L’#Eurogolpe in Portogallo

E di colpo di stato in colpo di stato, la zona euro finirà per instaurare un regime di colpo di stato permanente“. Jacques Sapir, economista francese. Chi sarà il prossimo?

Intervento di Diego Fusaro, da La Cosa

“Nel silenzio generale, è accaduto qualcosa di estremamente grave in Portogallo. Non se ne è parlato a sufficienza, e c’era da aspettarselo. Il sistema mediatico punta i riflettori solo su ciò che riconferma l’ordine esistente, mai su ciò che ne svela le contraddizioni e i difetti.

Chi vince le elezioni non può governare
Cos’è accaduto di preciso? In Portogallo vi è stata la grave decisione del presidente della repubblica Cavaco Silva di non affidare l’incarico di governo alla coalizione di sinistra che ha raggiunto la maggioranza, che rischierebbe con le sue “pretese populiste” di “destabilizzare i mercati“.
In pratica, il Presidente si è rifiutato di conferire l’incarico al leader della coalizione anti-euro Antonio Costa che ha regolarmente vinto le elezioni se unito in coalizione con il “Bloco de Esquerda” (Blocco di sinistra, ndr). Motivo? Si destabilizzerebbero i mercati. La coalizione anti-euro portoghese è per l’uscita dall’eurozona, ma anche per lo scioglimento della Nato: è, insomma, memore della lezione di Marx, a differenza dei partiti di sinistra italici al guinzaglio di Monsieur le Capital. È, diciamolo, una sinistra che non ha sostituito la lotta per il lavoro e i diritti sociali con le lotte per i diritti dell’individuo astratto à la Robinson Crusoe.

VIDEO L’intervento di Fusaro su La7

Comandano i mercati

Quanto sta avvenendo in Portogallo merita attenzione e, in un certo senso, deve destare preoccupazione per almeno tre ordini di motivi:

1) Finalmente si mostra il vero volto dell’Unione Europea, ossia dell’unificazione monetaria dell’Europa tramite la moneta unica e il potere finanziario; e il vero volto dell’Europa è oggi un volto fintamente democratico, essendo invece la sua essenza di tipo autoritario e contraria a ogni autentica vocazione democratica. Nell’Europa delle banche il potere è concentrato nella Bce e i popoli e gli Stati come soggetti non contano nulla. Se emergono il dissenso e la volontà di uscire dal sistema euro, ecco che l’autoritarismo si mostra apertamente, come nel caso del Portogallo: decide il mercato, non il popolo. Se le scelte del popolo contrastano con quelle del mercato, tanto peggio per il popolo! Come ho sostenuto nel mio “Il futuro è nostro” (cap. VI), l’euro e l’Unione Europea sono il compimento, nel Vecchio continente, del “capitalismo assoluto“, affrancato anche dalla residua forza del politico e dello Stato sovrano nazionale con primato della politica sull’economia. Sorge, ovviamente, una domanda: dove sono, questa volta, le anime belle della democrazia italiana? Dove sono quelli che sempre si agitano in nome dei diritti e della democrazia?” Diego Fusarocontinua a leggere su La Cosa