Altrimenti ci arrabbiamo!

“Dunque un vecchio puttaniere che si è fatto proteggere dalla mafia (sentenza Dell’Utri), che ha comprato giudici per interposta persona (Vittorio Metta) e che è stato appena condannato in via definitiva con interdizione dai pubblici uffici può continuare a gravare sui conti pubblici (prendere stipendi, avere commessi, avere protezione da parte delle forze dell’ordine o per esempio pagare solo l’1% sul fatturato per le concessioni delle frequenze televisive), pur senza presentarsi mai al Senato. Invece, una dozzina di parlamentari del M5S, incensurati, con tutti i loro bravi diritti politici a posto, che al contrario del vecchio puttaniere si presentano talmente tanto sul posto di lavoro da restarci anche per una intera nottata pur di difendere i principi in cui credono e gli ideali dell’elettorato che rappresentano, dovrebbero invece venire sanzionati e perdere il diritto di voto.
Questo è il senso dell’equità politico-sociale della presidente della Camera Laura Boldrini. O, per dirla con le sue parole, questa è l’interpretazione che lei dà del “decoro istituzionale“, giacché ieri si è presentata all’ufficio di Presidenza, dopo i lavori d’aula, sostenendo che l’iniziativa del Movimento 5 Stelle di salire sul tetto della Camera, contraria appunto ad ogni decoro istituzionale, era stata fonte di maggiori costi, i quali sarebbero stati dunque da addebitare senza indugio ai ragazzi che da ieri pomeriggio hanno appeso uno striscione in cima alla Camera dei Deputati, con scritto (pensate un po’) “LA COSTITUZIONE E’ DI TUTTI“.
Una cosa francamente imbarazzante e inaccettabile. Non è “decoroso” dal punto di vista istituzionale che ci sia qualche ragazzo di una forza politica da 9 milioni di voti che appende uno striscione che ricorda ai cittadini l’amore che devono a se stessi, alla loro forma di Stato, a chi ha combattuto per realizzarla. Invece, per la Boldrini è decorosissimo che ci siano centinaia di parlamentari che tentano di cambiare la Costituzione senza rispettare le regole della Costituzione stessa. Non si sa se ridere o se piangere.
E come dovrebbero essere sanzionati, questi ragazzi? Come si fa a ripianare i costi esorbitanti che questa iniziativa avrebbe fatto pesare sui conti pubblici, arrivando ad essere causa di sforamento dei parametri europei sul rapporto deficit/pil e causando un immediato rialzo dello spread sui mercati internazionali?
Regolamenti alla mano, secondo il questore del Senato M5S, Laura Bottici, l’unica cosa che la Boldrini può fare, in base all’art. 60, comma 4, è, per fatti di eccezionale gravità che si svolgono nella Camera ma fuori dell’aula, proporre all’ufficio di presidenza le sanzioni del comma 3. Ossia interdizione dai lavori dell’aula da due a quindici giorni di seduta, il che equivale a togliere al Movimento 5 Stelle una dozzina di voti per un massimo di due settimane, ostacolando così ancora di più la difesa della Costituzione, visto che il Movimento 5 Stelle è l’unico che ancora se ne preoccupa e visto che, proprio da lunedì, si inizia a votare su come cambiare l’articolo 138, che è quello che dice come si cambia l’articolo 138, senza rispettare le regole indicate dall’articolo 138. Un capolavoro del furto con scasso da veri delinquenti della democrazia.
Ma forse la Boldrini, giacché secondo lei questa operazione sarebbe stata fonte di maggiore esborso per le istituzioni, intende allora addebitarne i costi smodati agli incauti sventolatori di striscioni sovversivi? Innanzitutto bisognerebbe chiederle allora come intenderebbe incassare l’eventuale sanzione pecuniaria, giacché non ha mai neppure permesso al Movimento 5 Stelle di versare nei bilanci della Camera le eccedenze delle indennità dei parlamentari pentastellati. Quelle sì, che rappresentano a tutti gli effetti “maggiori costi” per le istituzioni, tanto che i Cinque Stelle hanno dovuto arrangiarsi da soli e versare sul fondo di ammortamento del debito pubblico ben un milione e seicentomila euro (il famoso Restitution Day cui presto ne seguirà un altro forse ancora più sostanzioso).
E visto che non ha voluto più di un milione e mezzo di euro (si vede che non le servivano), ma ora può darsi che voglia gli spiccioli degli spazzacamini costituzionali che si sono accampati stanotte sui tetti dei suoi regali uffici, proviamo a calcolarlo, questo maggiore esborso frutto di cotanta giustificata indignazione. La Boldrini lamenta che sarebbero stati coinvolti una ventina di commessi a lavorare, stanotte, alla Camera. Ogni commesso costa circa 75 euro. Venti commessi per 75 euro fanno 1.500 euro. Peccato che 15 commessi restino alla Camera comunque, tutte le notti, perché ovviamente il Palazzo non è che al calare delle tenebre si trasformi in qualcos’altro, in una riedizione istituzionale di Una Notte al Museo: no, continua ad essere la Camera dei Deputati e questi 15 commessi continuano a fare il loro lavoro. Dunque stiamo parlando del maggiore esborso di 4 soli commessi (se sono stati fatti 2 turni da 2 commessi ciascuno) o meno ancora (come sembra): 2 commessi in un turno unico. Ovvero la bellezza di 150 euro, che possiamo ipotizzare costino tanto quanto le pulizie dell’ufficio della Boldrini nell’arco di una settimana. E che il “maggiore esborso” che denuncia la Boldrini non corrisponda affatto alle sue strumentali previsioni, lo ha detto ieri perfino il questore della Camera Fontana, nientemeno che del Pdl, direttamente a lei durante l’ufficio di Presidenza.
Quindi, secondo una nuova e interessante interpretazione di “decoro istituzionale“, i famigerati vecchi puttanieri pregiudicati di cui sopra possono gravare per miliardi di euro sulle spalle dei cittadini e stuprare la Costituzione a loro piacimento, senza incorrere in nessuna sanzione pecuniaria e tantomeno senza essere privati del loro sacrosanto diritto di voto (pur se interdetti dai pubblici uffici) per essere più sicuri che l’operazione riesca al meglio, mentre i cittadini che la Costituzione vogliono rispettarla devono perdere la possibilità di farlo in aula, non possono restituire un milione e seicentomila euro e in più si deve presto istituire una nuova procedura d’urgenza per chiedergli la fondamentale restituzione di 140 euro.
Che poi, francamente, pure se si fossero sprecati ben 140 euro (o anche più) per finire su tutti i giornali e ricordare agli italiani che gliela stanno facendo sotto al naso, mi pare che si possa solo apprezzare l’efficacia di un’operazione mediatica portata a termine in regime di vera austerity. Il tutto è molto più socio-sostenibile che fare leggi che paralizzano l’attività di interi settori della giustizia solo per sfuggire (senza successo) ai propri guai con la legge. Chissà se per la Boldrini il blocco del motore istituzionale che gli italiani hanno subito per decenni, per colpa di chi non ha mai fatto una legge contro il conflitto di interessi (gli stessi che l’hanno messa dove è ora), rientra nei suoi parametri di “decoro istituzionale“.
Non si sa se ridere, se piangere o se perdere la pazienza. Mi viene in mente quando il solito demente di turno chiedeva a Bud Spencer e Terence Hill “altrimenti che fate, vi arrabbiate?“. E loro rispondevano “Siamo già arrabbiati!“.” Claudio Messora