Passaparola: Dirigenti #RAI, fregatevene dei politici! di Lucia Annunziata


I partiti sono dentro la RAI. Nominano, licenziano, fanno, disfano, ricattano. Possono farlo perché la legge lo consente. La RAI va riformata togliendo la possibilità di ingerenza dei politici. I dirigenti devono essere nominati per merito, per la capacità di realizzare prodotti di successo e valutati in base a questo, non per appartenenza o vicinanza politica. Il Blog ha intervistato nel merito Lucia Annunziata, ex presidente RAI ed ex direttrice del TG3, che testimonia come ha vissuto in prima persona le pressioni politiche durante il suo periodo di dirigenza. Secondo lei, per allontanare la politica dalla RAI, i dirigenti RAI per primi devono essere capaci di realizzare prodotti validi e soprattutto di difenderli dai partiti. Lo faranno? Freccero aveva provato a farlo, come ci ha ricordato, i suoi prodotti erano di successo e di qualità, ma è stato cacciato. Oggi non si vedono “cuor di leone”. La parola all’Annunziata che ci racconta anche di quell’intervista a Casaleggio… Buona visione.

Blog: Lei è l’unica conduttrice tv che ha incontrato e intervistato Gianroberto Casaleggio. Che impressione le ha fatto?

Lucia Annunziata: Sono l’unica giornalista televisiva a cui è stato dato il privilegio d’intervistare Casaleggio. Dico “privilegio” perché uno scoop è uno scoop. L’impressione che mi ha fatto era esattamente quella che mi aspettavo, cioè un uomo molto singolare, “a parte“, molto interessato ai grandi ragionamenti. Quello che non mi aspettavo è una sua forma di timidezza molto forte, che non è male in una persona così.

VIDEO: Quell’intervista a Casaleggio

Il ruolo di Gianroberto Casaleggio nel MoVimento 5 Stelle non mi è chiaro, perché non conosco bene la struttura del MoVimento che è molto libera da una parte, e d’altra parte invece è molto organizzata ormai nella sua compagine parlamentare. Credo che l’importanza di Casaleggio sia quella di avere, nel MoVimento, un pensatore che pensa “largo“. Non è male che sia una persona così fuori dagli schemi, rappresenta una leadership che non vuole entrare nella politica tradizionale, quindi posso giudicare solo da un punto di vista simbolico: da un punto di vista simbolico è perfetto.

VIDEO: L’Annunziata sulla riforma RAI del governo

Blog: Beppe Grillo nel 2008 l’ha messa al centro di una polemica relativa a dei compensi ENI esagerati (parliamo di due compensi da 150 mila euro l’uno), le va di parlarne?

Lucia Annunziata: Beppe Grillo mi ha accusato nel 2013 di aver preso dei compensi dall’ENI mentre ero direttore del TG3. Io a questa critica ho già risposto pubblicamente. Ripeto qui con la stessa chiarezza. Sono stata direttrice del Tg3 dal 1996 al ’98. La mia collaborazione con l’ENI è cominciata nel 2008 ed è finita nel maggio del 2012. Tra il 2008 e il 2012 io ero una libera professionista, ho fatto questa, e facevo altre collaborazioni editoriali, ero a partita IVA. Non mi vergogno di avere fatto questa rivista su cui peraltro ero l’editor per la versione inglese. La rivista Oil, ripeto, la rifarei perché è una rivista che è stata editata in italiano ed in inglese con Foreign Policy e col Washington Post. Se questa è una vergogna, io non credo. Il conflitto di interessi: se l’avessi fatto tutto questo nel 2013 sarebbe stato ovviamente “mortale“, però credetemi, uno non fa il giornalista tanto tempo come me senza stare attenta a queste cose.

VIDEO: Perché l’Annunziata ha lasciato la presidenza RAI

Blog: Riforma RAI del governo: dal 13 marzo 2003 al 4 maggio 2004 e’ stata presidente RAI. Poi ha rassegnato le dimissioni. Quale è la sua opinione in merito alla riforma RAI voluta dal governo? Che ne pensa della proposta riforma RAI del M5S?

