La riforma RAI del M5S

Si ringrazia ancora Enrico Mentana per aver approfondito con un Passaparola sul Blog il tema dell’informazione e delle ingerenze dei partiti su di essa. Si specifica che la proposta di riforma RAI del M5S è molto determinata e ha un obiettivo preciso: fuori i partiti dalla RAI
“La proposta del Movimento 5 Stelle ha un obiettivo preciso: riformare la governance della Rai sostituendo interamente l’articolo 49 della legge Gasparri (ora Testo Unico). Si tratta di una proposta completa e definita rispetto alle finalità che persegue. Modificare radicalmente la governance sostanzia un’idea precisa e innovativa di servizio pubblico radiotelevisivo. La composizione e le modalità di nomina del consiglio di amministrazione della Rai, infatti, si riflettono a cascata sulle scelte strategiche ed editoriali dell’azienda. È il primo passo di un percorso che porterà al superamento definitivo della legge Gasparri.
Non c’è dubbio che una riflessione approfondita sul senso del servizio pubblico sia necessaria: che cos’è servizio pubblico? Quali devono essere i principi e gli obiettivi da tradurre in pratica nel contratto di servizio? Serve però un dibattito ampio, profondo, che coinvolga non solo il Parlamento, ma anche e soprattutto la cittadinanza, nell’ambito di una consultazione pubblica vera, sull’esempio di quanto avvenuto nel Regno Unito con il rinnovo della Royal Charter.
Siamo consapevoli di questa priorità, lo abbiamo ben spiegato nella relazione che accompagna la nostra proposta. Ma l’imminente scadenza del CdA ci ha imposto di concentrarci innanzitutto sulla governance, la cui riforma radicale potrebbe aprire da subito una nuova fase, una nuova stagione.
Noi proponiamo un CdA ridotto a 5 membri che operano a tempo pieno, senza collegamenti con il sistema dei partiti, in grado di avere una visione di lungo periodo del servizio pubblico. Queste linee di rinnovamento permetterebbero alla concessionaria di affrontare, in piena indipendenza, le sfide imminenti.
I legami con il potere politico vengono spezzati da una procedura che si fonda sul merito (esperienza professionale) e su precisi requisiti dei candidati. L’estrazione dei consiglieri avviene nell’ambito di una rosa che è già composta da persone idonee a ricoprire quel ruolo. Una volta estratti, in ogni caso, i consiglieri dovranno discutere la propria idea di servizio pubblico in un’audizione presso le commissioni parlamentari competenti, che potranno esprimere un parere sfavorevole.
La visione strategica è invece assicurata da un CdA che rifletta e metta in sinergia competenze e professionalità diverse. Se non vuole essere superata dai nuovi attori del mercato audiovisivo (come ad esempio Netflix), la Rai dovrà ridisegnare completamente, da qui a cinque anni, la propria offerta. La qualità del prodotto audiovisivo, la sua fruizione attraverso i diversi dispositivi, la possibilità di commercializzarlo all’estero: queste sono le sfide più urgenti. Per tali ragioni, riteniamo che ad amministrare questa azienda non possano essere soltanto i manager con competenze economico-giuridiche, ma anche gli autori dei programmi, cioè coloro che creano il prodotto, e infine chi è in grado di sfruttare al meglio il processo di convergenza tecnologica tra i mezzi di comunicazione per diffondere i contenuti. Con la nostra proposta di riforma, tutti questi obiettivi potrebbero essere immediatamente raggiunti.
A quel punto, sciolti i nodi dell’indipendenza e di una nuova visione strategica, saremmo pronti per affrontare con maggiore efficacia anche il discorso di una Carta dei principi del servizio pubblico radiotelevisivo.” Roberto Fico