“Mission” e la tv del dolore

“Nessuna censura per “Mission“. Nessuno ha mai pensato di censurare alcunché. Chiedere alla Rai di rendere conto della qualità e della serietà di un programma che dovrebbe trattare il dramma dei campi profughi in Africa con l’ausilio di personaggi del mondo dello spettacolo sia necessario buon senso. La Rai è finanziata grazie al canone pagato dai cittadini, a cui deve assicurare un servizio pubblico di alto livello. Ben venga un programma che in prima serata ponga all’attenzione degli spettatori le condizioni disperate in cui versano profughi e rifugiati di guerra. Ma che il tutto avvenga con sobrietà! Rispettando la dignità delle persone coinvolte. Accostare protagonisti del mondo dello spettacolo al racconto di un dramma umanitario produce una tv del dolore e della lacrima che non ha nulla a che fare con l’informazione e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Se penso che il dolore venga anche solo per un istante minimamente spettacolarizzato, banalizzato o sfruttato per un punto in più di share, sento – e credo che anche gli altri membri della Commissione Vigilanza siano d’accordo – che è mio dovere prima di tutto come essere umano, poi come cittadino e alla fine come Presidente della Vigilanza Rai, fare quello che posso per far riflettere su una questione di delicatezza estrema. I cittadini vanno informati e resi coscienti di quello che avviene nel mondo, non commossi. E sono convinto che i vertici Rai non possano che concordare.” Roberto Fico