Beppe Grillo e don Ciotti per il reddito di cittadinanza

Beppe Grillo: Siamo qui! Abbiamo preso contatto con l’associazione di Don Ciotti, abbiamo parlato di reddito di cittadinanza di povertà e siamo assolutamente d’accordo su questi punti: la povertà deve essere considerata un reato e combattuta con certi sistemi! Stiamo definendo come portare avanti il reddito di cittadinanza, le modalità, insieme perchè siamo assolutamente d’accordo per fare qualcosa in questo senso. Per scardinare questa povertà che aumenta, dieci milioni di famiglie, gente che inizia ad andare a fare la fila alla Caritas , famiglie intere! Non riesco più a capire, non possiamo più restare lì a guardare e vivere in un Paese così. Io non ci riesco a vivere in un Paese così.
Lui conosce questo contesto da una vita e conosce la povertà molto meglio di me, sentirmi dire che è sulle nostre idee e noi siamo sulle loro idee è una grande soddisfazione. Sono felice di averti ritrovato.
Don Ciotti: Dieci milioni di persone in povertà relativa e sei milioni in povertà assoluta, milioni di persone senza lavoro, due milioni e mezzo di giovani che non studiano e non lavorano. C’è anche una povertà culturale impressionante: sei milioni di analfabeti con l’analfabetismo di ritorno, siamo agli ultimi posti per la dispersione scolastica. Non si può perdere tempo! E allora il diritto di dare delle condizioni di libertà e di dignità alle persone, è un problema di dignità. Non si può perdere tempo! E quindi Libera con le sue associazioni così varie e variegate ha messo al primo punto di Contromafie il reddito di cittadinanza! Non lo ha messo a caso, perchè lotta all’illegalità, alla corruzione, alle mafie, vuol dire creare delle condizioni proprio di dignità delle persone, di libertà per le persone!
Con chiunque ci crede in questo, mettiamo in gioco quello che abbiamo per raggiungere un obiettivo. Voi ci avete cercato, a noi ha fatto piacere, per condividere insieme, benvengano altri nella chiarezza per raggiungere quell’obiettivo, perchè non mettiamo in gioco le nostre sigle, non ce ne frega assolutamente niente, qui c’è il bene comune di tutte le persone. E di fronte a questo, sulle cose giuste, si deve lavorare insieme. Non perdiamo tempo per piacere, ne abbiamo perso troppo. La gente non ce la fa più!

PS: Paolo Putti non è il referente dello staff di Beppe Grillo per le elezioni regionali in Liguria

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