I lavoratori della Micron contro l’ipocrisia al governo

“Fisici, ingegneri, informatici, ricercatori. Giovani, preparati, brillanti. Una generazione di cervelli che rischia di sparire, di volare via. Alla faccia del premier che si diverte a usare la tecnologia come un adolescente e ha promesso che i settori innovativi sarebbero stati protetti in Italia. La storia della Micron smaschera l’ipocrisia del governo. E’ una vertenza che ha le sembianze dello scandalo. Crisi? Recessione? No, i bilanci vanno a gonfie vele. E allora eccoci di fronte alla protervia della dirigenza straniera di una multinazionale che semplicemente ha deciso una ristrutturazione globale in cui l’Italia è vittima sacrificale, con 419 dipendenti messi in mobilità e la forza lavoro nel nostro Paese tagliata di circa il 40%. La italo-francese STMicroelectronics sei anni fa aveva fuso il suo ramo memorie con quello della Intel, dando vita a Numonyx che poi, nel 2010, era stata acquistata dall’americana Micron. Ora i manager a stelle e strisce hanno deciso di delocalizzare, rubandoci competenze e know-how industriale. I dipendenti italiani giustamente protestano sotto le finestre di Renzi perché è inaccettabile essere messi per strada da un’azienda che l’anno scorso ha visto passare il fatturato da 6,8 a oltre 14 miliardi di dollari. Micron non può e non deve andare via. Il M5S è dalla parte dei lavoratori.” M5S Camera