I fumi della Food Valley

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“Si accende il camino, finalmente hanno detto in tanti, e scoppia il caos. La food valley sull’orlo del baratro. E di chi è la colpa? Ma di Grillo, naturalmente. Che ha avuto il coraggio di raccontare la verità che tutti conoscono. Che questi impianti sono industrie insalubri di classe prima. A Torino, dopo la recente inaugurazione dell’altro inceneritore Iren nuovo di zecca, siamo al quarto fermo impianto. A Parma ad aprile Arpa ha mandato un esposto in procura per le emissioni fuori norma di Ugozzolo in fase di prova di accensione. Un inceneritore è una minaccia, una pistola carica costantemente puntata alla tempia. A Montale le diossine hanno inquinato i campi e i prodotti dei campi. A Pietrasanta il camino ha inquinato i torrenti a fianco dell’impianto, 3 km dalla spiaggia, l’inceneritore è stato sequestrato, il processo iniziato, gli imputati hanno chiesto il patteggiamento. A Colleferro 13 arresti per dati di emissione taroccati e traffico illecito di rifiuti pericolosi. L’elenco potrebbe continuare a lungo. Del resto, aldilà delle evidenze penali e dei casi di sequestro, sono i medici che hanno lanciato l’allarme da tempo su questo tipo di impianti. La massiccia produzione di polveri ultrafini che oggi sono state riconosciute a livello mondiale dall’OMS come responsabili certe di molte malattie respiratorie e cardiovascolari, ma anche degenerative, ormai abituali dei tempi contemporanei. E’ per questo che l’ordine dei medici dell’Emilia Romagna fece richiesta nel 2007 di una moratoria sui nuovi impianti di incenerimento, mettendo in allarme la comunità scientifica ma non riuscendo nel loro intento. Moratoria chiesta di nuovo nel 2012. Anche gli studi ufficiali come Moniter, nonostante i limiti insiti nella metodologia, hanno evidenziato una diretta correlazione tra vicinanza agli impianti e parti pre termine, un indice di sofferenza del feto che non possiamo ignorare. Le polveri ultrafini, impossibili da bloccare nemmeno per i filtri più efficienti e con maglie fittissime, entrano direttamente negli alveoli polmonari, opprimendo gli organi, addirittura mettendo a rischio la corretta trasmissione del Dna, con la loro capacità di “confondere” le nostre cellule più preziose. Nelle grida di queste ore non abbiamo letto da nessuna parte un approfondimento sulla reale incidenza degli inceneritori nella salute delle popolazioni che abitano nel raggio della loro azione. La salute dovrebbe invece porsi davanti a tutto il resto. E’ per questo motivo che la nostra associazione non attenuerà la propria opposizione a questo impianto pericoloso e porrà in atto tutte le strategie per farlo chiudere nel più breve tempo possibile. Per il bene di Parma. E della food valley.” Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse