Legge elettorale M5S: Il voto di preferenza – Aldo Giannuli

Voto di preferenza

“Fin dagli inizi il Movimento 5 Stelle si è pronunciato a favore dell’uso della preferenza per scegliere i parlamentari contro il sistema ormai vigente delle liste bloccate. Ora bisogna chiarire come usare le preferenze, perché ci sono diverse soluzioni possibili. La polemica che molto spesso si fa sul voto di preferenza è il fatto che il voto di preferenza spinge verso la corruzione, cerca un consenso alle singole persone, truccando la competizione tra i partiti.
Un rimedio c’è. In alcuni paesi si usa o si è usato il cosiddetto Panachage, che cosa è? L’elettore può esprimere la preferenza anche per un candidato di partito diverso da quello scelto. Il massimo di divisione tra le due espressioni di voto è rappresentato dal fatto che si consegnano all’elettore due schede, una per la scelta del partito e l’altra per la scelta dei candidati preferiti. La divisione dei seggi si fa sui voti ottenuti da ciascun partito, dopodiché all’interno di quella lista prevale il candidato che ha ottenuto il maggiore numero di preferenze. In questa maniera si ottiene di sterilizzare il voto clientelare ai fini della distribuzione dei seggi.
Un secondo ordine di problemi, che in qualche modo va risolto è preferenza unica o preferenza plurima? Fino al 1991 era possibile esprimere due, tre o anche quattro preferenze. Questo ha dato luogo a una serie di abusi, per esempio con la combinazione dei voti da esprimere si finiva per poter identificare l’elettore, soprattutto in alcune regioni, per cui ci fa un referendum che stabilì che la preferenza dovesse essere unica. Connesso in qualche modo, è il problema del cosiddetto “voto di genere“. Quando la preferenza è unica le donne elette sono pochissime, perché regolarmente l’unica preferenza viene accaparrata dai candidati maschi. Una possibilità, che non dovrebbe implicare il problema del controllo del voto, potrebbe essere quella di poter esprimere fino a due preferenze, ma a condizione che le due preferenze siano date a candidati di sesso diverso, un uomo e una donna.
La preferenza unica ha reso meno probabile il controllo dell’elettore, ha in qualche modo scoraggiato la formazione di cordate, però ha anche generato una caccia al voto di preferenza accanita che induce a fenomeni di corruzione e di dispendio della campagna elettorale personale dei candidati. La preferenza unica spesso è stata affrontata dai partiti in questa maniera: si mette il blocco dei candidati che hanno possibilità di essere eletti, per esempio i candidati parlamentari uscenti, e poi una serie di candidati senza alcuna possibilità che stanno lì tanto per riempire la lista. Questo finisce per sterilizzare lo stesso scopo del voto di preferenza, bloccando i candidati che hanno maggiori probabilità. È un problema da prendere in considerazione quando si decide preferenza unica o plurima.
I quesiti sono due. Il primo quesito è Panachage sì o no? Il panachage è disgiungere il voto di preferenza dal voto di lista. Il secondo quesito è preferenza unica oppure preferenza plurima. Se si deciderà per la preferenza plurima si dovrà stabilire se introdurre l’obbligatorietà del voto di genere.” Aldo Giannuli