Quella rabbia dentro

“Sono un imprenditore che a causa del mancato rilascio di un’autorizzazione da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dopo aver atteso invano per oltre un anno, sta licenziando tutti i suoi dipendenti. Tutti assunti a tempo indeterminato. Nessuno può immaginare quale sia il mio stato d’animo e la rabbia che porto dentro.
La mancanza di lavoro in questo paese deriva in gran parte dalla mancanza di concorrenza e dagli ostacoli che vengono frapposti a chi ha nuove idee perché il sistema tutela i soggetti che hanno posizioni dominanti. Esistono inoltre ulteriori problemi derivanti dalle attuali regole che scoraggiano le assunzioni.
1. L’IRAP è una tassa odiosa perché è applicata sugli utili delle aziende al lordo delle spese sostenute per i dipendenti.
2. Se l’azienda non paga i contributi INPS relativi a un dipendente, l’amministratore viene condannato penalmente. Se non paga una partita IVA al massimo un pignoramento
3. Se l’azienda non paga INPS, IRPEF e INAIL relativi ai suoi dipendenti, può ravvedersi entro un breve periodo di tempo pagando interessi e sanzioni. Se poi trascorre ulteriore tempo arriva Equitalia che raddoppia le somme da pagare. Questo non accade se i tuoi collaboratori sono a partita IVA
4. Dal primo gennaio di quest’anno è stato introdotto il contributo ASPI obbligatorio per le imprese che licenziano
Le nuove regole per la cassa integrazione prevedono che l’azienda non possa più anticipare la cassa ai dipendenti ma lo debba fare l’INPS, il quale ha bisogno di essere finanziato con manovre finanziarie. Ma i soldi, per i giorni già approvati e fruiti stentano ad arrivare…” Enrico Gugliotti