Consulta: vince solo il metodo a 5 Stelle

“La scorsa settimana, solo grazie alla strenua opposizione del M5S, il PD si è finalmente degnato di ritirare un nome che non solo era politicamente incandidabile per un ruolo del genere, in quanto uomo di partito di lungo corso, ma soprattutto era sprovvisto dei requisiti richiesti dalla Costituzione.
Sgombrato il campo dal nome di Violante, Renzi ha espresso l’intenzione di vedere due donne alla Consulta, senza però annunciare chi fossero. In risposta, il M5S ha chiesto semplicemente che i nomi dei candidati fossero resi pubblici ufficialmente, perché fossero discussi in modo trasparente e aperto, anziché trasmessi segretamente nei corridoi dei palazzi o fatti trapelare a mezza voce sulle agenzie di stampa.
Questa semplice richiesta di trasparenza sembra tuttavia assurda per i partiti, che hanno continuato a rinviare l’ufficializzazione dei nomi dei loro candidati.
Così si è persa tutta la settimana, mentre gli organi di informazione tentavano di storpiare la posizione del M5S.
Non abbiamo mai detto che non avremmo preso in considerazione i nomi delle altre forze politiche, ma fin dall’11 giugno abbiamo offerto a tutti gli altri gruppi parlamentari varie possibili candidature, dichiarandoci al tempo stesso disponibili a valutare qualsiasi altro nome, purché fatto seguendo il nostro metodo.
Solo la scorsa domenica, il Presidente del Gruppo parlamentare del Partito democratico al Senato ha avuto finalmente la decenza istituzionale di contattare il suo omologo M5S per ufficializzare le candidature di Silvana Sciarra e di Maria Alessandra Sandulli.
Due nomi che a differenza di tutti quelli fatti ed eletti in precedenza, oltre ad avere i requisiti essenziali richiesti dalla Costituzione, non sono nomi di candidati trombati alle elezioni o di sottosegretari del Governo, di politici di partito di lungo corso e provata fedeltà, di persone in odore di inchieste per corruzione o altri reati gravissimi, di sindaci amici di Maria Elena Boschi o onorevoli sodali di Cesare Previti.
Due nomi, quindi, che avrebbero potuto essere valutati dal M5S. Questi nomi sono stati il frutto della disponibilità del M5S a votare candidati anche non suoi, purché validi, e dalla sua intransigenza allo scambio di poltrone al quale sono da sempre abituati i partiti.
Dopo meno di ventiquattro ore dall’ufficialità della candidatura, la professoressa Sandulli si è però ritirata, dopo essere stata silurata da Forza Italia per via della “troppa indipendenza” dei suoi giudizi, in quanto “rea” di aver condiviso (insieme a centinaia di altri professori universitari) un appello contro la terrificante riforma della Costituzione del Governo Berlusconi, fermata dai cittadini con il referendum costituzionale del 2006.
Negli scorsi giorni, è circolata poi la notizia che il M5S sarebbe stato disponibile a votare i due nomi ufficializzati domenica in cambio del voto del suo candidato al CSM, il professor Alessio Zaccaria. Niente di più falso. Se Zaccaria sarà eletto al CSM sarà grazie ai suoi meriti, non della spartizione politica. I partiti di maggioranza dovrebbero votarlo indipendentemente da qualsiasi logica di scambio: anzitutto perché di altissimo profilo professionale e indipendente dalla politica e in secondo luogo per mera correttezza costituzionale, in quanto il M5S è la seconda forza politica del Paese.
Non dimentichiamoci che i partiti oggi ci stanno offrendo un posto al CSM soltanto perché quella poltrona si è liberata dopo che una loro candidata era stata eletta abusivamente, in quanto priva dei requisiti.
Così, per colpa di PD e FI, oggi sembra di essere tornati al punto di partenza, senza candidature ufficiali alla Corte costituzionale.
Ma la posizione del M5S è sempre la stessa: i nostri nomi, tutti di altissimo livello e tutti pubblici da oltre cinque mesi, sono ancora disponibili, e se le altre forze politiche hanno dei nomi di personalità valide, li rendano pubblici ufficialmente, così che siano sottoposti al vaglio dell’opinione pubblica e dei cittadini in modo trasparente. Così facendo avranno la nostra valutazione.
I partiti sono avvertiti: questo è il metodo a cinque stelle, quello che ci chiedono i cittadini, l’unico che può portare alla nomina delle personalità migliori.
Se il metodo a cinque stelle fosse stato usato per tutte le candidature a tutti i ruoli chiave della macchina statale oggi il Paese sarebbe diverso.” M5S Camera e Senato