#Passaparola: La scomparsa di Ettore Majorana, di Salvatore Majorana

Salvatore Majorana – Buongiorno sono Salvatore Majorana è un piacere ricordare oggi con voi una figura che per me è molto cara: quella di un mio prozio Ettore Majorana, dal punto di vista evocativo e di ispirazione, che per ragioni anagrafiche evidentemente non posso che aver conosciuto solo dai racconti di famiglia e da ciò che ho letto e da ricerche che ho fatto

Blog – Quando Ettore Majorana scomparve prendendo un piroscafo da Napoli a Palermo, lasciò due lettere, una alla famiglia, un’altra ad un amico, entrambe dichiaravano il proposito di suicidio. Era il 1938. Oggi nel 2015 si ipotizza che sia stato visto in tempi recenti in Venezuela e in Argentina. Qual è la sua opinione? Fuga o suicidio? Enrico Fermi disse di Majorana “Con la sua intelligenza, una volta che avesse deciso di scomparire o di far scomparire il suo cadavere, ci sarebbe di certo riuscito

Salvatore Majorana – Sono convinto che Ettore si sia voluto sottrarre alla quotidianità di quei giorni, non credo al suicidio, ho letto anch’io della ricostruzione fatta dalla Procura recentemente su un avvistamento in Sudamerica, mi sembra una ricostruzione un po’ forzata, basata sulla comparazione di due fotografie fatte in tempi molto diversi e di qualità ridotta. Con ciò non escludo che possa essere andato in Sudamerica o andato da altre parti, trovo difficile pensare che si sia voluto uccidere. La sparizione di Ettore avviene in un periodo in cui cominciano le grandi migrazioni, è un periodo turbolento, siamo a cavallo della Seconda Guerra Mondiale e è evidente che muoversi in quel contesto poteva essere fatto anche senza lasciare grandi tracce, siamo lontani da Internet, dai telefonini, le carte di identità venivano scritte a penna, credo che un’intelligenza come quella di Ettore avrebbe avuto tutti gli spazi per trovare la via del silenzio nella sua sparizione, cosa che immagino abbia fatto.
Mi fa piacere ritornare sulla figura di Ettore, per mettere l’accento un po’ sulla figura dello scienziato, dell’attività, di ciò che ha creato in quanto scienziato, piuttosto che sui toni da telecronaca degli ultimi tempi. In realtà, pur essendo affascinante la sparizione, è ancora più affascinante entrare in quello che è stato il lascito scientifico di Ettore e le potenzialità che la sua attività avrebbe avuto e sta dimostrando di poter avere nella vita di tutti i giorni nel futuro. Considerato che quando Bohr teorizzava la struttura dell’atomo vincendone un Nobel, già Ettore ragazzino diceva che quella struttura non era sostenibile e ciò venne dimostrato successivamente, quando Heisenberg di nuovo viene premiato per la sua formula di indeterminazione che riguarda parte della struttura dell’atomo. Ettore che lavora con lui, ne corregge la formula e viene dallo stesso Heisenberg invitato a pubblicare una formula che corregge la formulazione originale di Heisenberg. Stupendosene (Ettore) scrive a un parente “Mi sorprende che lo stesso Heisenberg mi invogli a scrivere un articolo che corregge e quindi sottolinei un suo errore“. Quando viene bandito il posto a cattedra a Napoli per il quale si voleva assegnare a Majorana una cattedra per il merito gli si chiese si pubblicare qualcosa che aveva nel cassetto perché era un po’ che non pubblicava… Dovete sapere che gli si attribuisce una frase “il calcolo è bello per il piacere che ti dà risolverlo” vale a dire, aveva già da subito la percezione che i calcoli, gli studi e le formulazioni che venivano dal suo lavoro, potessero essere utilizzate per fini, probabilmente non sufficientemente nobili dal suo punto di vista. Mi piace ricordare che quando quindi pubblicò il suo lavoro e per alti meriti gli fu assegnata la cattedra di fisica a Napoli. Quel lavoro fu compreso 30 anni dopo, era la formulazione delle equazioni finite variabili, la sua ipotesi sulla particella di Dirac.

