Le tasse sul risparmio

Tassare il risparmio è incostituzionale, art. 47 della Costituzione, La norma ha per oggetto al primo comma il risparmio e il credito (“la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”). Il risparmio costituisce un valore costituzionale che lo Stato deve incoraggiare attivamente e tutelare contro ingiuste riduzioni di ricchezza.
Renzie ha aumentato il prelievo fiscale sui guadagni da investimenti finanziari dal 20% al 26%. Chi ha risparmiato per una vita si è visto più che raddoppiare le imposte in due anni. Non è solo incostituzionale tassare il risparmio, ma è anche immorale e in questo caso contrario allo sviluppo di quel poco di economia che c’è ancora in Italia. Infatti l’aumento non riguarda i titoli pubblici, ma tutto il resto: prodotti finanziari da conti correnti a conti deposito, azioni, obbligazioni. Si spinge il risparmiatore verso il debito pubblico generato dalla corruzione e dagli sperperi, ultimo il caso dell’Expo di Milano, piuttosto che dare ossigeno alle aziende. Le porcate però il governo Renzie non può lasciarle a metà. L’aumento di tassazione non colpisce infatti le banche e gli istituti finanziari, ma solo i cosiddetti “nettisti“, appellativo dato alle famiglie e ai risparmiatori individuali. E non a caso. Le banche sono costrette dalla UE ad acquistare i nostri titoli di Stato dall’estero, oggi hanno in pancia circa 400 miliardi di euro di titoli mentre il nostro debito in mano alle banche estere, in prevalenza, tedesche e francesi è diminuito dal 50% del totale a meno del 30%. I privati non hanno questo obbligo e e hanno diminuito del 50% gli investimenti in BTP e BOT negli ultimi due anni. Vanno puniti! Comprate BOT e pagherete meno tasse. Una manovra che punisce i risparmiatori, che cercheranno investimenti più redditizi all’estero, e le aziende italiane che avranno ancora meno risorse di ora. Dobbiamo mandarli a casa prima che sia troppo tardi. Vinceremonoi!