Il MoVimento 5 Stelle e le banche

Immagine: L.O.V.E., scultura di Maurizio Cattelan a Piazza Affari, Milano. Lo scatto è di Paolo Margari

di Sergio Di Cori Modigliani

“Di tutte le argomentazioni usate di recente per sostenere che la presenza di M5s in parlamento è inutile e che gli eletti non fanno nulla, la più diffusa e aggressiva consiste nel denunciare il fatto che i deputati pentastellati, il movimento nel suo insieme, e Beppe Grillo sul suo blog, non abbiano preso nessuna posizione politica rispetto alle banche, alla relazione che bisogna avere con loro, rinunciando a esprimere una chiara, precisa, inconfutabile posizione politica. E’ il cavallo di battaglia di complottisti vari, di diversa natura e di orientamento politico opposto. Questo atteggiamento si avvale dell’attuale situazione mediatica italiana che consente di esaltare, propagandare, diffondere ogni argomentazione governativa, ovvero la posizione di PD PDL Lista Monti, e contemporaneamente censurare la diffusione di ogni atto, documento, azione, espressa e agita dagli eletti nelle fila del M5s, violando il dispositivo di Legge che dovrebbe imporre il rispetto della percentuale dei voti ottenuti alle elezioni politiche. In tal modo (pensano loro) non diffondendo la notizia né alla tivù né sulla stampa, la cittadinanza penserà che non esiste.
Hanno ragione, funziona. E’ il motivo per cui l’Italia è miseramente crollata al 69esimo posto al mondo come nazione che non contempla l’applicazione della libertà di stampa.
A questo serve la cupola mediatica. Per fortuna c’è la rete, strumento di diffusione di notizie e di informazioni, attraverso siti, bloggers e social networks, grazie ai quali è possibile essere messi a conoscenza di ciò che accade nel mondo della realtà vera.
Certamente presuppone un esercizio attivo: bisogna andare a cercarle. E già qui si attua una discriminazione, tra le persone che hanno – consciamente o inconsciamente – incorporato un atteggiamento passivo e quelli invece attivi, ovvero coloro che hanno capito la necessità e l’imperativo categorico – per la cittadinanza intera – di riappropriarsi della propria esistenza, di assumersi la responsabilità di poter dire “voglio usare il mio cervello“, e quindi si mettono di buzzo buono e da bravi internauti consapevoli vanno in giro a navigare in cerca di notizie. Il secondo passo, una volta trovate le notizie, consiste nel diffonderle: è la nostra unica possibilità. Questa mattina ho fatto un piccolo esperimento empirico. Ho telefonato a 20 persone che conosco nella vita reale e ho chiesto loro: “Secondo te che cosa ha fatto o sta facendo il gruppo di eletti del M5s rispetto al problema delle banche italiane? Hanno manifestato una specifica posizione politica al riguardo?“. Le risposte (va da sé che questo mio sondaggio non ha alcun valore statistico) sono state molto precise. Soltanto due persone mi hanno risposto “non ne so nulla“. 11 (votanti M5s) hanno risposto con baldanza “E’ stata una grave delusione: non ne parlano, non affrontano l’argomento, e c’è una censura su questo tema“. Tra questi, 6 sostenevano che “non ne parlano perché evidentemente la Casaleggio si è messa d’accordo con le banche, a loro di sicuro il fido glielo fanno“; altri 5 invece, meno complotttisti per un verso ma molto più complottisti per un altro verso, sostenevano che “si vede che Grillo e Casaleggio sono stati minacciati e quindi non ne parlano altrimenti gli portano via tutto quello che hanno“. Gli altri 7 (hanno votato PD Sel e Lista Ingroia) sicuri al 100% “Nulla. Neppure una parola. Silenzio totale: e questo la dice lunga. Hanno scelto di non fare nulla e soprattutto hanno scelto di non parlarne“. Questa modalità di approccio nutre ogni mattina la vita dei feisbucchiani e dei twittari che, a turno, si rimbalzano l’un l’altro queste interpretazioni.
Questo post è per comunicare ai lettori e alla cittadinanza ciò che hanno fatto e stanno facendo i deputati M5S alla Camera riguardo questo problema. Sta a voi, dopo aver letto la documentazione, trarne la vostra idea, la vostra sensazione, la vostra formazione interiore, trasformandovi così in nodi attivi, diffondendola se lo ritenete opportuno. Altrimenti il web diventa inutile.
Sulla prima pagina del mio quotidiano cartaceo surreale a titoli cubitali ci sarebbe scritto: “M5S all’attacco dei banchieri predoni: per la prima volta in parlamento un gruppo politico chiede che l’intero sistema bancario italiano venga messo sotto controllo da parte degli apparati dello Stato a garanzia e tutela dei depositi e risparmi dei correntisti italiani“.
In data 1 luglio 2013, un gruppo di deputati ha chiesto “formalmente” e “ufficialmente” di far varare un immediato Decreto Legge che dia il via alla separazione delle banche d’affari da quelle commerciali, in modo tale da consentire alle banche commerciali di poter avviare subito l’apertura di crediti finanziari alle imprese che producono beni e servizi. L’intera e fondamentale interpellanza che reca il titolo DELEGA AL GOVERNO PER LA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO BANCARIO ATTRAVERSO LA SEPARAZIONE è stata pubblicata sul blog byoblu. Il giorno dopo, martedì 2 luglio 2013, nel corso della seduta n.44 alla Camera, la deputata Dalila Nesci ha presentato “formalmente” una interrogazione parlamentare alla quale è obbligo di Legge da parte del governo e del parlamento dare una risposta per iscritto, che qui vi riporto per intero, così la potete leggere, spulciare, sottolineare. Si riferisce alla assoluta necessità “immediata” di dar vita a un processo di verifica, controllo e “tutela del risparmio pubblico della cittadinanza” mettendo le briglia al cavallo impazzito del sistema bancario italiano. Se non altro, avete delle informazioni oggettive da poter usare. Fatene ciò che riterrete opportuno.” Sergio Di Cori Modigliani