#Jatevenne!

Siamo arrivati alla follia istituzionale, un presidente della Repubblica che verrà interrogato sulla trattativa Stato-mafia dopo le intercettazioni delle telefonate tra Mancino e Loris D’ambrosio con la richiesta di partecipazione da parte di Riina e Bagarella. E’ come se John Kennedy fosse stato convocato dai giudici con la partecipazione straordinaria di Don Vito Corleone e di John Gotti. Caramazza e Violante che ruolo hanno avuto nella trattativa? Cosa ne hanno saputo? e’ questa forse la nota di merito per proporli alla Consulta? Jatevenne!
“Proprio non ce la fanno, PD e FI e Colle, a rinunciare ai propri Giudici per la Corte Costituzionale. Ed è per questo che, felicemente insieme, dopo estenuanti trattative (tutte rigorosamente fra di loro) hanno concordato la nomina, come candidati della Corte Costituzionale, del duo Violante – Caramazza. Due personaggi incandidabili.
Ed infatti, quanto a Violante è noto il suo passato politico e le sue numerose ombre su molte dinamiche relative alla trattativa Stato – mafia, mentre Caramazza è stato difensore del Capo dello Stato (oggi testimone nel processo Stato – mafia, alla cui deposizione hanno chiesto di assistere sia Riina che Bagarella) sul caso delle telefonate intercettate proprio nell’inchiesta della trattativa con Cosa Nostra. Si è battuto, in sostanza, per la distruzione dei tabulati telefonici che riproducevano le conversazioni “segrete” tra Napolitano e Mancino. Quest’ultimo, all’epoca intercettato dai Giudici di Palermo.
Entrambi detentori di tante verità tenute rigorosamente nascoste, non possono garantire quello spirito di indipendenza ed imparzialità, richiesti dall’art. 137 della Costituzione, secondo il quale “una legge costituzionale stabilisce le garanzie d’indipendenza dei giudici della Corte“.
Ricordiamo, infatti, che la Costituzione esige la più rigorosa ed assoluta indipendenza ed imparzialità dei Giudici della Corte Costituzionale per scongiurare qualsiasi interferenza (diretta ed indiretta) da parte del potere politico ed economico proprio con la Corte. Anche perchè, la mancata indipendenza di alcuni componenti inficia la legittimità dell’intero organo (sentenza n. 30/67).
Ma non solo. Per quanto riguarda in particolare la candidatura di Violante, siamo di fronte – addirittura – ad un evidente caso di totale mancanza di requisiti, sia formali che sostanziali, per poter essere candidato a membro della Corte Costituzionale.
Violante, infatti, non è mai stato magistrato nè della Corte di Cassazione, nè della Corte dei Conti e neanche del Consiglio di Stato. Non è un avvocato ed inoltre non è attualmente professore di materia giuridiche, posto che risulterebbe professore ordinario solo sino al 2009, presso l’Università di Camerino. Ma ad oggi null’altro.
In ogni caso, per Violante non sarebbe stato sufficiente neanche il possesso dei soli titoli formali, posto che, come affermato dalla stessa Corte Costituzionale, per poter essere nominato a membro della Corte è necessario rivestire in effetti la qualifica ed esercitare concretamente la relativa funzione.
E adesso? Adesso sia Violante che Caramazza dovrebbero da soli ritirare mestamente le proprie candidature. Ma alla Corte Costituzionale proprio non dovrebbero metterci piede. E’ indubbio che ci siano nel nostro Paese candidati più titolati ed appropriati per il ruolo di Giudice della Corte Costituzionale.
La Costituzione va tutelata, va letta, va interpretata, ma mai può essere violata.” M5S Parlamento

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