L’OPL 245 è una concessione petrolifera che riguarda il più grande giacimento offshore della Nigeria. Sotto il governo Abacha, uno dei dittatori più ricchi della storia africana, l’OPL 245 viene assegnata in modo fraudolento alla società Malabu, un’impresa, secondo i giudici dell’High Court di Londra, riconducibile all’allora Ministro del petrolio nigeriano Dan Etete e allo stesso Abacha. Il prezzo? 20 milioni di dollari, soltanto 20 milioni per un giacimento da 500 milioni di barili di greggio. * Secondo alcuni pentiti di mafia tra i quali Tommaso Buscetta (il boss che grazie a Falcone divenne collaboratore di giustiza e che spiegò agli inquirenti per filo e per segno la struttura di “Cosa Nostra”) Mattei fu ucciso dalle cosche siciliane su ordine “straniero” per aver osato ledere gli interessi della 7 sorelle del petrolio. Tra l’altro sempre Buscetta dichiarò che il giornalista Mauro De Mauro, che aveva scoperto qualcosa sulla morte di Mattei, venne rapito da un tal Mimmo Teresi, uno dei protagonisti dell’incontro tra “Cosa Nostra” e Berlusconi durante il quale, mediante la criminale intermediazione di Dell’Utri, venne sancito il patto tra le cosche e l’ex-cavaliere.
Dan Etete, poi condannato in Francia per riciclaggio di denaro, fu coinvolto nello scandalo “Bonny Island“ per il quale l’ENI patteggiò con le autorità americane il pagamento di oltre 350 milioni di dollari per aver raggirato le norme anti-corruzione nella realizzazione di impianti per la liquefazione di gas naturale.
Oggi l’ENI, la più grande impresa italiana, l’azienda di Enrico Mattei *, è indagata per corruzione internazionale. Pare che abbia acquistato proprio la concessione OPL 245 per 1,1 miliardi di dollari sapendo che il denaro sarebbe finito nelle casse di Malabu e non in quelle dello stato nigeriano. Il tutto utilizzando faccendieri, mediatori, lobbisti sempre pronti se si tratta di mettere le mani su gruzzoli considerevoli.
Chi sono questi intermediari? C’è Ebeka Obi, un imprenditore nigeriano risentitosi perche nell’affare non ha ricevuto la “stecca” pattuita. C’è Gianluca De Nardo, un mediatore iscritto nel registro degli indagati dai PM del Tribunale di Milano De Pasquale e Spadaro. C’è Luigi Bisignani, storico faccendiere il cui nome compare fin dagli anni ’80 nella lista della P2. Bisignani, “l’uomo che sussurra ai potenti” ha un curriculum di tutto rispetto. Arrestato già nel ’94 nell’inchiesta Enimont ha recentemente patteggiato 1 anno e 7 mesi nel processo P4. Storico partner tennistico dell’ex-Ad di ENI Scaroni **, Bisignani si è prodigato affinchè l’affare ENI-OPL 245 andasse in porto. Brunch di lavoro, viaggi, telefonate su telefonate con De Nardo e Descalzi, il nuovo boss di ENI fresco di nomina renziana nonostante sia sempre stato il braccio destro del padre, padrone e padrino Scaroni.
Se l’ENI sia o meno colpevole lo decideranno i giudici ma il punto non è questo. In Nigeria vengono estratti 2,5 milioni di barili di petrolio al giorno eppure il paese compra benzina dagli USA. In Nigeria ci sono foreste, campi fertili, fiumi e mari eppure l’aspettativa di vita è 50 anni e i bimbi muoiono di diarrea. Il PIL in Nigeria aumenta ogni anno eppure la forbice tra i ricchi (pochi) e i poveri (tanti) si allarga sempre più.
La corruzione dilaga sostenuta dal “modus operandi” occidentale degnamente rappresentato da ENI o Shell e la droga circola come nelle periferie di Medellin.
