Le mani del Pd sulla Rai

“Siamo alle solite. Renzi fa molta confusione, in modo probabilmente premeditato, per la sua consueta propaganda. Secondo il Corriere della Sera il premier si sarebbe stupito della “bocciatura” da parte della commissione di Vigilanza Rai del piano di riforma news proposto dal direttore generale Gubitosi e sarebbe intenzionato a presentare un decreto legge per sottrarre la Rai dalle mani dei partiti e per riformare la governance. Il governo avrebbe smentito. Ma facciamo comunque ordine. La commissione di Vigilanza, espletando una delle sue principali funzioni, ha approvato una risoluzione che non boccia in alcun modo il piano di Gubitosi, ma lo integra in alcuni punti per migliorare il progetto di riorganizzazione dei tg nell’interesse esclusivo del Paese. Questo è il ruolo del Parlamento, che Renzi probabilmente ignora o a cui è allergico. Vi riporto di seguito alcuni passaggi dell’atto di indirizzo della Vigilanza, ricordando, inoltre, che è stato votato anche dal Partito Democratico:

“la commissione ritiene assolutamente necessario:
– incoraggiare l’accelerazione di un processo non più; rinviabile di riforma dell’informazione del servizio pubblico televisivo volta non solo a evitare sprechi e duplicazioni e a promuovere necessarie sinergie tra le attuali testate giornalistiche, ma anche a favorire nel contempo un aumento della qualità e della diversificazione dell’offerta e a consentire una migliore razionalizzazione delle risorse umane della Rai, attingendo quanto più possibile alle professionalità esistenti all’interno dell’azienda, così da ridimensionare il ricorso a risorse esterne;
– procedere ad una revisione del progetto di riposizionamento dell’offerta informativa della Rai nel nuovo mercato digitale con l’obiettivo di garantire il pluralismo e l’identità editoriale delle singole testate giornalistiche e un loro adeguato raccordo con le reti di riferimento finalizzato anche alla valorizzazione di mercato, e ad assicurare un rafforzamento dei principi di oggettività, imparzialità, completezza e lealtà dell’informazione che devono indiscutibilmente connotare il servizio pubblico;
– valutare la possibilità di introdurre per la nomina dei direttori delle testate giornalistiche procedure trasparenti che prevedano la pubblicazione sul sito dell’azienda di un avviso pubblico rivolto sia ai propri dipendenti sia a professionisti esterni alla Rai, cui sia data la più ampia pubblicità. L’avviso pubblico dovrà contenere, tra i requisiti richiesti, il possesso di una pregressa esperienza giornalistica di eccellenza, che attesti la fondata capacità potenziale ad assumere la direzione di una testata giornalistica e dimostri capacità innovative e apertura alle esigenze della modernità. Gli organi competenti potranno poi procedere alla nomina, secondo le vigenti disposizioni normative, sulla base di una valutazione comparativa dei curricula trasmessi”.

Non si può procedere ad una riforma della governance della Rai per decreto legge esautorando il Parlamento in una materia che è propria del Parlamento. Nè eliminare ogni tipo di discussione in questa sede per poter gestire velocemente le nuove nomine del consiglio di amministrazione che dovranno essere fatte da qui a breve. Il Presidente della Repubblica non potrà far finta di niente e sottovalutare questo aspetto. Mattarella dovrà difendere l’autonomia del Parlamento e far rispettare le sue prerogative. In occasione del suo discorso di insediamento sottolineò l’importanza del servizio radiotelevisivo pubblico. Ci aspettiamo che dia seguito a quelle dichiarazioni.
Il MoVimento 5 Stelle si batte da sempre per il pluralismo dell’informazione e per una Rai libera dalle pressioni politiche, libera da quel sistema di lottizzazione che, negli anni, tutti i partiti, da destra a sinistra, hanno attuato. Tutti, tranne il Movimento 5 Stelle Una strada chiara porta ad obiettivi chiari sempre. Renzi fa solo confusione per intorbidire le acque e portare avanti interessi di parte, non certo quelli del Paese. La riforma della governance della Rai del MoVimento 5 Stelle ha come obiettivo quello di spezzare il filo che finora ha legato i partiti alla principale azienda culturale del Paese. La proposta è pronta. E a breve sarà presentata in Parlamento. Avanti!”.
Roberto Fico

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