Scontri a Roma, cittadini contro cittadini: la versione dei manifestanti

Cittadini contro cittadini, la parola ai manifestanti
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Lunedì abbiamo intervistato Igor Gelarda del sindacato di Polizia CONSAP a cui abbiamo chiesto conto delle azioni della polizia durante il corteo dei lavoratori di Roma. Oggi, per correttezza, pubblichiamo l’intervista di alcune persone che hanno partecipato al corteo, tra i quali due consiglieri del M5S di Terni (Federico Pasculli e Angelica Trenta) e un operaio dell’AST (Danilo Fraticelli). Ammettono il cambiamento di direzione del corteo (ma non verso Termini come affermato da Alfano) e ribadiscono che ci doveva essere una migliore gestione, non da parte dei lavoratori della fabbrica o della polizia, ma dei responsabili del corteo (i sindacalisti) e della sicurezza (il ministro Alfano). Quanto accaduto ha esasperato la tensione sociale e oscurato il senso della manifestazione che protestavano contro il governo. Quello che hanno fatto emergere i media e i sindacalisti è invece la contrapposizione tra lavoratori e poliziotti. Chi è che sta giocando a far aumentare la tensione nel Paese? A chi giova che i nemici degli operai diventino i poliziotti e non il governo che sta distruggendo l’economia del Paese? La guerra tra poveri fa comodo solo a chi si barrica nei palazzi.

Manifestanti: Riguardo ai fatti della manifestazione ormai nota a Roma noi eravamo, avevamo accompagnato in maniera istituzionale il corteo che doveva fare un presidio davanti all’ambasciata tedesca, siamo stati liquidati in maniera abbastanza approssimativa e anche forse indelicata. Gli operai hanno cercato di spostare il presidio, da quello che era l’ambasciata al MISE, in quanto c’era un vertice in corso, tra la Guidi e i sindacati, per fare sentire la loro presenza in maniera pacifica, forse in una zona in cui era più utile. A un certo momento è partita la carica dell’unità mobile. Va però ribadito che rispetto a quello che è stato detto subito dopo, ovvero che una folla voleva andare a fare disordini alla stazione Termini, la direzione della concertazione in quel momento era direzione opposta alla stazione Termini.

La Cosa: È vietato dal regolamento uscire da un tracciato che viene definito dalla questura e dalla procura nei giorni precedenti alla manifestazione e cambiare percorso.

Manifestanti: Si doveva gestire la situazione in modo migliore. Le colpe sono non tanto dei lavoratori, che siano della polizia o operai, quanto di chi doveva organizzare e coordinare. Le bugie, gli inganni affermati dal ministro Alfano, anche se non era lì e evidentemente è stato anche male informato, non fanno altro che alzare la tensione. (Alfano ha dichiarato: “la preoccupazione che in realtà alcuni manifestanti volessero dirigersi alla stazione termini”, ndr)

Manifestanti: Mi chiamo Danilo, sono un operaio Ast e per correttezza sono anche un membro direttivo sindacale, la FIM CISL. Dalle 10 della mattina fino all’una, in cui ci sono stati più o meno gli scontri, non è voluta una mosca. Dall’una alle 6 che siamo rimasti a Roma non è successo di nuovo nulla. Solo in quel minuto è successo il finimondo.

La Cosa: In questi giorni in rete hanno girato dei video di Landini in piazza che insulta il governo Renzi e poi gli fa le fusa nell’incontro a porte chiuse. Come fa un operaio messo in queste condizioni a manifestare fianco a fianco a un leader di un sindacato, perché poi comunque scende a compromesso con Renzi, e ride e scherza e smentisce tutto quello che voi va strillando in giro per le piazze?

Manifestanti: Certo c’è un grosso punto interrogativo. Noi mercoledì sera siamo stati ricevuti dal ministro Guidi, all’uscita la delegazione in cui c’era anche Landini e tanti altri ovviamente. Praticamente un nulla di fatto. Lui si sta accreditando oggi di essere la maggiore opposizione a un certo tipo di governo, senza averne i numeri e senza rappresentare la maggioranza degli operai né la maggioranza del paese.

La Cosa: Non avete paura di venire strumentalizzati nuovamente?

Manifestanti: C’è la possibilità di venire strumentalizzati da ogni parte. Questo è diventato oggi un fronte, il limite estremo della lotta per il lavoro in Italia, e quindi tutti tendono a strumentalizzarti, a usarlo a loro favore. Noi avevamo le elezioni a maggio 2014, quindi i sindacati hanno fatto sì che non si parlasse del problema dell’Ast, mentre noi già da marzo, aprile, parlavamo del fatto che sapevamo che stava per arrivare un amministratore delegato che avrebbe fatto una carneficina. Per esempio eravamo un giorno con Roberto Fico, che c’era venuto a trovare durante la campagna elettorale. A marzo, aprile 2014 già noi ricordavamo che si doveva parlare del problema acciaierie, mentre le istituzioni locali e i sindacati non ne parlavano perché c’erano le elezioni, sia delle RSU che amministrative. Questo è un gravissimo fatto di cui moltissimi operai si sono resi conto. Qui c’è un’azienda che nel territorio dà lavoro tra indotto e diritto a circa 10 mila persone, da circa settanta anni. Produce un acciaio che è eccellenza, fa l’inossidabile, che non è replicabile, che al mondo è replicato da poche realtà. Non ha niente a che vedere con quello fatto a basso costo da cinesi, koreani, eccetera.
Noi vogliamo soltanto salvaguardare la nostra città, i nostri cittadini e quella che era una produzione e l’eccellenza nazionale.