La miseria del nord del Paese dove operano i fondamentalisti religiosi di Boko Haram o l’inquinamento nel delta del Niger dove a combattere contro lo sfruttamento del territorio ci sono i combattenti del MEND (Movement for the Emancipation of the Niger Delta) cozza con le ville faraoniche dei politici nigeriani che mostrano con orgoglio ai loro partner economici europei cadillac turchesi e rubinetti in oro massiccio.
Il fondamentalismo religioso in Nigeria ha causato, dal 2009, 470.000 esuli e centinaia di morti. Sono uomini e donne che fuggono e cercano fortune in Europa ma finiscono spesso in qualche gang criminale o sulle strade a battere per dare “un pò d’amore a chi non sa che farne“.
La mafia nigeriana oggi in Italia gestisce fette favolose del mercato della droga. Paga il “pizzo” alla camorra per utilizzare i suoi territori e ha le mani in pasta nei business delle prostitute e dei rifiuti tossici. La mafia nigeriana è pericolosissima, è frutto anche dell’immigrazione clandestina e chi lo denuncia non è razzista! Chi lo denuncia vuole solo garantire sicurezza in Italia e vuole risolvere, alla radice, la tragedia dei flussi migratori. Eppure chi osa associare un africano al crimine organizzato viene taccato di xenofobia. Ma chi è il vero razzista? Chi vuole garantire sicurezza sul suolo italiano o chi si arricchisce sulle spalle dei nigeriani? Chi è lo xenofobo? Chi analizza le cause della poverta sub-sahariana o chi ne è artefice acquistanto concessionarie petrolifere da uomini corrotti senza che i popoli, i legittimi proprietari, ne beneficino minimamente? E chi sono i fondamentalisti? Certamente i guerriglieri di Boko Haram che trovano nel fanatismo religioso un pretesto di lotta tuttavia è da stolti non considerare le loro deprecabili azioni anche come reazioni ad altrettanto deprecabili comportamenti occidentali.
Esiste il fondamentalismo religioso ma esiste anche quello “danaroso“. C’è chi vede nel profitto, nell’oro nero o bianco o nei diamanti le ragioni della propria vita. C’è chi, per un affare internazionale, passa sopra le vite di milioni di fratelli africani e magari sono gli stessi che danno del razzista a un deputato del M5S quando dice che “gli africani devono stare a casa loro perchè quella è casa loro“.
E chi rappresenta il volto della speranza? Chi studia carte su carte giorno e notte e scopre che Descalzi e Scaroni sono la stessa cosa, chi denuncia i casi di corruzione dell’ENI in aula mettendosi contro gran parte del sistema mediatico *** o chi tace per paura di perdere uno sponsor o il finanziamento alla propria campagna elettorale? E chi vuole il male dell’Africa? Chi nomina Descalzi AD dell’ENI o chi, come il M5S, ne chiede da mesi la rimozione? In Africa si dice “chi vuole veramente una cosa trova una strada, gli altri una scusa“. Noi vogliamo che lo Stato comandi sulle partecipate, vogliamo che il profitto sia perseguito ma non a scapito delle popolazioni africane e vogliamo che i corrotti escano di scena definitivamente, dal delta del Niger fino ai piani alti dell’Ente Nazionale Idrocarburi.” Alessandro Di Battista
** Scaroni nominato in ENI sebbene avesse patteggiato nel ’96 1 anno e 6 mesi per tangenti al PSI è appena uscito dall’azienda con una liquidazione da oltre 8 milioni di euro nonostante gli scandali, i casi di corruzione internazionale e la sua ultima condanna a 3 anni di carcere per disastro ambientale.
*** L’ENI possiede l’agenzia AGI. L’ENI garantisce sponsorizzazioni milionarie a RAI e Mediaset. L’ENI ha investito in pubblicità sulla carta stampata oltre 12 miloni di euro negli ultimi 2 anni. L’ENI ha utilizzato, anche grazie all’intermediazione di Bisignani, la societa della Santanchè Visibilia per comprare spazi su Libero e Il Giornale.