La bolla cinese

“Cosa sta succedendo in Cina? Molti se lo stanno chiedendo visto il susseguirsi di avvenimenti nell’Estremo Oriente. In poche parole succede quello che avevo già anticipato da tempo: lo scoppio di una bolla finanziaria e immobiliare che entro fine 2015 travolgerà il mondo intero. Questi sono gli effetti del liberismo, di un’economia finta basata sulla finanza, del modello di sviluppo che ha prevalso nel XX e nell’inizio del XXI secolo e che ci ha portato nel baratro. La Cina non ha capito l’errore, lo stesso errore commesso dall’Italia sul finire della anni ’70 e dalla Russia di Gorbachiov a metà degli anni ’80. Se apri le tue frontiere ai capitali esteri e liberalizzi la finanza questo è il risultato: non avrai più controllo sulle variabili macroeconomiche, economiche e finanziarie del tuo Paese e del tuo sistema finanziario, che non sarà più guidato da scelte che guardano alla crescita delle condizioni di vita della popolazione, della sua ricchezza e dell’economia reale, ma sarà guidato dalla speculazione di pochi a discapito di tutto il resto. E la risposta della Cina a questo errore sembra andare nella direzione di “più mercato” e “più liberalizzazione”, una scelta che li porterà nel baratro insieme al resto del mondo.
Ma tornando a noi oggi la più grande crisi in atto non è più quella dell’Eurozona, con il caso Grecia ancora fresco nelle cronache quotidiane, ma è quella cinese, con il crollo della Borsa valori di Shanghai e lo scoppio della bolla finanziaria. Gli eventi in Cina hanno scatenato un’ondata globale di crollo dei mercati azionari, e saranno sicuramente la causa del peggioramento ulteriore delle condizioni dell’Eurozona: a causa di cosa? Proprio a causa del modello sottostante la moneta unica, come vi spiego ora. Come ci hanno insegnato (o meglio imposto) Merkel, Draghi, Juncker & Co., la strategia di crescita dell’euro e dell’eurozona è basata su un aggiustamento al ribasso dei costi (del lavoro soprattutto) e dei prezzi, la tanto amata svalutazione interna, per aumentare la competitività e quindi rendere i prodotti europei più appetibili all’estero. Ma l’errore madornale di questa strategia, che la miopia consapevole e criminale dei leader europei non vuol vedere dal 2009, è che questa strategia dipende esclusivamente dalla domanda esterna, perchè è una strategia di crescita basata solo sull’export. Il fallimento di questo approccio è ormai chiaro a tutti, tecnici e profani, ma i criminali di Bruxelles continuano imperterriti. Anche un bambino capirebbe che in un mondo affetto dalla crisi, in cui la Cina, un mercato da 1.5 miliardi di consumatori, crolla sotto i colpi dello scoppio di una bolla finanziaria e immobiliare, è folle basare la propria crescita sulla svalutazione interna e sulla domanda esterna. Esempio lampante di questo fallimento è sicuramente la Finlandia, Paese percepito come uno dei virtuosi dell’Eurozona, che sta crollando a colpi di inutile svalutazione interna. La miccia è accesa, prepariamoci al peggio…e forse a settembre la Federal Reserve alzerà i tassi d’interesse, facendo definitivamente scoppiare un altro bubbone: il debito degli Emerging Markets”.
Marco Zanni, M5s Europa