Lucia Annunziata: Nel 2003/2004 sono stata Presidente RAI in una fase molto complicata, ero l’unica Presidente di garanzia con una maggioranza a quattro che era tutta del governo, allora tenuto da Silvio Berlusconi. Io mi sono dimessa sulla Legge Gasparri. legge che peraltro la sinistra ha seguito per tantissimo tempo. Quindi sono convinta che sia arrivato il momento di una riforma. Sulla riforma: tutto quello che porta la politica fuori dalla RAI va benissimo, la Gasparri riportava non solo la RAI in mano alla politica ma addirittura in mano alla Commissione, quindi rompeva qualunque forma di separazione. Secondo me non si è ancora trovato il sistema. So che voi come M5S avete avuto questa idea di ispirarvi alla BBC che è ancorata intorno ad una fondazione. Ma siamo seri: avete capito cosa sono le fondazioni in Italia? In un momento in cui sono in crisi, perché le stesse fondazioni sul territorio sono il Cencelli del Cencelli, la politicizzazione della politicizzazione. Io ho solo paura che se diciamo che ci vuole una fondazione che garantisce la RAI mettiamo in piedi un ulteriore meccanismo complicato di più posti per la politica e non meno.
La presenza della politica in una TV pubblica va risolta, questo è il nodo in Italia. Ma fatemi dire una cosa controcorrente: la politica è l’editore della RAI: Allora non bisogna essere velleitari, bisogna capire che c’è un nodo molto forte, perché ci si può separare dal proprio editore? Io ho fatto vent’anni di RAI, sono stata dipendente solo per due anni in RAI, io sono a partita IVA in RAI ed ho un contratto biennale o triennale che viene rinnovato.
La vicenda RAI con la politica non ha facili soluzioni. Ce n’è una sola ed è la volontà dei dirigenti RAI di difendere il prodotto che fanno rispetto alla politica. Probabilmente ci sono due sistemi per migliorare la questione della RAI: uno: cambiare la governance, e il secondo: avere una governance, un po’ come le Corti Costituzionali, che scavalla i governi. Cioè, che i vari CdA RAI non siano mai espressi dallo stesso governo, che non coincidano con le legislature. Questo secondo me è già molto importante.
Per quanto riguarda il cambio della governance sono a favore di nominare in RAI un Amministratore Delegato. Oggi abbiamo un Direttore Generale che ha insieme compiti di prodotto e di sviluppo. Come potete immaginare, chi deve tagliare e deve fare accordi industriali, non può anche fare il prodotto e difendere il prodotto. Penso che mettere un AD sia un’operazione di trasparenza.
Dalla riforma del governo da poco presentata viene fuori che tre persone saranno nominate dal governo. Tre persone sono nominate dal governo anche adesso! Il Presidente, il Direttore Generale e il consigliere del Tesoro. Queste persone devono essere nominate per le loro capacità di difendere il prodotto, non per le loro capacità di essere nominate dal governo. Detto questo, son d’accordo sul punto M5S di mandare dei curricula e di scegliere a seconda dei curricula le storie delle persone per posti così importanti.

Blog: Cosa avrebbe fatto se fosse stata direttore del Tg1 nell’ultimo anno?

Lucia Annunziata: Se fossi stata il direttore del Tg1 avrei dato più voce di quanto è stato fatto, alle dissidenze interne del Partito Democratico, ma in generale anche all’opposizione. L’opposizione è un po’ sotto rappresentata nei TG, però mi spiego anche perché. Succede perché i TG sono spessissimo la pura registrazione di quello che succede. Per cui se un partito parla tanto, vedete, quando c’era Berlusconi parlava, esiste un’incapacità dei TG di andare oltre la registrazione della notizia quotidiana.

