Passaparola – Inceneritori for Dummies: come chiuderli, di Walter Ganapini

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09:00

Al Circo Massimo in tre giorni l’Arpa stima una raccolta differenziata oltre il 70%. Il Circo Massimo, quando è stata smantellata l’intera struttura, era pulito come non lo è mai stato perché il Movimento 5 Stelle attira a sé gente “pulita”. Gli inceneritori fanno bene solo ai politici e alle aziende a cui affidano la gestione del business, per tutti gli altri nuoce alla salute, alle tasche e all’ambiente.
Costruire un inceneritore oggi è anacronistico e delinquenziale, non smantellare gli esistenti è tafazziano. Il Passaparola odierno è di Walter Ganapini (docente, scienziato e membro Onorario del Comitato Scientifico dell’Agenzia europea dell’ambiente) e del suo vademecum per gli amministratori dei comuni d’Italia che vogliono combattere gli inceneritori. Beppe Grillo

“Contento di poter fare oggi un ragionamento dedicato ai nuovi amministratori di città, ai giovani che si avvicinano al tema molto importante di governo dell’interesse comune, nell’interesse comune, dei beni comuni.
Per riavvicinare e per fare sì che i cittadini si approprino di nuovo della politica e del governo della loro vita, della loro città e dei loro territori.
Chiunque arrivi alle responsabilità di governo deve assolutamente fare un punto zero, come si dice aziendalmente una due diligence, deve registrare quello che trova arrivando e da questo punto di vista la gestione dei rifiuti è un tema estremamente delicato.
Ci troviamo, come Italia nel pieno di una crisi finanziaria globale terribile, così come sappiamo di essere nel pieno di una crisi ambientale senza precedenti, si chiama cambiamento climatico, ne vediamo e viviamo tutti i giorni gli effetti, e sappiamo che l’unico modo per uscirne, e questo deve animare i giovani amministratori in maniera molto forte, è di pensare di costruire nuovi stili di vita, di produzione e di consumo.
Dobbiamo ricordarci di quello che ci hanno sempre detto i nativi d’America:” Noi abbiamo ricevuto la terra in prestito dai nostri figli, dobbiamo renderla loro possibilmente migliore di quello che abbiamo trovato” arrivando noi, oggi non è così.
L’unico sviluppo possibile, che hanno di fronte le città, i territori che compongono l’Italia, è lo sviluppo sostenibile che miri alla qualità ambientale, sociale, alla appropriazione e innovazione; non come temi genericamente ecologici, ma perché: qualità ambientale, qualità sociale e propensione all’innovazione sono fattori competitivi di prima grandezza anche nel pieno della crisi attuale.
Oggi in tema di rifiuti la strategia che in moltissimi Paesi stanno facendo propria va sotto il nome di Rifiuti Zero. Rifiuti Zero vuole dire riprogettare i beni, le merci, i servizi, tenendo conto del fatto che le risorse di cui disponiamo non sono illimitate. maggiore efficienza, riuso, recupero e riciclo della materia attraverso ovviamente la forma più diretta, che è il coinvolgimento dei cittadini nella pratica della raccolta differenziata porta a porta.
Questa esigenza non ci viene dettata ancora una volta da, come dire, approcci utopistici, è la termodinamica, da un lato, che ci dice che il recupero di materia è la maniera più intelligente e efficiente per gestire i flussi di rifiuto e è l’economia che ci dice che qualunque scelta del passato costa molto di più rispetto al nuovo che avanza, un rapporto tra un inceneritore e un impianto di trattamento meccanico biologico è di10 a 1, sia come investimento che come esercizio.

Chi si avvicina oggi a governare la città deve sapere che purtroppo in Italia la gestione rifiuti ha due caratteristiche peculiari e fortemente radicate. La gestione dei rifiuti è come le grandi opere pubbliche da sempre un canale di finanziamento illecito della politica, in Italia poi a questo si associa, combinandosi con quello che ho appena detto, una presenza intollerabile dell’economia criminale nella gestione dei rifiuti, e là dove i partiti avessero, come dire, allentato la presa, per esempio, sulle società di gestione dei rifiuti, hanno provveduto attraverso un percorso di finanziarizzazione dissennata trasformando i servizi pubblici locali in società per azioni con l’idea di fare concorrenza e efficienza. In realtà, come tutti i cittadini sanno, ci si trovandosi a dover pagare molto di più per servizi di molto minore qualità.
Bisogna sapere che chi è interessato alle discariche e agli inceneritori, che sono esattamente le tecnologie da superare, sono interessi forti, molto forti, sappiamo del peso dell’economia criminale nelle discariche, sappiamo di interessi nel campo degli inceneritori, sappiamo che c’è un punto di convergenza messo in luce da molte indagini in corso, tra questi due aspetti, come dire prossimo alla politica e prossime all’economia criminale.

