Prigioniero in casa propria

“In carrozzina, 100% invalidità, in una casa in affitto da 700 euro mese. Casa popolare? Solo un sogno! Ho dovuto prendere quella che era disponibile. Casa fatta di scale, gradini: impossibile qualsiasi movimento se non rimanere solo nell’angolo in cui qualcuno letteralmente alla mattina mi trasporta di peso per poi alla sera riportarmi a letto. Così per giorni, mesi e anni. Nel 2013 sono uscito tre volte, aiutato da una persona. Ricordo il calore del sole, l’aria, anche la pioggia, ricordo che erano favolose. Il paese dove sopravviso è piccolo, nel nord. Il Comune sa e nulla fa. Se non ci fosse quell’amico dovrei tentare di trascinarmi con le braccia strisciando a terra salendo le scale per raggiungere i letto e per ogni altra cosa, ma l’amico non e’ sempre qui, non potrebbe, quindi passa solo al mattino e alla sera. I bisogni li faccio in secchio vicino a dove sono, per abbassarmi uso le braccia, poi l’amico provvede a svuotare. Badante a pagamento, impossibile, costerebbe troppo. Pagato l’affito mi rimane il poco per mangiare una piatto unico una volta al giorno ma non di più, mangiare che mi fa alla sera quell’amico, poi ci sono le bollette. Come pago? Con quel poco di pensione di invalidità con integrazioni di soldi dell’amico, lui non me lo dice che paga le bollette e altro per non farmi sentire peggio di quello che già mi sento, ma io lo so. Di giorno però posso vedere fuori dalla finestra, osservo una piccola fetta di cielo e sogno ad occhi aperti di poter volare. Il mondo lo vedo al computer su internet, grazie a internet da solo ho imparato quattro lingue e altre cose. Devo assolutamente resistere, IO SONO quindi ho diritto per lo meno a sopravvivere, per quel che mi è dato.” Carlo