VIDEO: 300 mila euro dall’Eni: la versione dell’Annunziata

Spessissimo l’opposizione non ha voce perché sta facendo una cosa da un’altra parte, quindi se si usa solo quello che succede non si arriva a dare una rappresentazione complessiva. Io sono stata accusata spesso nella mia trasmissione di non dare sufficiente spazio al centrodestra, è ovvio che poi alla fine nel nostro mestiere ci portiamo sempre ognuno di noi delle imperfezioni. Lo confesso: ho una mente tarata verso alcuni dibattiti e non altri. Su questo non vorrei andare addosso a nessuno, è un lavoro complicato in cui nessuno è senza pecche.
Ci sono molti osservatori internazionali che studiano la questione della libertà di stampa, che pongono l’Italia agli ultimi posti tra le nazioni che godono di un sistema di libertà di informazione. Le ragioni di questo sono state discusse da sempre nel mondo giornalistico, e nessuno nega che nei giornali, nella RAI, in tutte le strutture in cui si lavora pesa l’editore. Da un certo punto di vista l’editore pesa perché naturalmente ci mette i soldi, e quindi pesa sempre: la Fox è di destra, la BBC è più pro governativa, insomma l’editore pesa sempre. Quello che succede in Italia è che gli editori pesano di più perché non c’è un’editoria pura. Cioè, l’Italia è uno dei pochissimi casi, e forse l’unico caso, in cui i padroni dei giornali e dei media hanno tutti altri interessi industriali.

Blog: Durante la sua lunga carriera ha mai subito pressioni politiche? se si’: ci puo’ spiegare perchè e come si e’ comportata?

Lucia Annunziata: Nella mia carriera ho ricevuto varie pressioni politiche. Faccio un esempio: ho fatto il direttore del TG3 quando c’era l’Ulivo, nel ’96. La mia esperienza era questa, avevo due telefonini, di solito uno era il mio e il secondo di lavoro. Appena partivano i titoli del TG3 arrivavano le telefonate, sui titoli! Da Palazzo Chigi, da altri posti, il deputato, che naturalmente si incazzavano addirittura sul titolo. Naturalmente un direttore sa che questa è la situazione, lo sa sempre. La mia risposta è stata sempre quella: “Ho fatto questo titolo perché questo è quello che è successo.” Io mi posso ricordare di una cosa in particolare, quando fu speronata la prima nave dalla Marina Militare, e che andò a fondo, la prima nave di profughi, nel ’97 credo, un caso enorme. Noi uscimmo “speronati“. E naturalmente ci fu “Hai usato il termine speronati!” e io potetti dire, la ricostruzione dei fatti dice “speronati“. Quelli non sono andati a fondo da soli. Dopo di che, forse potete dire che molti miei incarichi direttoriali non sono durati tanto, sarà per questo, non sarà per questo. Nessuno è completamente indipendente di testa, perché poi ci sono le simpatie politiche, ci sono tutta una serie di cose. Però, il giornalismo ha gli strumenti per essere indipendente, e sono i fatti.

Blog: Nella direzione dell’Huffington Post riceve pressioni politiche, visto che collabora con l’Espresso di De Benedetti?

Lucia Annunziata: Vi domandate se sto ricevendo pressioni anche come Huffington Post (HP) tenendo conto che l’Huffington Post è alleato con De Benedetti. L’HP ha il 51% e De Benedetti il 49 e, quindi non solo l’Huffington Post ha il potere di nominare il direttore ma anche il potere di orientamento. Devo dire che gli americani, secondo quello che è il loro stile, badano alla correttezza generale. Non hanno nessunissimo interesse ad entrare in una vicenda politica piuttosto che un’altra, gli interessa solo che sia una struttura libera il giornale, di accesso libero. Per quanto riguarda il mio rapporto con de Benedetti è una persona che io stimo tantissimo e di cui mi considero amica, sia chiaro.

VIDEO: Il rapporto con De Benedetti

Per dirvi: quando l’HP è partito, c’erano le primarie del Pd. Repubblica era con Bersani e noi eravamo invece con il futuro premier. Giro successivo, diventa premier e noi siamo diventati molto critici su di lui, Repubblica ha dei toni infinitamente più diciamo comprensivi rispetto al presidente del Consiglio. Alla fine, il giornalismo è bello per una cosa: ci metti la faccia, ci metti la firma, e tutti quanti possono verificare che cosa hai fatto. Infatti ogni tanto quando abbiamo polemiche, ho degli insultatori appassionati, io dico: “Io faccio questo, e lei su che base fa le sue critiche?