Passaparola – Il controllo della UE sui media – Udo Ulfkotte – #freejournalism

Il controllo delle UE sui media
14:00

Sembra che l’Unione Europea paghi i giornalisti per scrivere articoli pro-Unione: è libertà di stampa questa? È veramente questo quello che voi cittadini volete? Giornalisti pagati per scrivere articoli in favore dell’Unione Europea? No, penso di no, ed è per questo che ho scritto questo libro, in cui fornisco le prove del fatto che, ad esempio, l’ambasciata statunitense in Germania, e l’ambasciata statunitense in Italia, a Roma, hanno programmi specifici per i giornalisti. Un giornalista italiano può ricevere fino a 20.000 dollari per scrivere articoli filostatunitensi. Vi è una formula alla fine delle pagine, ho realizzato screenshot, l’ho copiata e ho pubblicato tutto. Udo Ulfkotte, giornalista tedesco

“Mi chiamo Udo Ulfkotte, sono un giornalista tedesco, sono nato nel 1960, ho lavorato per 17 anni per famosi giornali tedeschi quali la Frankfurter Allgemeine e per tanti anni per altre organizzazioni internazionali. Ho smesso di scrivere come giornalista, mi sono fatto un esame di coscienza e mi sono reso conto di vergognarmi, perché come giornalista ho tradito i miei lettori: sono stato usato come una marionetta dalle agenzie di intelligence, da una rete di élites e sono pronto a rispondere alle vostre domande su questo argomento. Ho scritto un libro a riguardo e mi vergogno di quello che ho fatto, vi ringrazio per la vostra attenzione.

Blog: Sig. Ufkotte, il suo libro sui “giornalisti in vendita” sta destando molto scalpore. Perché ha deciso di fare una simile confessione, esponendosi a critiche o persino a rischi personali?

U. Ulfklotte: Per 17 anni ho lavorato per la Frankfurter Allgemeine, un giornale prestigioso, come corrispondente di guerra e sono stato parte del sistema: oggi me ne vergogno, perché ho prodotto propaganda e disinformazione, e insieme ai miei colleghi dei media tedeschi ho simulato la libertà di stampa. Ho aiutato il sistema a preparare guerre, ad esempio, e questo non è giusto.
Se ripercorriamo la storia, ad esempio abbiamo preparato la guerra in Afghanistan, la guerra in Iraq: sono stato corrispondente di guerra per tanti anni e ho contribuito alla disinformazione. Avevo alle spalle le agenzie di intelligence che hanno in parte scritto gli articoli che i giornali pubblicavano a mio nome. Questo non è giornalismo, non è giusto. E ho scritto un libro per informare le persone, non solo in Germania, di quanto il sistema sia marcio, corrotto, e di come le stiano imbrogliando. Ho voluto scrivere questo libro perché tante persone che ci guardano hanno la sensazione che quello che vedono come una notizia non sia in realtà tale, ma pura propaganda e disinformazione. Ma non ne hanno le prove. Per questo motivo ho citato centinaia e centinaia di nomi di giornali tedeschi ed esteri, che producono propaganda e disinformazione, e ho fornito le prove di questo.

Blog: Il suo libro è focalizzato sulla situazione in Germania. Ritiene che anche nel resto d’Europa e del mondo la situazione sia simile? Tutte le grandi potenze e i grandi poteri applicano questi metodi?

