Riccardo Iacona e gli F35 su La Cosa

Matteo, La Cosa: “Vorremmo riprendere le fila del discorso della tua ultima puntata di Presa Diretta sulle spese militari e sulla questione F35, proprio per entrare nel dettaglio e capire un po’ di che cosa si tratti. Ci apprestiamo a fare una spesa incredibile. Cosa sono questi aerei e chi c’è dietro?”
Riccardo Iacona, Presa Diretta: “E’ un progetto che nasce tanto tempo fa, sotto il governo D’Alema, nel 99 mi sembra, Bisognava sostituire i Tornado e altri aerei. L’articolo 11 della costituzione non impedisce la nostra difesa, ma la nostra è una difesa anche di attacco, visto che l’Italia partecipa alle Missioni Nato. Abbiamo partecipato a tante azioni di guerra, come in Libia, dove i nostri aerei hanno bombardato. Questo progetto è sempre stato approvato da tutti i governi, i partiti, destra, sinistra, a parte Radicali e Italia dei Valori, e con pochissimo dibattito dell’opinione pubblica. Negli altri paesi che lavorano a questo progetto di queste cose si parla, da noi è tutto in silenzio. Secondo molti di quelli che ho intervistato, compreso l’ex Presidente di Finmeccanica, è un progetto industriale che non ci conviene, per le ricadute tecnologiche e per quelle occupazionali. La parte più interessante delle interviste che ho fatto negli Stati Uniti sono il raffronto con l’F22, il Caccia bombardiere precedente all’F35, che non ha mai fatto un’ora di combattimento, lo Stato americano ha speso un sacco di soldi per un aereo che è rimasto più negli hangar che in cielo, per i problemi tecnici che aveva. Uno dice “ma chi è che devi buttare giù?“. Quando mai c’è stato un duello aereo nelle ultime guerre? Le ultime sono guerre in cui la superiorità tecnica del primo mondo è schiacciante. Per questo i detrattori di questo progetto dicono: “ma perché ci dobbiamo dotare di una cosa così quando nessuno ci sta minacciando veramente su quel terreno lì“. Quello che manca in Italia è una discussione vera sul modello di difesa che dobbiamo avere. Da noi si comprano le armi, però prima dovremmo capire a cosa ci servono! Io non dico che non dobbiamo avere neanche un fucile, però che ci dobbiamo armare come se fossimo in procinto di fare la seconda guerra mondiale mi sembra esagerato. L’insicurezza è figlia dell’armamento: bisognerebbe entrare in una logica di disarmo. In questa logica forse venti miliardi di Euro l’anno per comprare nuove armi non ci servono! Diciamo che questa è una bella spending review!”