Le colpe dell’Occidente

immagine: Kobane oggi, la città di provenienza della famiglia di Aylan Kurdi

Intervistato da IntelligoNews, il filosofo Diego Fusaro affronta il tema migranti ed entra nel dibattito sulla foto del bambino siriano trovato morto sulla spiaggia.

Si sta discutendo molto sull’opportunità di far vedere la foto shock di Aylan. Qual è la sua opinione?

“C’è un aforisma di Nietzsche molto significativo: “Nessuno mente tanto quanto l’uomo indignato“. Quella foto è l’emblema di una grande menzogna, di una falsa coscienza buonista, che mostra solo gli effetti e mai le cause, mostra solo le tragedie senza mai investigare sulle ragioni, per cui si mostra il bambino morto e non si spiegano che quelle morti sono prodotte dal bombardamento etico e dall’interventismo umanitario a stelle e strisce. Contano solo gli effetti, il rovesciarsi delle barche dei clandestini sembra quasi un evento naturale”.

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Purtroppo sono tantissimi i bambini morti durante le migrazioni perché proprio questa foto è diventato un simbolo anti-guerra?

«E’ diventata un simbolo perché l’hanno rilanciata tutti i giornali di destra e di sinistra, c’è proprio da essere dubbiosi quando tutti riportano la stessa immagine e danno la stessa visione univoca. Ci dobbiamo chiedere: cui prodest? Il Manifesto è stato il peggiore perché con quella foto non faceva altro che la difesa delle politiche migratorie, l’ha usata per fini propagandistici. Dopo l’uso ideologico di quella foto non sarà più possibile mettere in discussione il concetto di accoglienza senza riserve, senza limiti, quindi il capitale vince perché non ha più barriere che limitino l’arrivo voluto di questi schiavi senza diritti».

Il Pentagono ha detto che questa emergenza sui migranti durerà per 20 anni. Cosa ne pensa?

«Mi fido abbastanza di quello che dicono perché sono loro la causa, sono loro che hanno bombardato questi Paesi, come la Libia, provocando tutto questo. Quelli che oggi tanto si scompongono e si agitano contro le stragi in mare sono gli stessi che si agitavano affinché venisse bombardata la Libia di Gheddafi o la Siria, c’è una follia generalizzata in tutto questo».

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Qual è stato l’errore più grande dell’Europa sul fenomeno della migrazione?

«Non credo che si tratti di un errore ma di una strategia molto precisa. Il capitalismo ha sempre bisogno dell’esercito industriale, ha bisogno di schiavi per fare lavori umili e sottopagati, a questo servono le ondate migratorie, certamente non per integrare i migranti ma per avere un esercito di schiavi. Per questo non ha senso fare l’elogio dell’immigrazione, così come non ha senso prendersela con i migranti che sono sfruttati in maniera vergognosa. Bisogna comprendere la logica capitalistica».