MPS: Atto finale

“Frange del Pd e un pool di banche “selezionate” stanno finendo di saccheggiare quello che rimane del Monte dei Paschi. Ieri mattina 27 dicembre è stata rinviata l’assemblea degli azionisti. La seduta era chiamata a deliberare un aumento di capitale di 3 miliardi di euro che, nei piani del CdA e del suo Presidente Alessandro Profumo, dovrebbe consentire il ripianamento del debito che MPS ha con lo Stato (Tremonti/Monti Bond).
Il presidente Profumo, anche con l’appoggio di AXA assicurazioni, ha fatto sì che mancasse il quorum alla prima assemblea, così da lasciare il cerino in mano alla Fondazione MPS che oggi – nella seconda convocazione – avrà potere di vita o di morte (nella seconda assemblea il quorum è al 33,3% e la fondazione è al 33,4%) sul piano industriale proposto dal CdA. Dietro questa operazione di normale amministrazione si cela il tentativo ultimo e definitivo di sottrarre il Monte dei Paschi alla comunità ed al territorio di riferimento. A garantire l’aumento di capitale di 3 miliardi di euro sono le stesse banche che sono creditrici nei confronti della Fondazione, la quale, con questa operazione, finirebbe in pochi mesi ben sotto il terzo del capitale societario. Anzi, sarebbe quasi certamente destinata all’estinzione. Le banche hanno quindi il potere e l’opportunità di spolpare e azzerare definitivamente il controllo pubblico della storica banca, dopo oltre cinquecento anni. La strategia è chiara: con soli 3 miliardi di euro, banche e finanziarie intendono far man bassa del più antico istituto di credito italiano che ha attualmente un patrimonio stimato in nove miliardi di euro. Tre al prezzo di uno. Da una parte c’è il presidente Profumo, frange del Pd (la potente corrente dalemiana) e le banche creditrici, in larga parte straniere. Dall’altra la Confindustria, l’amministrazione comunale di fede renziana, e la presidente della Fondazione Antonella Mansi. Vecchia politica e antichi interessi fioriscono ancora sotto la torre del Mangia.” M5S Siena