Passaparola: La violenza dell’editto bulgaro, di Carlo Freccero #RAI


Naturalmente un grande saluto agli amici, anzi ai matti del blog di Grillo. Sono sicuro verrò sezionato, tagliato, discusso, insultato ma questo mi fa molto piacere perché amo sempre in qualche modo, le battaglie, non amo mai il consenso, per cui vi saluto tanto con molto affetto, con molta passione e soprattutto ricordate che sono ligure, sono un po’ stondaio per cui essere in qualche modo aggredito mi piace, seconda cosa cerchiamo di confrontarci, sono sicuro che qualcosa può uscire di buono!” Freccero

Blog: Nel 2002 Berlusconi l’ha cacciata dalla RAI con l’editto bulgaro. Come ha vissuto quegli anni?
Freccero: Sì, l’editto bulgaro è stata una forma proprio di prepotenza, arroganza. Se ci fosse stato Internet forte come oggi, con la Rete forte come oggi, l’editto bulgaro sarebbe stato ridicolizzato, non sarebbe stato possibile, dopo un secondo sarebbe scoppiata una rivolta. È chiaro che è stata una cosa veramente molto violenta perché ho subito delle cose terribili. A mezzanotte dopo l’intervista formidabile che Luttazzi fa a Travaglio, mi chiamano tutti quanti dicendo: “La tua carriera è finita!” Devo dire anche che ho sempre capito che la televisione bisogna farla come se fosse l’ultimo giorno. Se tu cominci a fare la televisione come un lavoro in banca non fai mai niente di nuovo, quindi ho detto: “Vedremo un po’“. Comunque ricordo la violenza fu veramente fortissima e devo dire che la cosa che mi ha impressionato di più è come anche una parte del centro-sinistra fosse veramente complice di questa cosa.


Freccero: Dopo l’intervista di Luttazzi a Travaglio mi chiamarono dicendo: “La tua carriera è finita!

Blog: Quando lei era direttore di RAI2 giravano moltissimi personaggi forti (Guzzanti, Luttazzi, Santoro, Fazio, Chiambretti); alcuni sono scomparsi, altri si sono riciclati. Di fatto in tv oggi non si fa satira, non c’è dibattito. In Mediaset sappiamo che decide Berlusconi, nella sua RAI chi comanda? Chi prende le decisioni? Ci spiega come funziona?
Freccero: Perché la RAI è un’azienda, un’azienda industriale, dove il padrone non si vede ma c’è! E’ un’azienda come fosse la FIAT, ci sono alcune reti che possono svolgere alcune funzioni, però il pensiero critico non deve esistere. Ti sembra normale che non c’è mai una voce dissonante in RAI? E se disturbi… l’esempio clamoroso: Il presidente del Consiglio non ha bisogno di mettere le mani sulla RAI: sono già tutti allineati! È una cosa insopportabile perché poi chi lavora, proprio perché è un’azienda industriale, sa che il suo datore di lavoro e il suo referente sono la politica, per cui si autocensura, si somatizza il potere inconsciamente. E’ veramente insopportabile questo clima che c’è. Me ne sono reso conto, più la mia opposizione diventa appariscente e più gli inviti si allontanano, ma fai paura, non puoi dire fascista ai leghisti, ma come non lo posso dire? È una cosa spaventosa questo sistema di autocontrollo che hanno.

Blog: Molti personaggi “cacciati” dalla tv hanno trovato spazio e visibilità sul web. Come sta cambiando la comunicazione mediatica? Che tipo di pubblico guarda oggi la televisione generalista? Come si insidia la politica nei palinsesti televisivi?
Freccero. Quando parlo di futuro nei vari media lo analizzo come tendenza e vedo cosa avviene in un paese come l’America. Lì si sta affermando sempre di più la video on demand, la televisione in qualche modo si trasforma come la Rete, scelgo quello che voglio. E la video on demand naturalmente riguarda un pubblico che ha competenza mediatica, che sa scegliere, che ha una sua cultura antropologica, che ha i suoi interessi, i suoi gusti, un suo stile di vita. La cosa terribile è che c’è una forma di frattura sempre più forte tra il pubblico competente e il pubblico che non ha competenza. La televisione fotografa molto bene questa frattura sociale, culturale: da una parte un pubblico che viaggia nell’ibridazione dei media, nella convergenza mediatica e dall’altra parte un pubblico che rimane lì attaccato, è il pubblico della soap opera “Il Segreto” che fa al pomeriggio 35%, che in prime time fa il 17%, è il pubblico delle fiction di RAI 1 dove ci sono sempre preti, suore e frati, lo capite? È il pubblico due persino Costanzo riprende a lavorare e fa il 6%! E lì la politica gode! Ecco che la politica ha un terreno fertilissimo! Capisco molto bene che su questo pubblico il presidene del Consiglio che è il Berlusconi 2.0 è la continuazione di Berlusconi, più moderna, più attuale ma è uguale identico, non c’è differenza, è per questo che già dall’inizio l’ho attaccato, non ho mai avuto un’ombra di dubbio, l’ho visto subito, è nato negli studi televisivi di Mediaset, lui, come Salvini, sono “les enfant de la telé” , sono figli di questa cultura. E tutto il pubblico nuovo scomparso è sulla Rete, su Sky, su Mediaset Premium, su un altro tipo di televisione. Quindi già questo primo elemento è preoccupante.


