#Passaparola: Expo, la fiera della corruzione – di Gianni Barbacetto

Il Passaparola di Gianni Barbacetto, autore assieme a Marco Maroni di “Excelsior – Il gran ballo dell’Expo” Ed. Chiarelettere

“Ciao a tutti gli amici del blog di Beppe Grillo, oggi parliamo di Expo. Mancano ormai poche settimane all’apertura dell’evento, il cantiere è ancora indietro, paga i ritardi che sono stati fatti in questi 6 anni di attesa, di questi almeno 3 sono stati persi perché i politici hanno litigato tra loro per decidere chi comandava, chi governava l’evento, chi distribuiva i soldi.

Appalti e deroghe
Negli ultimi 3 anni è stata fatta una corsa pazzesca per realizzare davvero l’evento, realizzarlo con molti sprechi, molte gare fatte in deroga, in deroga di almeno un’ottantina di articoli di vari codici che dovrebbero presiedere alla regolarità degli appalti. Moltissimi soldi sono stati dati a una trattativa privata, senza gara, anche cose importanti, centrali come per esempio i ristoranti. I ristoranti italiani che sono un po’ il cuore dell’evento sono stati affidati a Farinetti senza nessuna gara. Farinetti diventerà colui che decide chi c’è e chi non c’è, quali cuochi, quali ristoranti ci sono e quali non ci sono dentro Expo, una scelta molto importante per qualificare l’evento.

Appalti sotto indagine
Dei molti appalti, quelli affidati con gara regolare, si fa per dire, i 4 principali sono tutti e 4 sotto indagine della Magistratura. Ci sono stati anche degli arresti: sono 18 le persone fino adesso arrestate per cose che hanno a che fare con Expo e sono una sessantina le aziende che sono state escluse dai cantieri perché in qualche modo in contatto con la criminalità organizzata, soprattutto l’ndrangheta. L’Expo che doveva essere la bandiera dell’Italia, dell’Italia che produce, che realizza il meglio di se e lo fa vedere al mondo intero, è diventata la fiera della corruzione. Le inchieste al momento sembrano un pochino rallentate, se non addirittura fermate, è possibile che dopo la fine dell’Expo prendano nuovo impulso, chissà… questo non lo sappiamo, bisogna aspettare cosa succederà.

Le promesse non mantenute
All’inizio su Expo sono stati fatti conti faraonici, si sono promessi investimenti per 15 miliardi, 11 per opere connesse a Expo: autostrade, strade, bretelle etc. e 4 per realizzare il sito vero e proprio. Non sappiamo cosa sarà fatto a consuntivo, se queste cifre sono state rispettate, se saranno in più o se saranno in meno, lo vedranno soltanto alla fine, certamente sono state promesse cose che non verranno mantenute. Non sappiamo quanti saranno i visitatori, la previsione era 29 milioni di biglietti venduti, vedremo, allo stato delle cose non sembra possibile raggiungere questa cifra. Sono state promesse cifre altissime per quanto riguarda l’occupazione, si era promesso che l’Expo avrebbe dato occupazione a centinaia di migliaia di persone, invece allo stato attuale sono poche migliaia.

I costi faraonici a carico dei cittadini
Invece per quanto riguarda i costi e soprattutto chi ha guadagnato, un ragionamento lo si può fare fin da ora e per farlo bisogna spiegare qual è il peccato originale di Expo. È stato scelto dalla politica, sostanzialmente dall’ex Sindaco Letizia Moratti, Sindaco nel 2008 e dall’ allora Presidente della Regione, Roberto Formigoni. È stato scelto come sito per realizzare l’Expo una strana area bislacca alla periferia di Milano, stretta tra un cimitero, un carcere, due autostrade, una ferrovia, un’area agricola inutilizzata e inutilizzabile. Il valore di quell’area era di circa 20 milioni di Euro. È stata acquistata dai privati a 160 milioni di Euro, questo è il peccato originale, perché adesso quei soldi andati ai privati, Fondazione Fiera e gruppo Cabassi, sono stati messi dal pubblico, soprattutto Comune di Milano e Regione Lombardia, in realtà a metterceli davvero sono state le banche, ma Comune e Regione dovranno restituire questi soldi alle banche con gli interessi. Hanno fatto una gara cercando di rivendere questa area dopo la fine di Expo ai privati, una gara per 314 milioni di Euro, nessuno si è presentato, quindi allo stato attuale non sappiamo 1) cosa succederà dell’area finito l’Expo; per cosa sarà utilizzata: 2) non sappiamo se i soldi nostri di Comune e Regione, 160 milioni più gli interessi che sono stati messi torneranno nelle casse di Comune e Regione, questo è il grande peccato originale e potrà essere, se non si troverà il modo di farli rientrare, il grande buco che resterà a carico dei contribuenti, dei cittadini.

Gli sponsor
I soldi che sono investiti per Expo dovranno, almeno in parte essere recuperati con la vendita dei biglietti, le sponsorizzazioni, ci sono le sponsorizzazioni? Sì perché Expo in realtà è diventata anche una grossa fiera, vera e propria perché ci sono i padiglioni della Coca Cola, della Nestlè, delle grandi multinazionali del food and beverage, le quali hanno il loro padiglione e pagano Expo, aiuteranno a rientrare nei conti, ma certo fanno perdere quella che era la vocazione iniziale di Expo: da grande iniziativa sul nutrire il pianeta, diventerà una grande fiera del settore agro- alimentare.

Chi ci guadagna
I conti si potranno fare soltanto alla fine dell’evento, per ora si può già dire chi ci ha perso e chi ci ha guadagnato, a perderci rischiano di essere i cittadini del Comune di Milano e della Regione Lombardia che allo stato attuale non hanno ancora capito come poter rientrare dei 160 milioni più gli interessi, spesi per acquistare delle aree private. Di solito le manifestazioni di questo tipo si fanno su aree pubbliche; a Milano c’erano grandi aree pubbliche possibili, quella di Porto di Mare, per esempio.
Invece chi ci ha guadagnato? Ci hanno guadagnato le imprese che sono sul posto, che lavorano, molte di esse hanno dimostrato alle indagini che hanno vinto le gare truffando, pagando le stecche, circuendo i manager di Expo, tant’è vero che alcuni di questi sono stati arrestati. Ci hanno guadagnato i manager che hanno alti compensi, alcuni di questi manager sono anche stati arrestati, per il resto il Consuntivo finale si potrà fare soltanto a manifestazione finita, aprirà il primo maggio, terminerà il 31 ottobre, dal 31 ottobre in poi si faranno i bilanci.” Gianni Barbacetto, scrittore e giornalista