Olbia affondata dal governo

18 novembre 2013, Olbia. Un’alluvione devasta la città, al quartiere di Baratta Patrizia Corona e la sua piccola muoiono travolte dall’acqua mentre erano in auto. In totale le vittime sono 13 con 222 milioni di euro di danni.
18 agosto 2014, Olbia. Nove mesi dopo l’alluvione. L’amministrazione comunale fa sapere che il governo non ha mosso un dito. 122 milioni di euro sono necessari per gli interventi per mettere in sicurezza il territorio. Il governo promette cinque milioni (su 122 che ne servono e senza considerare gli aiuti per gli alluvionati) ma non ne sgancia manco uno. Olbia abbandonata.
28 maggio 2015, Olbia. Il premier in città annuncia che il governo tirerà fuori i soldi SUBITO: “Faccio mio l’impegno a considerare prioritario da parte del Governo il completamento delle opere considerate il minimo necessario dopo l’alluvione di due anni fa.” Sono 81 milioni di euro previsti dal piano Mancini approvato dal consiglio comunale e per i quali il governo si è impegnato. Incredibilmente qualcuno ancora gli crede. Olbia imbonita.
19 settembre 2015, Olbia. Più di due anni dopo l’alluvione. Le casse comunali sono all’asciutto, dal governo sono arrivati appena 16 milioni: il 20 per cento di quello annunciato qualche mese prima. Del rischio idrogeologico se ne fregano. Pregare che non piova. Olbia presa per il culo.

Oggi, 1 ottobre 2015, Olbia. Dall’Ansa: “Maltempo: Ciclone sulla Sardegna, Olbia sott’acqua. Il sindaco: “Non uscite di casa”. Torna l’incubo alluvione“. Come se fosse una fatalità, un incubo, un destino segnato. Balle. Il governo per due anni se ne è fregato del grave dissesto idrogeologico della città. Non è stato in grado di destinare un centinaio di milioni di euro necessari per evitare l’allagamento della città e garantire l’incolumità dei cittadini, nonostante gli annunci/prese per il culo del governo, mentre si spenderanno 40 milioni l’anno per l’aereo ad uso del fiorentino. Ogni morto o ferito sarà sulla coscienza di questo governo ebete (ebetino?) e inetto che pensa alla riforma del Senato piuttosto che alle reali esigenze dei cittadini. Le bombe d’acqua non esistono, i premier irresponsabili sì, ma oggi a Olbia non se ne vedono.