E tutto questo ci fa perdere di vista gli obiettivi che in tutto il mondo si perseguono, non solo degli aspetti economici, competitivi, di un territorio, ma oggi anche di fatti che riguardano la salute nostra, la salute dei nostri e che sono diventati, come dire, particolarmente visibili, alla luce anche di rilevazioni con tecnologie moderne, mi riferisco al fatto che, per esempio, in Italia la pianura padana e non solo, è, secondo il satellite ambientale Envisat, una delle 4 aree più inquinate dal punto di vista della qualità dell’area a scala mondo. Sappiamo addirittura che per quanto riguarda un particolare elemento inquinante, le polveri sottili, la qualità dell’area padana, per esempio, definito ufficialmente dall’istituto di ricerca sul cancro di Lione, che è Benchmark anche per l’organizzazione mondiale della sanità, l’area padana hanno detto all’istituto di ricerca sul cancro di Lione pochi mesi fa, è cancerogeno ufficialmente, soprattutto per la quantità di polveri sottili che si respirano oltre agli altri inquinanti, ma come mostra una immagine anche frequente a Firenze. Non solo la pianura Padana si ritrova a dovere fronteggiare un problema molto forte di inquinamento atmosferico e dunque non ha nessun senso realizzare nuovi inceneritori, avere addizionali a emissioni a degradare una situazione già compromessa e certamente conviene tendere a spengerne là dove ve ne siano di operativi.

Dobbiamo anche essere consapevoli, lo devono essere i nuovi amministratori, che gli interessi economici enormi al tema dei rifiuti, sono anche capaci di inventarsi le emergenze, pure di arrivare a determinare scelte che vadano nel senso o delle discariche o degli inceneritori.

In questo non aiutano certo le normative, negli ultimi anni abbiamo perso il contatto con l’Europa, con i paesi migliori, e la normativa italiana in tema di rifiuti è contorta, volutamente confusa e nel frattempo sono stati distrutti gli organi di controllo. Non c’è più un’ agenzia nazionale di protezione dell’ambiente, le agenzie regionali devono sottostare, in qualche misura alla politica, a partire dalla nomina dei direttori generali e sono ormai prive di risorse, anche quelle più note e una volta migliori.

Allora che cosa deve fare un amministratore giovane e che si avvicina al tema dei rifiuti sul proprio territorio e si ritrova, per esempio, a avere un inceneritore? Se io ho un inceneritore sul mio territorio devo immediatamente, punto zero, registrare che cosa trovo, fare il punto sulle emissioni, verificare attentamente tutto quello che è stato analizzato nel tempo dal punto di vista delle emissioni di quel forno; devo chiedere che immediatamente vengano posizionati sensori per la registrazione in continuo dei principali inquinanti e che quei dati oltre che a andare in continuo all’agenzia che deve monitorare l’impianto, vadano anche su dei display, per esempio davanti al municipio e rendano evidenti in tempo reale i dati emissivi del forno stesso.
Oggi la tecnologia lo consente e ha costi estremamente contenuti.