U. Ulfklotte:Sì, avete assolutamente ragione, questo libro è focalizzato sulla Germania, ma il sistema non riguarda solo la Germania: il sistema è mondiale, è in parte un sistema transatlantico, dietro il quale si celano gli Stati Uniti con le organizzazioni di propaganda filostatunitense, nelle quali è fortemente coinvolta la CIA, ma leggendo il mio libro si trovano storie che toccano anche altri Paesi, come l’Italia, ad esempio. Se andate sul lago di Como, a Cadenabbia troverete una villa, Villa La Collina. Un tempo era la residenza estiva dell’ex cancelliere Konrad Adenauer, il primo cancelliere tedesco. Oggi, è di proprietà di un partito politico, il partito conservatore CDU, del cui comitato di pianificazione io sono stato membro. Il partito è proprietario di questa residenza e sono rimasto scioccato quando ho visto i politici tedeschi, i più eminenti politici tedeschi recarsi in questa villa e poi spostarsi in battello, in gran segreto, da Cadenabbia a Bellagio, sul lago di Como: sull’altra riva li attendevano membri della CIA americana per trasferirli alla Rockefeller Foundation, dove si tenevano incontri segreti, nascosti all’opinione pubblica. Ho visto il sistema che si nasconde dietro tutto questo, un sistema di corruzione, e tanto i politici quanto i giornalisti sono marionette, non tutti, ma molti di essi. E questo è quello che descrivo in questo libro: non riguarda solo la Germania, è un sistema mondiale ed è pericoloso renderlo pubblico, ma ne vale la pena, per dare un’idea di quello che avviene a porte chiuse. Ti avvicinano in quanto giornalista, non un giornalista qualsiasi di un piccolo paese come Cadenabbia, ma in quanto giornalista di importanti giornali italiani, o tedeschi o inglesi: prima o poi le agenzie di intelligence ti avvicinano per chiederti di scrivere quello che loro vogliono che tu scriva. E come funziona? Nessuno viene a dirti “Ciao, lavoro per i servizi segreti italiani o americani“, assolutamente no. Io sono stato invitato dalla divisione tedesca del German Marshall Fund (Fondo Marshall tedesco) degli Stati Uniti, ma vi sono altre organizzazioni, quali l’Atlantic Bridge, l’Istituto Aspen… Sono numerosissime le organizzazioni internazionali filoamericane e se accetti questi inviti, ti avvicinano e ti danno tutto quello che vuoi. Non ho ricevuto denaro, ma ti offrono cose che il denaro non potrebbe comprare. Ad esempio, nel mio caso, all’improvviso il governatore dell’Oklahoma (Stato al centro degli Stati Uniti), che a quel tempo era David Walters, mi ha avvicinato con un rappresentante della CIA, e mi ha reso cittadino onorario dello stato dell’Oklahoma, solo perché scrivessi qualcosa di positivo sugli Stati Uniti.
Analogamente, sembra che l‘Unione Europea paghi i giornalisti per scrivere articoli pro-Unione: è libertà di stampa questa? È veramente questo quello che voi cittadini volete? Giornalisti pagati per scrivere articoli in favore dell’Unione Europea? No, penso di no, ed è per questo che ho scritto questo libro, in cui fornisco le prove del fatto che, ad esempio, l’ambasciata statunitense in Germania, e l’ambasciata statunitense in Italia, a Roma, hanno programmi specifici per i giornalisti. Un giornalista italiano può ricevere fino a 20.000 dollari per scrivere articoli filostatunitensi. Vi è una formula alla fine delle pagine, ho realizzato screenshot, l’ho copiata e ho pubblicato tutto.

Blog: La corruzione tra i giornalisti è collegata alle paghe da miseria che la globalizzazione impone o fa parte di un sistema che fa leva sulla vanità personale oltre che sugli aspetti economici?

U. Ulfklotte:L’intero sistema non è a favore di un Paese o di un uomo: il sistema difende gli interessi di una piccolissima élite mondiale. Se si considera che 85 persone in questo mondo, nel mondo occidentale, possiedono quanto tre miliardi e mezzo di persone poverissime, si comprende che la ricchezza non è assolutamente distribuita in modo equo: da una parte vi è un’incredibile povertà, e dall’altra un’incredibile ricchezza, pertanto queste 85 persone sono estremamente ricche e possiedono quasi la metà del mondo. Hanno creato un sistema, con l’aiuto degli Stati Uniti, per controllare grandi masse di persone al fine di tutelare i loro interessi, per accrescere ulteriormente le loro ricchezze. L’intero sistema non è contro un Paese, o contro un gruppo di persone: serve a rendere alcuni ancora più ricchi. Ad esempio pensiamo all’Italia e al volere dell’uomo della strada in città come Napoli e Roma, o Como, o qualsiasi altra città: esistono spin doctors pagati per manipolare le masse, che votano per partiti politici che non fanno gli interessi delle persone, ma quelli di quei potenti gruppi, ed è proprio questo che cerco di descrivere. Non sono a favore di o contro uno o due partiti politici, non voglio aiutare un partito o una religione o altro. Voglio solo provare a guardare oltre la manipolazione, perché per 17 anni sono stato io stesso profondamente coinvolto nella creazione della propaganda e della disinformazione e me ne vergogno: vorrei solo potermi guardare di nuovo allo specchio.

Blog: Il sistema di corruzione e collusione ha per oggetto solo i singoli giornalisti o coinvolge anche intere testate e gruppi editoriali? E con quali metodi?

