Sovranità alimentare

L’Italia, (ma esiste ancora o è, come diceva Metternich, un’espressione geografica?) ha perso la sua sovranità monetaria con l’ingresso nell’euro, la sovranità territoriale dopo la sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale con l’occupazione da parte degli americani che da allora non se ne sono più andati, la sovranità militare in quanto ridotta a prendere ordini dagli USA e organizzare finte missioni di pace in Afghanistan e in Iraq, e a bombardare la Libia (anche grazie a nonno Napolitano) con la conseguente caduta di Gheddafi che è la causa dell’immigrazione biblica da quel Paese senza più riferimenti verso l’Italia. Cosa rimane ancora a questo Paese in cui le parole Patria e Nazione sono considerate offensive? Un Paese senza sovranità con le frontiere colabrodo può essere ancora chiamato tale?
Tra le tante sovranità perdute vi è anche la sovranità alimentare. La sovranità alimentare implica il controllo necessario ad un popolo nell’ambito della produzione e del consumo degli alimenti. I Paesi devono poter definire una propria politica agricola ed alimentare in base alle proprie necessità.

VIDEO Produrre il cibo dove è necessario

L’Italia ha perso dal 1971 al 2010 cinque milioni di ettari coltivabili a causa dell’abbandono delle terre, del dissesto idrogeologico e della cementificazione. L’abbandono delle terre senza una politica di incentivazione per l’agricoltura continuerà. Ci sono intere aree dell’Italia in via di spopolamento con i giovani in fuga verso le città. Un fenomeno iniziato dal dopoguerra e da allora mai più fermatosi. La superficie agricola utilizzata è diminuita del 28% in 40 anni.Il nostro grado di approvvigionamento alimentare si avvicina all’80% ed è in costante diminuzione. Solo 20 anni fa era pari al 92%.
L’Italia è il terzo Paese in Europa e il quinto nel mondo per deficit di suolo, è un Paese sovrappopolato (abbiamo circa la stessa popolazione della Francia con però solo metà del suolo fruibile). Per coprire il nostro fabbisogno alimentare mancano 61 milioni di ettari. Ogni giorno sono impermeabilizzati 100 ettari di terreno, 10 metri quadri al secondo. Un suicidio all’italiana. Si privilegiano le Grandi Opere che di grande hanno solo le tangenti invece di avviare un piano di lungo termine per mettere fine al dissesto idrogeologico e di bonifica dei terreni avvelenati da scorie di ogni tipo. Il paradosso dell’Expo che ha il motto “Nutrire il pianeta” e che per la sua realizzazione ha destinato un milione (un milione!) di metri quadri di terreno agricolo è un insulto alla ragione. Il cibo è l’arma del futuro, non le bombe. L’embargo alla Russia ha avuto come effetto un contro embargo sull’importazione di prodotti alimentari.

VIDEO Le sanzioni alla Russia le paga l’Europa

Ad oggi l’Europa ha perso 300.000 tonnellate di formaggio che trovavano sbocco in Russia con un danno di un miliardo di euro. Coldiretti ha stimato in 20 milioni di euro mensili nel 2015 per i produttori italiani, 240 milioni dall’inizio dell’embargo nel 2014.
Da tempo è in atto uno shopping/affitto di terreni da parte di nazioni come la Cina e la Corea del Sud senza sovranità alimentare. Il fenomeno detto anche “land grabbing“, accaparramento della terra, è prevalente nell’Africa subsahariana (dove si muore di fame…) con il 70%, seguita da Sud America e Sudest asiatico.

VIDEO La guerra del cibo

L’affitto dei terreni può arrivare a 99 anni, che equivale a dire per sempre. La negoziazione è di solito effettuata tra governi, e il terreno ha come destinazioni prevalenti cibo e biocarburanti. Chi compra/affitta promette lavoro con la creazione di infrastrutture, ma il cibo intanto vola via spesso con la distruzione del suolo, come nel caso dei biocarburanti. 795 milioni di persone nel mondo non hanno cibo a sufficienza.
Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, ci accorgeremo che non si potrà mangiare il denaro. La nostra terra vale più del denaro.” Piede di Corvo – Piedi Neri