interne e come è successo da poco, non è che il M5S ha occupato la prima pagina dei quotidiani per il reddito di cittadinanza, ma per la condanna per diffamazione di Beppe Grillo.

Il controllo delle televisioni e il bavaglio alla stampa

Se poi ultimo punto cruciale i giornalisti non sono abbastanza educati, bisogna educarli e qui ci sono le armi finali. Innanzitutto il controllo delle televisione. Su Mediaset il premier gode di grande favore visto che Berlusconi è in difficoltà, sulla RAI ha messo le mani con la vecchia legge Gasparri in piena tradizione democristiana facendo le nomine in piena estate con gli attacchi reiterate ai talk televisivi.
Ricordo quando disse: “dobbiamo cambiare il racconto dell’Italia e della politica“, una frase gravissima che evoca l’editto bulgaro se pronunciata dal Presidente del Consiglio. Anche allora nessuno che si sia scandalizzato e abbia difeso la libertà di informazione, neppure quelli che la “difendevano” invece dando dello squadrista e del fascista a Beppe Grillo per le presunte liste di proscrizione.
L’arma finale è la legge sulle intercettazioni, la legge bavaglio approvata martedì alla Camera, scandalosa nel merito e nel metodo. Nel merito perché si prevedono dei limiti, si era parlato anche del carcere per chi pubblica intercettazioni non penalmente rilevanti: era quello che voleva fare Berlusconi nel 2010 dopo il caso D’Addario ma non ci riuscì. Tant’è che Forza Italia adesso festeggia: “era la nostra riforma, il PD è con noi!
E’ scandaloso anche nel metodo perché tutto questo verrà affidato a una delega in bianco al governo che potrà cambiare la storia della cronaca giudiziaria italiana per decreto, mettendoci alla fine dentro esattamente quello che vuole.
Passate parola!” Luisella Costamagna