Bisogna chiedere na verifica a un validatore terzo indipendente, di quali flussi siano entrati dentro l’inceneritore, se coerenti con le autorizzazioni ottenute, e devo verificare con grande attenzione dove vanno i flussi in uscita dell’inceneritore, a partire dalle scorie di incenerimento che per la composizione dei rifiuti attuali molto spesso sono rifiuti pericolosi. È una pratica illegale, costante di combinazione con altre matrici, per diluirne il carico tossico, e questo non va bene.
Devo a tutti i costi verificare i costi dell’incenerimento, dell’impianto, devo verificare la manutenzione, devo iniziare a chiedere manifestazioni di interesse per opzioni alternative, per esempio il trattamento meccanico biologico, proprio per ridurre la quantità di rifiuti che altrimenti dovrebbero andare a discarica. È del tutto evidente che il cuore del primo passo da fare, e durante e dopo queste verifiche, è imporre al gestore e lavorare con i cittadini, seriamente, continuativamente, per fare decollare la raccolta differenziata porta a porta e realizzare le fabbriche dei materiali, quindi favorire il recupero, il riuso, il riciclo della materia, negoziare direttamente con il consorzio nazionale imballaggi, Conai, e la gestione diretta dei soldi che dal CONAI arrivano a ripagare lo sforzo dei cittadini, con la raccolta differenziata. Per chi invece non ha un inceneritore funzionante, ma ne ha uno in progetto, da parte della grande finanziaria multiutilities che cosa deve fare?
Anche qui devo fare molto seriamente, con persone rigorose e preparate, la verifica del progetto, la verifica dei percorsi autorizzativi, la verifica dei costi, vedere subito le alternative oltre all’immediata partenza della raccolta differenziata porta a porta, che ripeto, in poche settimane porta a ridurre del 70% la quantità di rifiuti. Su queste alternative devo impegnare chi mi propone l’inceneritore, anche perché, come già si è detto, fare un inceneritore per dei rifiuti che a quel punto devono essere tanti, sennò come accade ovunque anche in Germania, non sanno come alimentarlo, e l’investimento diventa un enorme buco e debito, come si registra anche nel nostro Paese. io amministratore devo chiedere un impegno perché l’inceneritore costa 10, fare la raccolta differenziata porta a porta, fare il trattamento meccanico biologico di stabilizzazione, fare rifiuti zero, costa 1, quindi è evidente il risparmio di risorse che questo modello non dissipativo consente i cittadini.

Se la costruzione dell’impianto fosse iniziata bisogna fare una verifica attentissima della qualità dei collaudatori, se sono competenti, se non hanno conflitti di interesse, se non sono stati amministratori di società nate nell’ambito del proponente l’impianto, e devo fare una verifica diretta, dei collaudi, in modo da verificarne la serietà. Questo è molto importante, nel nostro Paese, devo verificare tutti i giorni il rispetto delle normative che regolano i rapporti di lavoro, i cosiddetti Durc, piuttosto che il rispetto delle normative sanitarie e di prevenzione per i lavoratori, nel caso in cui fossimo addirittura vicini alle fasi di avviamento dell’impianto, massimo deve essere il controllo dei flussi in ingresso e dell’efficienza delle fasi di avviamento che molto spesso mettono in risalto, sempre di più lo dimostrano i casi, per esempio, di Torino, le inefficienze progettuali e realizzative degli impianti stessi.
Dove non si fanno queste cose, tempestivamente, con persone rigorose e serie e con un costante rapporto con i cittadini ovviamente può prevalere l’interesse molto forte a spendere i soldi di tutti in funzione del privilegio e dell’utile di pochi.
Questo è quello che si è registrato e si registra nel nostro Paese, quindi basta inceneritori, l’aria che respiriamo non lo consente, non lo consente l’economia, non lo consente il fatto che vogliamo un Paese competitivo, che per esserlo, deve avere propensione, rinnovazione, qualità sociale e qualità ambientale , processi produttivi e prodotti.
Dobbiamo combattere lo spreco di denari e di risorse, sapendo che questa, la nuova strada che i nuovi amministratori devono praticare, vuole dire anche qualità, certamente, competitività, ma anche occupazione e lavoro qualificato, nuova imprenditorialità.
Per questo è importante che chi si avvicina al governo delle città applichi queste piccole regole che però sono fondamentali per evitare errori che poi dovremmo, come dire, di cui dovremmo pagare gli effetti per tempi molto lunghi.
Le regole da applicare per i giovani amministratori, quindi, sono.. giovani non è solo un dato anagrafico, per chi non abbia già avuto esperienze di governo diretto di amministrazioni di istituzioni, là dove non si applichino queste regole è possibile, anzi è probabile, che i fortissimi interessi, e ripeto molto prossimi al tema affari e politica, inquinato pesantemente dal tema economia criminale, è possibile che quei grandi interessi, fortissimi, prevalgano e dunque portino a fare scelte o a tenere in vita scelte che sono contrarie all’interesse generale, che costano molto, ma che sono molto lucrose per chi gestisce questi poteri e questi interessi. Quindi non bisogna perdere assolutamente la presa, essere tempestivi, determinati, applicare le semplici regole del manuale operativo già quando si arriva in Comune o nell’ente che si va a governare, e sapendo che questa nuova strada, che è perfettamente comprensibile da parte dei cittadini, implica anche, come dire, un forte lavoro culturale, a cui sono molto interessati i giovani, come dimostrano tutti i giorni, ma sapendo che battere la nuova strada in tema di rifiuti vuole dire non solo risolvere problemi ambientali, vuole dire creare competitività, qualità della nostra vita, grandi possibilità di nuova occupazione e nuova imprenditorialità qualificata” Walter Ganapini