L’elezioni dei giudici del CSM secondo il M5S

“Il Consiglio superiore della magistratura (CSM)” è un organo di rilievo costituzionale dell’ordinamento politico italiano, di governo autonomo della magistratura italiana ordinaria. E’ un organo di autogoverno, con lo scopo di garantire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello Stato, in particolare da quello esecutivo, secondo il principio di separazione dei poteri espresso nella Costituzione della Repubblica italiana. La Costituzione, all’art. 110, assegna al ministro della Giustizia il compito di curare “l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia”, ferme restando le competenze del CSM; l’art. 101, comma 2, inoltre, garantisce la piena autonomia e indipendenza dei giudici da ogni altro potere dichiarando che essi “sono soggetti soltanto alla legge”. L’organo che assicura l’autonomia dell’ordine giudiziario è il Consiglio superiore della magistratura (CSM), cui compete l’autogoverno dei magistrati ordinari, civili e penali. Ad esso spettano, infatti, le competenze in materia di assunzioni, assegnazioni e trasferimenti, promozioni e provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati ordinari (i magistrati amministrativi, contabili e militari hanno propri organi di governo).
In questi giorni si sta procedendo al rinnovo del Consiglio. Se non ne siete venuti a conoscenza è perché l’informazione dedica poco spazio a questi passaggi essenziali per la vita democratica del Paese: ma come troppo spesso accade, la sfrontatezza dei partiti e dei loro esponenti porta questi fatti agli “onori” delle cronache non per diffondere la cultura delle istituzioni ma per gli scandali che suscitano i loro comportamenti anti-istituzionali. E’ il caso di Cosimo Ferri, sottosegretario alla Giustizia, noto palombaro, saltato dall’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) al Governo Letta per volontà e designazione di Silvio Berlusconi, poi magicamente (nonché misteriosamente) confermato come uomo “tecnico” da Matteo Renzi, che ha pensato bene di intervenire direttamente sulle elezioni del CSM facendo campagna via sms per due candidati della sua corrente che, indovinate un po’, sono stati entrambi eletti! Al silenzio del Governo su questa vicenda scandalosa e gravissima, il MoVimento 5 Stelle si è opposto chiedendo le dimissioni del Sottosegretario, ma il Governo è rimasto silente.
Nel frattempo, dalla stessa stampa che apre gli occhi solo quando è ormai troppo tardi sono iniziati a trapelare nomi per la Corte costituzionale, basati su accordi fasulli su notabili di partito da mandare alla Consulta, come Violante in quota PD e Ghedini in quota FI, che servono forse a mascherare nomine di personaggi meno noti alle cronache politiche, ma altrettanto fedeli, come è stato nel caso del giudice uscente Luigi Mazzella e del giudice Paolo Maria Napolitano, che, pur non avendo legami evidenti con il NotoPregiudicato e il suo partito, andavano a cena insieme a lui e all’allora Ministro della Giustizia Alfano, proprio prima di partecipare alla decisione sulla sentenza sul Lodo incostituzionale che di Alfano portava il nome e che serviva a evitare al Pregiudicato di diventare tale.
Per combattere la cultura che è alla base di episodi simili, il M5S propone un sistema nuovo, per un cambiamento di metodo radicale e culturale, prima ancora che politico.
Il Parlamento in seduta comune (deputati + senatori) si sta riunendo, per eleggere i due giudici della Corte costituzionale e rinnovare per intero i membri “laici” del Consiglio superiore della Magistratura (CSM), essendo giunto al termine il mandato di quattro anni dei suoi componenti.
Il CSM è un organo di rilevanza costituzionale di fondamentale importanza nell’ordinamento italiano. La nostra Costituzione stabilisce che i giudici siano soggetti soltanto alla legge e che la magistratura sia un ordine autonomo e indipendente dal potere legislativo, il Parlamento, e dal potere esecutivo, il Governo. Sulla base di tale impostazione la Costituzione affida proprio al Consiglio superiore della magistratura la funzione di autogoverno dei giudici. Al Ministro della Giustizia spetta soltanto l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia, mentre al CSM spettano le competenze in materia di assunzioni, assegnazioni e trasferimenti, promozioni e provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati ordinari. In questo modo i nostri Padri costituenti hanno voluto evitare che un organo di squisita natura politica avesse il controllo delle carriere dei giudici, al fine di garantire il valore supremo della loro indipendenza. Il CSM è un organo composto per la grande maggioranza da giudici, che essi stessi eleggono tra le loro fila per “autogovernarsi”. Al tempo stesso però, per temperare la possibile chiusura in sé stessa della magistratura ed evitare che il suo organo di autogoverno fosse eccessivamente autoreferenziale, i Costituenti hanno previsto che una parte dei componenti, i cosiddetti membri “laici“, da un lato non fossero selezionati da parte dei magistrati, dall’altro che dovessero essere scelti al di fuori delle fila dell’ordine giudiziario, in modo da poter svolgere una funzione di garanzia all’interno del CSM. Si capisce quindi quanto siano importanti le funzioni di controllo delle carriere dei giudici e la scelta di chi andrà a svolgerle.
Il CSM è presieduto dal Presidente della Repubblica, affiancato dal primo presidente e dal procuratore generale della Corte di cassazione. I restanti componenti, il cui numero è stato fissato dalla legge in ventiquattro, sono eletti per due terzi (sedici) da tutti i magistrati ordinari tra gli appartenenti alle varie categorie, e per un terzo (otto) dal Parlamento in seduta comune tra professori ordinari di università in materie giuridiche ed avvocati dopo quindici anni di esercizio. Questi sono eletti con votazione a scrutinio segreto e con la maggioranza dei tre quinti dei componenti l’assemblea per i primi due scrutini, mentre dal terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti.
Come è già avvenuto per l’elezione dei giudici della Corte costituzionale, anche in questo caso il nostro scopo è quello di rendere trasparente questa procedura introducendo un metodo innovativo che consiste nel rendere pubblici i nomi delle personalità individuate dalle forze politiche di modo che esse possano essere condivise in modo trasparente e con la piena consapevolezza dei cittadini.
Il MoVimento Cinque Stelle ha individuato dei candidati, scegliendo persone che, insieme ad una indiscussa esperienza, mostrino di avere la schiena dritta, di essere cioè in grado di svolgere questo delicato ruolo secondo i fini che la Costituzione prescrive, e dunque non nell’interesse esclusivo del partito politico che li ha designati, e che siano al tempo stesso in grado di resistere alle pressioni e alle ingerenze che potrebbero subire una volta eletti. I nomi dei candidati individuati saranno votati in rete dagli iscritti certificati prima di essere proposti in Parlamento. Vorremmo che il CSM sia composto da persone che abbiano ben chiaro che il ruolo dei giudici sia difendere i cittadini dagli abusi del potere.
Confidiamo che si colga la portata di questa proposta di apertura del dibattito ai cittadini che, come abbiamo premesso, è finalizzata ad un cambiamento culturale prima ancora che politico.”
Commissioni M5S Affari Costituzionali Camera e Senato – Commissioni M5S Giustizia Camera e Senato