Le mani di Berlusconi e Renzi su RaiWay e sulla banda ultralarga – parte 1/3

Questa è la prima di tre puntate sulla partita che si gioca sulle antenne della RAI controllate tramite RaiWay. Si parla del futuro della televisione (pubblica e privata) e della banda ultra-larga. Andrea Cioffi, capogruppo M5S al Senato, racconta gli interessi e le parti in gioco.

“Il valore delle azioni Mediaset passa da 1,21 del giugno 2012 ai 4,12 di oggi. Il 12 febbraio Fininvest (holding famiglia Berlusconi) ha venduto 7,80% di Mediaset sul mercato incassando 400 mil di € [non vendevano azioni Mediaset da 10 anni (aprile 2005)].
Nel frattempo la EI Towers (società del gruppo Mediaset) proprietaria delle 2300 torri di trasmissione del segnale digitale lancia un OPAS su Rai Way (società della RAI proprietaria dell’infrastruttura di rete). A fine marzo è previsto un aumento di capitale da 370 milioni di € legato all’operazione. Il Ministero dell’Economia (azionista di maggioranza della RAI avendo nel 2014 venduto il 35% sul mercato azionario) ha ribadito che il 51% resta in mano pubblica. La partita non è, però, ancora chiusa.
Il valore delle 2.300 antenne di Rai Way è importante anche in considerazione del Piano elaborato da Pascal Lamy (ex commissario UE per il Commercio ed ex direttore generale del WTO) che nel settembre del 2014, su incarico dell’UE, ha presentato la proposta di utilizzare la banda 700 MHz (attualmente usata per le trasmissioni radio-televisive) anche per la trasmissione dati sulle reti mobili entro il 2020 . Il piano Lamy, attualmente in fase di consultazione pubblica, è risultato gradito a Mediaset ma non agli operatori di TLC che volevano tempi più rapidi. Se il piano diventasse cogente, l’unione di EI Tower e Rai Way, sotto il controllo di Mediaset, costituirebbe quindi l’unico player in grado di fornire il supporto infrastrutturale agli operatori di telefonia nella banda 700 MHz.
Altra partita complessiva riguarda la “convergenza” tra tecnologie/infrastrutture/contenuti. Tarak Ben Ammar (consigliere Telecom) a dicembre 2014 dichiara: “Telecom come tutte le grandi compagnie di telefonia» ha «bisogno del quadruple, devono fornire telefonia fissa, telefonia mobile, Internet e televisione. Dunque i contenuti saranno necessari. Telecom ha già un accordo con Sky, ne farà uno con Mediaset“. La convergenza tra i vari media porta ad ampliare in modo esponenziale la domanda di banda disponibile. Basti pensare che mediamente ogni sette anni la richiesta di banda è aumentata di 10 volte.
Dal punto di vista infrastrutturale Telecom giocherebbe una doppia partita.
Sul mobile Telecom entrerebbe in gioco mediante le 11.000 antenne di sua proprietà, racchiuse dentro la società INWIT e che Telecom stessa si appresta a quotare in borsa per ridurre in suo debito complessivo. La partita a tre tra Rai Way, TI Tower e Inwit si potrebbe ridurre a due se l’OPAS va in porto e darebbe a Mediaset un forte peso contrattuale in un accordo con Telecom e la potrebbe far diventare il controllore della totalità dell’infrastruttura delle torri.
Sul fisso, e quindi sulla infrastruttura a fibra ottica (banda ultralarga), è in atto lo scontro tutto interno al governo tra chi pensa alla rete in fibra ottica pubblica e chi la pensa privata. La scelta tra i due modelli dovrebbe tendere a superare l’anomalia attuale in cui un arbitro (il proprietario dell’infrastruttura) è anche giocatore (il fornitore di servizi) qual è l’attuale ruolo di Telecom Italia. [continua…]” Andrea Cioffi, capogruppo M5S Senato