“Sembra quasi di vederle, certe aziende. Un capannone in zona industriale, macchinari in leasing e una quindicina di dipendenti. Un fatturato che sfiora i 2 milioni di euro e un bilancio che negli anni della crisi è rimasto in nero grazie alle commesse dall’estero. Un bilancio sul quale, però, il fisco non ha mai mollato la presa, con un tax rate medio che si attesta al 32,8% dei profitti, arrivando al 35,5% delle attività manifatturiere e al 36,4% di quelle commerciali (i due settori con più imprese) e sfiorando il 40% per le Pmi di molte grandi città. Ed è importante sottolineare che queste percentuali colpiscono i risultati ante-imposte, cioè quel che rimane dopo che i manager hanno fatto fronte a tutti gli altri costi, compresi i contributi previdenziali, il Tfr e le imposte diverse da Ires e Irap. VIDEO Il più grande aumento di tasse locali della storia
Nel 2014 quasi un impresa su due ha pagato tasse più alte rispetto al 2013. Il tax rate medio per l’Italia è del 32,8% dei profitti, con punte del 36,9% per il settore energetico e un minimo del 29,3% per le attività immobiliari. Osservando la situazione nelle maggiori città italiane si può notare come a subire il maggiore tax rate siano le manifatture di Palermo (43,1%) seguite dalle manifatture di Roma (41,4%) e da quelle di Torino (40,7%).” Infodata