Freccero: “Nella televisione generalista è rimasto il pubblico più anziano, giovani e colti sono in Rete e guardano la tv on demand”

Blog: Abbiamo chiarito che la politica controlla la tv. Se da una parte abbiamo la tv che va incontro a una lenta morte e dall’altra assistiamo all’esplosione della Rete: come si comporteranno per raccogliere consenso elettorale? Per fare propaganda?
Freccero: Si pone a livello molto più sottile, ecco perché m’interessa molto questa cosa. Pensa l’importanza che ha oggi Google, nel senso che si colloca attraverso l’idea di consumo, ti obbliga in qualche modo, ti conduce… Creo degli algoritmi e in qualche modo dei percorsi. Se tu per caso vai a fare una ricerca sulle tue diete il giorno dopo avrai sempre su Google guarda la tua pancia e diminuisci di peso! In qualche modo sei guidato, in qualche modo hai dei percorsi narrativi che ti impone la Rete stessa, quindi la politica lì si muove attraverso i consumi che fai. L’ho già studiato un po’ con Obama etc., come attraverso i consumi arrivano gli spot pubblicitari politici. Se hai un Suv sei di una certa idea, se vedi certi consumi, lì si muove a un livello di algoritmo, sottilissimo, straordinario. In televisione si può dire tutto e il contrario di tutto è incredibile che non ha memoria, è un flusso, nella Rete no! La Rete ha memoria, la Rete è straordinaria, schiacci un bottone ed esce fuori tutto, è terribile e lì ti incastra è una cosa veramente formidabile. La Rete conserva tutto, invece la televisione è proprio un flusso, cancella tutto.

Blog: Dopo tanti anni passati in RAI ha partecipato a molti cambiamenti. Quale è la sua opinione sulla riforma della RAI del Governo?
Freccero: La riforma della RAI è molto semplice, è una riforma che non esiste, tipico… Il solito format: annuncia una riforma, il fare, faccio un effetto speciale dico che la riforma è pronta etc.. Poi di fatto non c’è nulla! L’amministratore delegato è eletto dall’esecutivo, quindi è molto peggio di quello che c’era prima, una volta c’era il Parlamento, era legato al potere legislativo, qui all’esecutivo. Eliminare ogni mediazione, c’è un bisogno di potere incredibile, di poter comandare da soli. Il Consiglio di Amministrazione conta sempre meno e quindi non c’è niente di nuovo. poi non si pone mai una riflessione su cosa deve essere, che missione debba avere il servizio pubblico, non c’è scritto niente. Si rischia che tutta la RAI sia legata al potere esecutivo. Quindi per favore non esiste e quello che c’è: è spaventevole!

Blog: E la proposta del M5S sulla riforma RAI le piace?
Freccero: La cosa che accetto nel progetto Cinque Stelle è che il curriculum vitae sia fondamentale, che sia tutto trasparente, poi dite questa cosa per evitare quest’ultima fase che ho detto che poi dite, quando ci sono 5/6/7/8 dossier che rispettano le regole, si sorteggia. Il sorteggio mi lascia delle perplessità. Secondo me bisogna scegliere. Il nuovo amministratore delegato dovrà rappresentare non solamente un curriculum vitae, ma anche un progetto di cosa fare della televisione pubblica e un progetto che va dall’editoriale, al finanziario, al pubblicitario etc., credo che sia questo, il presentare non solamente chi ha il curriculum vitae adatto, deve presentare il dossier e il dossier pubblicamente deve essere deciso, questo secondo me è il criterio più giusto .

Freccero: Mi raccomando passate parola anche se non siete d’accordo: passate parola!

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