I gravi interrogativi di Napolitano

Il Capo dello Stato si pone alcuni “gravi interrogativi” che evidentemente non si era posto in passato sullo stravolgimento del Senato e sul patto sulle riforme costituzionali fatto con un pregiudicato a porte chiuse. Ma, come è giusto che sia, ognuno si pone gli interrogativi che vuole e li pesa alla bisogna. Ora, è evidente che i candidati Bruno e Violante questo Parlamento che pur essendo stato votato da una legge incostituzionale (nessun grave interrogativo su questo punto, Presidente?) non li vuole votare. Se il Parlamento è ancora sovrano e non una foglia di fico presidenziale, bisogna, caro Presidente, che lei semplicemente ne prenda atto. In particolare, per il M5S “l’importante questione della Corte su cui lei desidera richiamare l’attenzione” che, fuor di burocratese in sostanza vuol dire “o mangiate questa minestra o saltate dalla finestra“, in cui la minestra (rancida) sono Bruno e Violante, non vuol dire nulla.Il M5S questi non li vota. O ci sono candidati all’altezza delle Istituzioni, o il M5S non si sporcherà le mani. Se poi i nomi fanno parte del Patto del Nazareno, la rogna se la grattino Renzie (insieme ai parlamentari che gli hanno voltato le spalle) e Berlusconi (che in Forza Italia conta ormai come il due di picche a briscola) ed eventualmente Napolitano. Noi in questa combine non c’entriamo.

Di seguito il (grave) monito del Presidente.

“Il succedersi senza risultati conclusivi solleva gravi interrogativi. Che si siano verificati nel passato analoghi infelici precedenti, nulla toglie a tale gravità”
“Non so se tutti i partecipanti alle votazioni in corso abbiano chiara in modo particolare una importante questione su cui desidero richiamare la loro attenzione. Di recente – e specialmente nella discussione in Senato sul superamento del bicameralismo paritario – si è sollevato da varie parti politiche il tema di un elevamento dei quorum previsti dalla Costituzione del 1948 per l’elezione da parte dei parlamentari a determinati incarichi di rilevanza costituzionale. Si ritenne necessario l’elevamento di tali quorum dopo l’adozione – nel 1993 e nel 2005 – di leggi elettorali maggioritarie e in vista dell’adozione di una nuova (per il momento approvata solo in prima lettura dal Senato) anch’essa maggioritaria”.
“Ma quorum elevati per tali operazioni elettorali in Parlamento implicano tassativamente convergenze sulle candidature e piena condivisione nell’espressione dei voti tra forze politiche diverse, di maggioranza e di minoranza. Ove vengano da parte di qualunque forza politica, o di singoli suoi rappresentanti in Parlamento, e finiscano per prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte, il meccanismo si paralizza e lo stesso istituto di lo stesso istituto di garanzia rappresentato dal sistema dei quorum qualificati si logora e può essere messo in discussione in senso opposto all’orientamento che ho prima richiamato”.
“Si rifletta dunque bene anche su questo aspetto non secondario delle conseguenze del protrarsi di un complessivo nulla di fatto nelle votazioni in corso, che innanzitutto impedisce l’insediamento nel nuovo Csm”.