Più forze alla Polizia

intervento di Igor Gelarda e Carmelo Catalano, Dirigenti Sindacato di Polizia Consap

“Che i migranti siano tanti e che sia difficile aiutarli e controllarli è evidente a tutti. In particolar modo agli operatori delle forze dell’Ordine e a coloro che sono deputati ad accoglierli. Purtroppo la realtà di questi arrivi diventa mediaticamente palese solo quando ci sono sbarchi consistenti oppure all’accadere di fatti cruenti.
Le nostre città si vanno trasformando: ai nostri poveri si aggiungono i nuovi poveri, ai nostri disperati i nuovi disperati. E tutti hanno fame ed uguale diritto ad essere sfamati. In alcuni casi l’industria dell’illegalità italiana arruola nuova manovalanza a prezzi bassi, carne da macello che, anche se dovesse scomparire, non rende triste nessuno senza contare che ha già preso piede in Italia la criminalità organizzata straniera, che desta parecchie preoccupazioni tra criminologi e inquirenti.
La stragrande maggioranza dei migranti è brava gente, ma come riuscirà a tirare avanti nei prossimi anni, in una terra dove mancano il lavoro, i servizi e tanto altro. Senza dubbio, in certi casi, per i crimini commessi dagli immigrati, c’è una sovraesposizione mediatica. Per ora il criminale straniero fa notizia e audience, perché fa paura! Ma cosa dicono i dati ufficiali sull’incidenza della criminalità tra gli stranieri in Italia?
Tenete a mente, per quello che diremo adesso, che gli stranieri attualmente presenti in Italia sono più o meno il 9% della popolazione dello Stivale, e sono aumentati di un milione in tre anni, passando da quattro a cinque milioni.

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I detenuti nelle carceri italiane al 31 luglio di quest’anno erano 53.000 circa, di cui 36.000 italiani e 17.000 stranieri. Stranieri che rappresentano pertanto, più o meno, il 31% della popolazione carceraria italiana. Se considerate che nel 1991 gli stranieri detenuti erano solo il 15% del totale, noterete un balzo in avanti che va, comunque, di pari passo con l’aumento della popolazione immigrata in Italia. Ci saremmo aspettati un 9% di detenuti stranieri nelle carceri, stando alla percentuale di presenze, ma abbiamo una percentuale tre volte tanto. E il 56% dei detenuti stranieri è costituito da persone provenienti da sole 4 nazioni: Romeni (tra cui anche Rom di nazionalità romena), Marocchini, Albanesi e Tunisini.
Tuttavia il dato dei detenuti in carcere potrebbe falsare la realtà, in quanto legato alla minore capacità di difesa degli immigrati durante il processo, al tipo di reati prevalentemente da loro commessi (che prevede in misura maggiore il carcere) e alla minore capacità-possibilità di accedere alle misure alternative al carcere, sia prima che a seguito della condanna (ad esempio abitazioni non idonee o non esistenti e quindi impossibilità ad avere i domiciliari o altre misure alternative al carcere). Insomma onestamente, a parità di reato, è sicuramente più facile che uno Straniero vada in prigione rispetto ad un Italiano.
Ma diversa è la vicenda se osserviamo il numero di imputati, cioè coloro che le Forze dell’Ordine hanno denunciato per avere commesso un qualsiasi reato in Italia. In questo caso le possibilità di commettere reati e di essere “beccati” dalle Forze dell’Ordine sono praticamente uguali tra italiani e stranieri. Il dato è, insomma, assai più democratico. Se nel 1990 gli stranieri rappresentavano il 2,5% degli imputati in Italia, nel 2009 erano il 24%, a fronte di una loro presenza in Italia di circa il 7%. Il trend tende però a peggiorare: i dati più recenti raccolti nell’ultimo dossier Idos (Dossier statistico immigrazione) raccontano che nel 2012, su un totale di 933.895 denunce, 642.992 erano a carico di cittadini italiani, 290.903 di stranieri. Gli imputati stranieri, secondo questo dossier, sono in sostanza il 31% del totale, che scendono al 27,% se escludiamo chi ha violato le leggi sull’immigrazione. Con un dato che si mantiene ancora 3 volte superiore rispetto al 9% che ci saremmo aspettati!
A questo si aggiungano i risultati, per certi versi sconvolgenti, recentemente pubblicati dal Censis secondo il quale gli stranieri occupano una grossissima fetta del “mercato” dei furti in abitazione. Infatti nell’ultimo anno tra i denunciati a piede libero, per furti e rapine in appartamento, gli stranieri sono il 54,2% (8.627 persone) e tra gli arrestati il 62% del totale (4.112, il 31,4% in più solo nell’ultimo anno). Facendo una media tra denunciati e arrestati gli stranieri sono responsabili del 58% di furti e rapine in abitazione, con una percentuale più di 6 volte superiore rispetto a quello che ci aspetteremmo (sempre il famoso 9%)!

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Nel 2009 durante una tavola rotonda sulla violenza sulle donne, il Ministero dell’Interno dichiarò che nel Belpaese, 6 stupri su 10 erano commessi da Italiani (il 60,9% per l’esattezza), mentre gli altri 4 da stranieri. Cioè 2 stupri su 5 venivano commesso da stranieri che nel 2009 erano appena il il 6% della popolazione italiana. Con un tasso circa 7 volte più alto. Tale percentuale è rimasta praticamente invariata anche nel 2012, con 4.412 stupri denunciati nell’anno, di cui 1776 commessi da stranieri, cioè il 40,25% (ancora fonte Centro Studi e ricerche Idos).
Non c’è dubbio che il contesto di emarginazione, a volte di esclusione sociale, e la povertà, in cui vivono molti migranti rende più facile cadere tra i tentacoli del crimine, che può diventare purtroppo anche uno strumento per arrivare a fine mese. Ma a coloro che sono vittime di questi crimini, vittime italiane o straniere che siano, non sarà facile spiegare tale semplice equazione sociologica! Resta solo la paura.
Il quadro che abbiamo delineato ci sembra abbastanza complesso e necessita di profonda, urgente, riflessione da parte degli organi competenti! La polizia fa quello che può, con tutti i criminali, a prescindere dalla loro provenienza.
Riteniamo che l’Italia e l’Europa abbiano l’obbligo di trovare delle soluzioni: non si può perdere così il controllo di tutte queste persone che vivono in una situazione di stress emotivo perenne e di difficoltà di integrazione. Lo Stato non deve scusarsi, non deve emozionarsi ma restare lucido e trovare delle risposte e soprattutto deve garantire la sicurezza dei suoi cittadini, italiani e stranieri. Decidere in fretta sulle richieste di asilo ci aiuterebbe. Occorre agire adesso, prima che sia troppo tardi e la paura si trasformi davvero nel terribile verme della discriminazione e del razzismo.” Igor Gelarda e Carmelo Catalano, Dirigenti Sindacato di Polizia Consap