Merendina obbligatoria. Il PD retrò e il caso della scuola di Pomezia

“E’ bello vivere in un Paese dove i principi dell’uguaglianza universale sono così tesaurizzati che si esige che la merendina sia obbligatoria per tutti. Perché di questo si parla, nello scandalo generale che i giornali hanno descritto come “L’M5S fa mangiare di meno i bambini poveri” con tanto di foto di lussuose Sacher Torte mai apparse in mense scolastiche. In realtà, in quella scuola di Pomezia -dove il sindaco ahilui è M5S – si trattava di una merendina del pomeriggio, come spiega lo stesso sindaco: potevi decidere che a tuo figlio la fornisse la scuola, oppure preferire che si portasse da casa la sua merenda preferita. Nel mio caso, per mio figlio avrei senza alcun dubbio scelto la seconda opzione. Finendo automaticamente, secondo la stampa, nella categoria delle famiglie povere e affamate che quel sadico sindaco condanna alla denutrizione. In realtà, come tantissime mamme ho sempre dato al figliolo torte e panini fatti in casa e gli ho proibito le merendine. Se venissero a saperlo i giornali e certa sinistra che non capisce un accidente, probabilmente mi taccerebbero di dittatrice che toglie al figlio il fondamentale diritto umano alla merendina pomeridiana. Per fortuna arrivano alla riscossa i sinceri democratici: merendina obbligatoria. Con i relativi grassi idrogenati, zuccheri e conservanti, garanzia di modernità e acquisito benessere. C’è qualcosa di romantico nell’essere rimasti a valori e mentalità degli anni ’50: a tal punto da non capire che un panino, una torta fatta in casa, un dolce della mamma con le uova biologiche costano anche molto ma molto di più di quei 40 centesimi di differenza prezzo. Insomma, vivendo nel 2014 ho anche il sospetto che a scegliere il pasto con merendina inclusa fossero proprio le famiglie meno abbienti. D’altronde, lo scrivevo 5 anni fa che con la crisi si tende a mangiare più trash food industriale. Pretendere che i piddini capiscano questo ragionamento un po’ ambientalista e un po’ sostenibile, però, è utopia. Non si aggiorneranno mai, hanno le ideologie retrò”.
Debora Billi