No alla politica dei #DueForni

Contributo di Aldo Giannuli

“Confesso di aver trovato esilaranti alcuni commenti per i quali la Sciarra non sarebbe stata votabile dal M5S: ad esempio:
– perché è di Firenze e, dunque, renziana. Un’originale rilettura del principio dell’eius regio cuius religio, per cui se sei della città di Renzi non puoi che essere renziano.
– Oppure, che essendo di Firenze (per la verità Silvana è di Trani, anche se vive a Firenze da una trentina d’anni) non si può che appartenere alla Massoneria.
– Un po’ più seria l’obiezione per cui, essendo stata proposta dal Pd, non ci si può fidare. Ma, con questo criterio, sarebbero votabili solo e soltanto candidati proposti dal M5S, personalmente trovo inaccettabile l’atteggiamento discriminatorio degli altri partiti, che non prendono in considerazione i candidati del M5S, ma troverei anche eccessiva la proposizione opposta, per cui il M5S non deve prendere in considerazione i candidati di tutti gli altri.
Non era questo il metodo proposto dal M5S, per cui l’importante erano le caratteristiche personali del candidato e non chi lo propone. D’altra parte, va anche capito come il Pd sia giunto a designare un candidato con queste caratteristiche di indipendenza di giudizio. Il Pd era inchiodato su Violante da 20 votazioni, anche e perché non riusciva a trovare un candidato che andasse bene a ciascuna delle tribù che lo compongono: se un candidato piaceva a Tizio, ipso facto dispiaceva a Caio e Sempronio. Per cui occorreva trovare un candidato che, più che avere amici in questo o quel gruppo, soprattutto, non avesse nessun nemico giurato, di qui il ricorso al “papa straniero“: un candidato più esterno al partito, che non scontentava nessuno e, pertanto, poteva andar bene a tutti. Per di più, con Fi che non controlla i suoi parlamentari e non è capace di compattezza neppure i suoi candidati, l’unica speranza era votarsi agli aborriti “grillini“, unici a poter garantire l’elezione e, pertanto, bisognava trovare un candidato che non fosse bocciato già alla seconda sillaba del cognome. Una specie di congiuntura astrale che, per un attimo, ha aperto una finestra: ha fatto male il M5S a mettere a segno il punto?
Veniamo poi alle obiezioni apparentemente serie:
– la Sciarra è una “eurista” (favorevole all’Euro) ed ha fatto passare ad un concorso Martone, figlio di un amico di Dell’Utri. Sinceramente non so cosa pensi la Sciarra dell’Euro, sicuramente è una convita europeista ed in questo certamente la pensiamo diversamente (ho scritto abbastanza volte su Euro ed Unione Europea per non dovermi ripetere qui), ma, a parte che non si può pretendere una perfetta identità di vedute su tutti i temi per votare un candidato, il che sarebbe appunto la logica di partito per cui voto quello che condivide tutte le mie posizioni politiche), mi limito a porre una domanda: cosa c’entra questo con la Corte Costituzionale? La battaglia per l’uscita dall’Euro passa tutta al di fuori della Consulta e, dunque, non è su questo che dovrà pronunciarsi la Sciarra. Chi avanza questo argomento dimostra di avere idee poco chiare di diritto costituzionale e non sapere quali siano le attribuzioni della Corte e come sollevare il giudizio davanti ad essa.
– Quanto a Martone: personalmente non ho mai letto un suo rigo e non so quanto valga, lo ricordo all’epoca del governo Monti e mi ispirava una fierissima antipatia, ma mi pare poco per darne un giudizio in sede scientifica. E neppure il fatto che il padre sia amico di Dell’Utri mi pare un giudizio pertinente. Tutti quelli che si sono indignati per questo, hanno letto le opere di Martone e saprebbero indicarne le deplorevoli mancanze? Non lo credo. Più semplicemente, penso che qualche vipera accademica, che aveva motivi di odio per la Sciarra o pensava a sé stesso come candidato, ha spolverato questa storia (chi altro poteva sapere come aveva votato la Sciarra nel concorso in cui si presentava Martone, se non uno del mestiere?) e gli altri gli sono andati dietro, senza sapere nulla, solo perché era evocato il nome di Dell’Utri. Dopo di che non sarei affatto meravigliato di scoprire che effettivamente Martone è una bestia integrale e che è passato grazie all’abituale mercato delle vacche dei deprecati concorsi universitari. Cosa pessima, ne convengo, ma l’università funziona così, o si cambia sistema o non è con le rivolte individuali che cambieranno le cose. Individualmente, l’unica cosa che puoi fare è tenersi fuori da questo mercato, ma pagando il prezzo dell’emarginazione dal mondo accademico e di non fare molta strada (personalmente ne so qualcosa, ma mi va bene così).
Pertanto, il caso in questione non mi scandalizza più di tanto, ma soprattutto, torno a chiedere: cosa c’entra la Corte Costituzionale in tutto questo? Vi risulta che si occupi di concorsi universitari?
Dunque, obiezioni sciocche ed in qualche caso deliranti come quelle di un sito che parla di “Inciucio” M5s-Pd. Il M5S ha scelto un metodo dall’inizio e vi ha tenuto fede coerentemente sino alla fine. Ed ha ottenuto una forte vittoria politica, se non ve ne siete accorti: ha inferto al patto del Nazareno il colpo più duro dall’inizio. Il fatto che la Sciarra sia stata eletta con i voti determinanti del M5s e la candidata di Fi (cui sono mancati i voti del M5S, ma anche quelli dei franchi tiratori del suo gruppo) no, dimostra che la politica del Nazareno non è necessaria e non funziona. E’ solo un fallimento.
Ma Renzi non si illuda di nessuna politica dei due forni: il pane del M5S non si compra con qualche spartizione di posti. Bisogna ripensare le questioni nel merito.
Per esempio: l’ultimo posto da assegnare alla Consulta, va deciso con un metodo diverso. Dove sta scritto che debba necessariamente essere un candidato di gradimento forzitaliota? Perché non azzeriamo la partita e non pensiamo ad una candidatura condivisa e di alto profilo? Renzi non vuol saperne? Va bene, se ci riesce voti l’ultimo giudice con Fi e vediamo se i voti gli bastano.
Non è vero che il M5S sia il “partito del no” con il quale non ci si possa capire. Ma per capirsi bisogna cambiare mentalità e smetterla di comportarsi come i “signorotti delle istituzioni“. Con Don Rodrigo il M5S non riuscirà mai a capirsi”.
Aldo Giannuli