#Tsipras, il carro del vincitore


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Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore (Ennio Flaiano)

Post di Alessandro Di Battista

“E’ divertente vedere come in Italia siano saliti tutti sul carro di Tsipras: da Renzi a Pittella (fino a prova contraria vice presidente del Parlamento di quell’UE responsabile del massacro greco), Vendola, Civati, Fassina fino ad arrivare all’indagato per mafia Alemanno. Tutti a cercare di sfruttare l’impresa di chi, con la grande vittoria elettorale di ieri, prende le macerie di un paese distrutto, sacrificato sull’altare di Bruxelles per tenere in vita l’euro.
Dopo tre anni di “salvataggio” della Troika, in Grecia non esiste più una sanità, una classe media, una minima protezione sociale; per i pochi che lavorano (25% di disoccupazione e 50% di quella giovanile) i salari sono perlopiù quelli a cui aspira Renzi con il suo Jobs Act. Dai 300 ai 450 euro! Secondo uno studio recente della Commissione bilancio del Parlamento greco tre cittadini su cinque hanno superato la soglia di povertà. Tre anni di Troika e il paese è, in poche parole, uscito dal primo mondo sviluppato e il tutto per permettere alle banche dell’Europa del nord di riprendere i loro crediti.

Il trionfo di Tsipras
Ieri Alexis Tsipras ha trionfato. Il suo partito Syriza, un aggregatore democratico di diversi movimenti e anime dal basso, è stato dal 2011, l’anno dell’arrivo della Troika al governo del paese, il punto di riferimento della protesta popolare contro le privatizzazioni selvagge, la distruzione del Welfare State e l’annullamento totale dei diritti sociali nel paese. Syriza ha potuto esserlo perché aveva una prerogativa fondamentale dalla sua: il potersi relazionare con le persone con la credibilità di chi non aveva mai governato nel paese e di chi non era mai sceso a compromessi con quelle logiche corporativo finanziarie che governano in Europa e che hanno distrutto la Grecia, così come gli altri paesi dell’Europa del Sud.
E’ patetico il tentativo di sfruttare la vittoria di Tsipras da parte di chi non rappresenta più nulla della società civile italiana dopo decenni di potere e commistioni con quelle stesse logiche.
Nel suo programma Syriza ha sviluppato alcuni punti chiave importanti, in particolare la rinegoziazione e condivisione del debito attraverso gli eurobond e un grande piano di investimenti attraverso la EIB. Più o meno quello che il Movimento Cinque Stelle aveva portato avanti per le scorse elezioni europee.

Il futuro dell’Europa
Speriamo che – come noi – anche Tsipras si renderà presto conto che Draghi (Bce), Juncker (Commissione europea) e Lagarde (Fondo Monetario Internazionale) – Troika – non hanno in mente quel futuro per la Grecia e l’Europa. Berlino, Bruxelles e Francoforte lo hanno chiarito in tutte le decine di lingue che si usano nell’Unione Europea. E basti pensare, come dimostrazione più emblematica, che nelle misure di Quantitative Easing annunciate da Draghi giovedì scorso c’era già indicato il ricatto studiato a tavolino dalla Bce in caso di vittoria di Syriza in Grecia. Scrive in una nota Societé Générale: “la condizione è che i paesi mantengano il programma in corso con l’UE / FMI. Ciò suggerisce che la mancata estensione del programma greco attuale che scade alla fine del mese di febbraio escluderebbe la Grecia da qualsiasi programma di acquisto di asset“. O Tsipras si piegherà alle rigorose condizioni della Troika e tradirà il suo programma elettorale, dunque, o l’acquisto dei titoli del debito pubblico per la Grecia non varrà.
Alla prima riunione con la Troika, il nuovo governo Syriza si ritroverà dunque di fronte ad un bivio: non tradire il suo elettorato e portare avanti il suo programma, o chinare la testa come hanno fatto, prima di lui, Papandreou e Samaras con il “Memorandum”. Nel primo caso non ci potrebbe essere altra alternativa che il default e l’uscita dall’euro, con la ripresa di una politica valutaria, monetaria e fiscale sovrana. Il secondo, al contrario, sarebbe un tradimento verso tutte le popolazioni dell’Europa del sud.
Un altro vassallo della Troika al potere ad Atene sarebbe un grave colpo per la battaglia di libertà, civiltà e democrazia di tutti i partiti critici dell’attuale architettura istituzionale europea nel resto dell’Europa del sud. Parliamo solo di quei partiti, come il caso di Syriza, non delegittimati da anni di potere e di compromessi con le lobby corporativo-finanziarie, protagoniste politiche dominanti oggi. Chi ha partecipato a distruggere il continente ed ora per opportunità politica si dichiara un pentito di circostanza non ha più nessuna credibilità tra le popolazioni. Se vuole essere l’inizio di un cambiamento reale di civiltà e democrazia, Tsipras ne tenga conto nella scelta dei suoi interlocutori.” Alessandro Di Battista

PS: Domani (mercoledì 28 gennaio 2015) dalle 10 alle 19 si terranno le votazioni sul sistema operativo del M5S per scegliere il candidato presidente per il MoVimento 5 Stelle per le regioni Campania, Marche, Liguria, Toscana, Puglia e Umbria. Si diffidano i Meetup e gli eletti del Movimento 5 Stelle dall’indicare singoli candidati nelle loro comunicazioni

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