L’Italia, una bisca a norma di legge – di Carlotta Zavattiero

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“Sono Carlotta Zavattiero, saluto con grande piacere e simpatia gli amici del blog di Beppe Grillo, sono giornalista e mi occupo anche del gioco di azzardo, questa grande truffa ai danni del cittadino. Prima ritenevo che fosse responsabile anche l’italiano medio: “perché giochi?“. In fondo vuoi fare soldi subito in modo facile, ma il problema, mi sono resa conto, è politico e culturale. E’ dall’alto che bisogna intervenire e non fare passare il gioco come una forma sostitutiva di arricchimento per lo Stato, perché lo Stato si sta impoverendo, gli italiani pure.
Lo stato gestisce il gioco attraverso la Aams, anzi gestiva, perché adesso la Aams non esiste più. La Aams era la amministrazione autonoma dei monopoli statali, che dal luglio dell’anno scorso non esiste più, perché è stata inglobata, siamo in tempi di spending review, nella Agenzia delle dogane e monopoli. L’ipocrisia in cui ci muoviamo dentro il settore del gioco legalizzato si vede nel fatto che la stessa Aams (dico Aams perché è più chiaro, ma ormai è la Agenzia delle dogane e dei monopoli) ha attuato da qualche anno una serie di iniziative entrando nelle scuole, proponendosi di fare prevenzione, mentre in realtà fa promozione del gioco presso gli studenti. Che cosa succede? Che rappresentanti della agenzia delle dogane e monopoli entrano nelle scuole e parlano ai giovani, di solito sono studenti del liceo e quindi non ancora maggiorenni, avvertendoli dei rischi del gioco di azzardo. La cosa inquietante è che a questi giovani, che magari non hanno mai sentito parlare di slot machine, viene dato un messaggio che non è quello “non giocate“, come si potrebbe dire “non drogatevi” o “non fumate“, ma “giocate responsabilmente“! Si fa passare come messaggio di prevenzione quello che invece è un vero e proprio messaggio promozionale.
Dentro Aams esisteva un comitato generale per i giochi che dipendeva direttamente dal ministero dell’economia, ora non esistendo più Aams questo comitato non esiste più. Restano però le stesse figure, come quella di Giorgetti, sottosegretario all’economia, grande difensore del gioco, che negli anni del berlusconismo più spinto ha comunque avallato la liberalizzazione dei giochi, che ora invadono tutta l’Italia. Adesso si può giocare non soltanto nelle sale gioco dedicate, ma si possono acquistare gratta e vinci e scommettere negli uffici postali, supermercati, stazioni, autogrill, l’Italia è diventata una bisca a cielo aperto e questo è stato possibile grazie alla liberalizzazione che è stata attuata dalla politica.
Ormai la macchina del gioco è stata avviata e non è più possibile fermare il meccanismo, che sembra sia sfuggito di mano allo stesso Stato. I danni che porta il gioco d’azzardo hanno dei costi anche sul sistema sanitario nazionale: è la cosiddetta ludopatia. I giocatori compulsivi sono circa 800 mila in Italia e spendono tutto e di più per poter realizzare una passione che passione non è. Il problema del gioco è quello di riuscire a conciliare incassi per lo Stato con la di tutela del consumatore cittadino. Ma è qui la grande contraddizione e il grande paradosso.
Il gioco d’azzardo, per come è strutturato e organizzato nel Paese, ha fatto sì che la malavita sia entrata nella filiera legale. Esiste un interessante studio che è stato fatto dalla associazione Libera, fondata da Don Ciotti, Azzardopoli, in cui si dice che addirittura 41 clan di Mafia, ‘ndrangheta, varie sono entrati all’interno della filiera del gioco legalizzato. La cosa assurda, che non viene fatta notare, è che mentre gli italiani stanno spendendo sempre di più per il gioco, che lo stato incassa sempre meno in termini netti. Questo perché il Preu, cioè prelievo erariale unico, vale a dire la tassa che lo Stato impone sui vari giochi, sui giochi più diffusi tra la popolazione italiana, i gratta e vinci e le slot machine, è inferiore. Come è possibile però che in un Paese che stringe la cinghia, che si impoverisce, uno possa spendere all’anno mille euro per il gioco d’azzardo? Perché probabilmente, questa è una mia ipotesi, quelle cifre sono gonfiate da investimenti che fa la malavita del gioco. Qualche cosa che non quadra c’è!” Carlotta Zavattiero, autrice per Adagio di “Giochi sporchi