Passaparola – Il bene e il male – Enrico Ghezzi

Il bene e il male
(22:00)

“Credo che pagando le tasse paghi soprattutto una tassa, una autorizzazione, magari modesta, lo vediamo oggi, meschina, mediocre, ma a non dovere nulla al politico verso cui ti getterai, verso cui potrai anche esprimerti in modo selvaggio, troppo duro, perché tu hai dato quello che era necessario per una politica, quello che era necessario per una spesa, mentre il controllo di essa non esiste assolutamente, quindi è già una intenzione pia. Però devo dire che sentirlo dire così, questa suddivisione in chi paga le tasse e chi non le paga, fa subito venire voglia di evadere, ma non le tasse, di evadere da questo polarismo, che è peggio ancora di quelli precedenti, è più ideologico. A questo punto diventa indifferente per quale motivo si cerca di avere soldi, per quale motivo non bisogna andare in banca rotta, è un motivo puramente conservativo.
Provare a immaginare modelli in cui si perde qualche cosa, anche molto, ma guadagnando ovviamente in un altro settore, sono cose che valgono bene il sacrificio che invece stiamo facendo tutti, ma non in questi anni di crisi, il sacrificio che ha permesso al mondo di arrivare a questa crisi in modo così facile, perché non è arrivato a questa crisi, se l’è trovata di fronte, se l’è trovata di fronte che vuole dire specularmente se l’è trovata dentro di sé.” Enrico Ghezzi

Il Passaparola di Enrico Ghezzi, critico cinematografico, scrittore, autore e conduttore televisivo italiano.

Demonizzazione facile della merce e dell’involucro (espandi | comprimi)
“Questo è un pezzo che avevo scritto per il Corriere della Sera del 7 dicembre 1993, ci sarà qualche taglio, era uscito così e il titolo era, il titolo messo sul giornale mio era: Tremate, Tremate, è tornato il Beppe Parlante.
Non è proprio un caso, anzi è un bel caso, che il discorso show di Beppe Grillo in tv, RAI Uno, sia avvenuto in giorni di fermento elettorale, elezioni mutate, polarizzate per legge, nel caso dei sindaci, intorno a singole volti e personaggi, e culminate nell’incredibile successo dei faccia a faccia.

Il sacrificio per la Crisi(espandi | comprimi)
Non so perché ho letto questo, se risponde allo spazio che mi proponete di occupare, e non credo di avere mai occupato uno spazio televisivo, di sicuro non volontariamente, sono, sarei per dire siamo, ma mi assumo la responsabilità individuale e soggettiva di avere forse anche imposto a altri, ma non in modo violento, ma in modo automatico, credo molto nell’automatismo, e anche con quello televisivo, quello artistico, e la vita è automatica in qualche modo, tutto quello che si trascina o che va avanti bene da solo e da cui possiamo trarre, cercando, trovando, attivando certe attenzioni, proprio la nostra situazione media di vita.

Abbiamo poche televisioni (espandi | comprimi)
Da quella droga che è il sé stesso, che a volte ci dà dei momenti straordinari, di intensità, ma che è sicuramente, se protratta, se resa la nostra corazza narcisistica veramente una muraglia, che ci impedisce di vedere, di amare, l’autonomia è una cosa che sta a metà, diciamo, schematicamente, tra l’identità e l’indipendenza, in definitiva, (ma non c’è fine a questo discorso,) credo che si debba essere sempre sul bordo, il bordo vuole dire che sia vero o no, poi, matematicamente, aritmeticamente, per esempio in qualunque elezione mi piacerebbe votare per chi perde e aiutarlo a perdere di poco, anche persone che non stimo,