Blog – Majorana è stato un fisico teorico che si è occupato di fisica nucleare e di meccanica quantistica relativistica. Ha lavorato con Fermi e con Heisenberg. E’ probabile che sapesse che la costruzione delle bomba atomica era possibile in tempi brevi e che questo pensiero possa averlo ossessionato. Sciascia nel libro “La scomparsa di Majorana” divide gli scienziati che si occupavano della bomba atomica in uomini liberi e coloro che, per ragioni oggettive non potevano esserlo e che quindi ricadevano nella categoria degli schiavi. Entrambi però erano costretti a costruire questo strumento di morte assoluta. Majorana di fronte alla costruzione della bomba atomica, di cui Fermi fu il padre indiscusso a Los Alamos, avrebbe potuto rifiutarsi? Può essere questo il motivo della sua scomparsa? Il sottrarsi a questa scelta? Il dover scegliere tra Hitler e la bomba?

Salvatore Majorana – Teniamo presente che Ettore viene da una famiglia che ha sempre avuto un fortissimo collegamento con la vita quotidiana, con la vita politica, con la vita economica e legale di questo Paese e certamente aveva una cultura capace di leggere nelle pieghe della storia e un’abitudine a guardare 2, 3 o forse 10 passi avanti alla media. Non credo quindi che lui abbia ricevuto dirette pressioni in relazione al suo lavoro, ma credo che abbia anticipato eventuali possibili pressioni e si sia voluto sottrarre all’ipotesi di poterle subire.

Blog – Morto o vivo, riparato in un convento francescano, come si ritenne all’inizio, o riparato in Sud America, Majorana ha ottenuto comunque il suo obiettivo che era quello di scomparire. La famiglia in tutti questi anni ha mai avuto dei contatti/notizie anche indiretti con Ettore Majorana, a sua conoscenza?

Salvatore Majorana – A mia conoscenza no, non credo ci siano stati contatti diretti con Ettore in questi anni, ci sono state lunghe ricerche, ma ritengo che non vi siano stati contatti diretti.

Blog – Qual è secondo lei la maggior eredità dal punto di vista scientifico lasciata da Ettore Majorana?

Salvatore Majorana – Forse non sono la persona più indicata nonostante mi occupi di attività scientifiche nella vita quotidiana non ho una competenza specifica sulla struttura della materia, detto ciò ho la sensazione che da quanto mi raccontano, i suoi studi sulla struttura della materia e antimateria sui fermioni di Majorana e quant’altro potranno avere un impatto vero nella vita di tutti i giorni, sperando che siano la soluzione ai prossimi supercomputer, magari! Non sono sicuro di avere la chiave per interpretare il lavoro di Majorana in particolare aggiungendo novità a quello che è stato già scritto, mi piace molto la figura di Ettore in quanto ha raccolto l’affetto, la stima e l’ammirazione di persone di una grande competenza. Mi fa piacere riporre al centro sotto i riflettori di nuovo la figura scientifica, il contributo alla scienza che Ettore ha portato, piuttosto che invece in contributo alla cronaca che potrebbe avere la comparazione di due fotografie, questo sì! ì Ci sono degli aneddoti simpatici sulla figura di Majorana per cui si racconta che quando da ingegneria fu portato a conoscere Fermi che aveva appena costituito il corso di fisica a Roma, Fermi gli sottopose un problema che aveva risolto numericamente per tentativi e quindi aveva trovato una matrice di stati di energia di una certa configurazione della materia e gli racconta quale fosse l’obiettivo di quel corso, Ettore dà un’occhiata a quel foglio cosparso di numeri e va a casa, il giorno dopo torna dal professore e gli chiede di poter dare un’occhiata di nuovo al foglio che gli aveva mostrato il giorno prima; lo guarda con attenzione e poi gli dice: “Giusto!” Aveva rifatto i conti a casa, aveva risolto analiticamente non numericamente la stessa formula, e a quel punto decise che il professore era un professore valido, passa a fisica. La figura di Ettore era in qualche modo un po’ scollata dalla quotidianità, cercava un confronto con figure che fossero all’altezza di reggere un confronto su quei temi, Fermi era uno di quelli, di lui poi disse: “Ci sono dei geni che sono al di sopra della media e tra questi vi è Ettore Majorana”. Non credo quindi che a un cervello del genere, a una capacità del genere io riesca a aggiungere commenti che ne diano ulteriore colore, la sua vita si racconta da sola! Se posso lasciare un messaggio a chi ci ascolta e ringraziando fin da ora della possibilità di farlo, ricordate Ettore per il contributo scientifico come un uomo retto, che amava follemente quello che faceva e cioè risolvere problemi matematici e conoscere la natura e che aveva voglia di utilizzare a fin di bene questo tipo di analisi. Ritengo che la sua sparizione sia stata un po’ la conseguenza di questo suo carattere molto retto e molto integerrimo in questo senso, passate parola! Grazie.