U. Ulfklotte:Il sistema è una tela di ragno, ma non pensate che solo un giornalista o due, oppure tre giornalisti di un determinato Paese ne siano intrappolati: la tela di ragno coinvolge naturalmente intere società del settore dei media.
Se si considera il modo in cui i media sono stati creati, ad esempio in Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale, da parte di Stati Uniti, Francia e Regno Unito, si comprende che fino a oggi per i media è stato impossibile esprimere una libera opinione. Se io, che ho lavorato per 17 anni per la Frankfurter Allgemeine, avessi scritto una sola volta a favore della Russia o della Cina, avrei perso il lavoro. Noi giornalisti, in paesi come la Germania, facciamo carriera solo se obbediamo alle regole e le regole sono dettate da queste persone, che operano sullo sfondo. Certamente interi gruppi media cooperano con il sistema: se consideriamo quelli tedeschi, i più importanti, ad esempio il gruppo del settore media Axel Springer è una delle più grandi holding ed è pro-Washington, se consideriamo Gruner Jahr, Amburgo, anch’esso è pro-Washington: non esistono grandi gruppi media neutrali in Germania. E lo stesso vale per altri Paesi europei. Se consideriamo paesi come l’Ungheria, in cui i grandi gruppi non sono interamente filoamericani, la propaganda prenderà di mira quel Paese, e lo stesso vale per l’Italia.

Blog: Come può il cittadino riconoscere e diffendersi dall’informazione manipolata?E come invece dovrebbe intervenire la politica per arginare questo grave fenomeno senza essere tacciata di “mettere bavagli all’informazione“?

U. Ulfklotte:La politica, gli uomini politici, non intervengono in questo sistema, perché ne fanno parte. Questi gruppi, che coordinano la propaganda e la disinformazione, non comprendono solo giornalisti: vi sono politici, banchieri, e insieme formano una rete di grandi dimensioni. In quanto gruppi di élite, siedono in grandi organizzazioni come la Commissione Trilaterale, il gruppo Bilderberg, i grandi centri di politica estera, etc.. Queste persone formano gruppi di élite speciali nel mondo, pertanto che possibilità ha un comune cittadino di riconoscere il sistema? Quello che io ho fatto per il mio paese è stato leggere gli annuari di queste grandi organizzazioni quali Atlantic Bridge, Istituto Aspen, Marshall Fund e gruppo Bilderberg: se verificate chi ha partecipato alle conferenze, se seguite il loro percorso attraverso tutte queste organizzazioni, potete vedere questa rete e rendere pubblici i nomi delle persone che vi partecipano. Se seguite il percorso dei giornalisti di La Repubblica, La Stampa, della Rai, di Tele 1 etc. all’interno di queste organizzazioni vicine alla CIA, rendete i loro nomi pubblici: è quello che ho fatto io per la Germania, ho 321 nomi di giornalisti molto vicini alle agenzie di intelligence che perlopiù diffondono propaganda e disinformazione. Per favore, fate lo stesso in Paesi come l’Italia, rendeteli pubblici: in questo modo anche l’uomo della strada non pagherà più per ricevere quella propaganda. Questo è quello che vi chiedo: distruggete queste reti dell’intelligence nei media, nella politica e nella finanza.

Blog: qualcuno ha insinuato che ci siano grandi interessi sovranazionali dietro le sue confessioni. Come risponde a queste accuse?

U. Ulfklotte:Nessuno mi ha mai chiesto di scrivere questo libro, tranne un giornalista, che è appena mancato, a oltre novant’anni di età. Ho deciso io di scriverlo, non nell’interesse di qualche gruppo, non per denaro o per fama o per altri interessi, perché se consideriamo quello che potrebbe succedere se mi denunciassero, andrei in prigione per il resto della mia vita, se solo una frase di questo libro non fosse corretta. Ho scritto questo libro non nell’interesse di altre persone o altri gruppi, l’ho scritto perché ho avuto tre infarti, il mio stato di salute non è buono, sono stato un corrispondente di guerra e i miei medici dicono che non mi resta molto da vivere, pertanto ho scritto questo libro perché volevo avere la coscienza pulita e lasciare questo mondo con un messaggio, quello di non seguire il mio esempio, manipolando e imbrogliando le persone nell’interesse di piccole élite che vogliono solo arricchirsi, tradendo tutte le persone coraggiose che ci sono là fuori. Grazie. Passate parola!” Udo Ulfkotte