L’Italia senza speranza ai tempi del Jobs Act

da Voci dall’Estero: Bloomberg pubblica un articolo sulla disastrosa situazione del mercato del lavoro italiano. Al di sopra della percentuale ufficiale dei disoccupati, c’è un numero ancora più grande di “scoraggiati”, persone che vorrebbero lavorare ma hanno smesso di cercare. Se si uniscono i due dati, ci si avvicina a uno spaventoso 30 percento della forza lavoro totale. (La Grecia, rispetto a noi, ha meno “scoraggiati” solo perché ha più disoccupati costretti a cercare continuamente un qualsiasi lavoro pur di sopravvivere.)

di Giovanni Salzano

Sette anni di recessione possono demoralizzare chiunque. O almeno questo sembra essere il caso dell’Italia, dove un gran numero di disoccupati sta perdendo la speranza di trovare lavoro.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro attribuisce lo status di disoccupato solo a chi ha fatto almeno un tentativo di trovare un lavoro durante gli ultimi 30 giorni. Secondo l’Eurostat, quasi 4,5 milioni di Italiani che sarebbero disponibili a lavorare non hanno fatto alcun tentativo durante il primo trimestre. Si tratta del dato più alto di sempre (i dati iniziano dal 1998).
Il grafico seguente come il numero di italiani disponibili a lavorare ma che non stanno cercando attivamente un lavoro (linea rossa) sia decisamente più alto di quelli che stanno attivamente cercando lavoro (linea blu).

Per ogni 100 italiani che lavorano, ce ne sono 15 che cercano un lavoro, e altri 20 che vorrebbero lavorare ma non stanno cercando attivamente. Si tratta del dato più alto tra tutti i 28 paesi dell’UE, secondo l’Eurostat. Spinti da necessità di sopravvivenza, gli stessi greci sono più attivi rispetto agli italiani, con una percentuale di persone disponibili a lavorare ma che non cercano attivamente di appena il 3,1 percento della forza lavoro totale. Ciò va confrontato con il 15 percento degli italiani, come mostrato dal seguente grafico, che riguarda i primi tre mesi del 2015.

Il principale motivo che spinge così in alto il dato italiano sembra essere lo scoraggiamento: dopo aver cercato e non aver trovato lavoro, molti italiani perdono le speranze di ottenere un’occupazione decente e si ritirano nelle faccende domestiche o in attività di economia sommersa. L’Italia supera anche la Bulgaria ex-comunista, in questa tendenza allo scoraggiamento, mentre i danesi sono i meno scoraggiati secondo i dati del 2014 (il dato più aggiornato per questa categoria).

Mi sono stufata di cercare un lavoro, e così ho iniziato a fare attività di volontariato e politica nel MoVimento 5 Stelle, qui nella città dove vivo“, ha detto Lavinia Montanini, che ha cercato senza successo un lavoro nel campo della tutela dei beni artistici. “Allo stesso tempo, da quando ho smesso di cercare lavoro, ho deciso di rientrare all’università per ottenere una formazione più avanzata“. Eppure alcuni potenziali datori di lavoro possono averla vista come sovra-qualificata.
Lavinia Montanini, che vive a Sorano in Toscana, dice di non aver visto alcun miglioramento della situazione dovuto alla riforma del mercato del lavoro condotta dal Primo Ministro Matteo Renzi, mentre i lavori stagionali nel turismo e nell’agricolutra sono aumentati. “Il problema è che senza lavoro smetti di vivere, non puoi farti una famiglia, non puoi avere dei figli.” ha detto la 31enne laureata. In Italia più del 60 percento di coloro che vorrebbero lavorare ma non cercano più sono donne, e il paese è risultato al penultimo posto della classifica UE per occupazione femminile lo scorso anno, dopo la Grecia. Il tasso di disoccupazione italiano era al 12,4 percento in maggio, e aveva raggiunto il massimo al 13 percento in novembre.

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