La sberla morale

“Ora che mezza casta è rimasta a casa, prima di consegnare il testimone, l’ufficio di presidenza da Gianfranco Fini (non eletto) e con i rappresentanti di Lega, Pdl, Udc, Idv, Pd, prepara una succosa delibera per l’ultima riunione del 5 marzo: 30 assunti a tempo indeterminato. D’un colpo, ancora. I contratti non cadono per sbaglio: vanno a proteggere i collaboratori, fidati assistenti e segretari, che hanno lavorato per i 18 componenti dell’ufficio di presidenza.
I fortunati 30 hanno seguito un percorso a chiamata. Siccome il tempo per i rispettivi referenti politici è finito, la chiamata va resa infinita con una sanatoria che costerà 3 milioni di euro l’anno. Domanda: e se il Movimento Cinque Stelle non dovesse accettare il supporto di un ex berlusconiano o bersaniano? Non succede nulla. Non ci saranno disoccupati. Perché i 30 sono di fatto distaccati, ma appartengono all’Ufficio di presidenza che avrà, invece, un ammanco di 3 milioni di euro in bilancio. Questa è l’estrema furbata di un Parlamento che non ha giocato con le tre carte, ma che le ha nascoste. Per anni, dal ’94, Montecitorio è stato imbottito di ex portaborse, a volte meritevoli e a volte inadeguati, finché l’antipolitica non li ha travolti. Valeva una regola: varcato il portone centrale, non si esce più. Senza ricordare che, spesso, c’erano consulenti giuridici sottopagati, proprio quelli che aiutavano i deputati a scrivere le leggi. Stavolta, un Parlamento che non esiste più si industria per salvare gli amici: e non con una retribuzione di medio livello, ma con l’inquadratura da dirigente. In soldoni: circa 100mila euro l’anno, in media, per ciascuno dei 30. Mancano tre giorni per fermare le penne che dovranno firmare una delibera da 3 milioni di euro.” Segnalazione da Il Fatto Quotidiano