Legge elettorale “ad movimentum” – Aldo Giannuli

Legge elettorale “ad movimentum”
(10:30)

“Quando c’era il sistema proporzionale, quest’ultimo ha retto questo Paese per mezzo secolo, con piccolissime correzioni ogni tanto, oggi siamo alla terza riforma elettorale in meno di 20 anni, nessun Paese in 20 anni cambia tre volte il suo sistema elettorale, perché? Già questa è una patologia! Perché il sistema proporzionale era un sistema neutro che non favoriva nessuno e garantiva tutti, quindi in qualche modo era un sistema che esprimeva una certa filosofia politica, cioè che il Parlamento dovesse rispecchiare il Paese nel modo più fedele possibile. Nel momento in cui abbiamo cominciato a introdurre il maggioritario, abbiamo introdotto meccanismi distorsivi della volontà popolare, per dare a qualcuno dei giocatori più di quello che dovrebbe avere.” Aldo Giannuli

Intervista Aldo Giannuli, Professore di Storia contemporanea presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università statale di Milano.

Le coalizioni risultano indebolite (espandi | comprimi)
Per capire il dibattito sulla legge elettorale dobbiamo partire da alcuni dati, da alcuni numeri, in fondo le leggi elettorali si occupano di numeri. Abbiamo una Camera di 630 deputati, questo significa che la maggioranza è di 316 seggi, però è esperienza ormai consolidata che un margine di sicurezza di almeno altri 10 seggi è necessario, perché nessun governo che abbia avuto meno di 320 voti alla Camera è mai durato più di 3, 4 mesi.

La distribuzione dei seggi (espandi | comprimi)
La situazione è questa, per il sistema dei partiti c’è un intruso, che è il Movimento Cinque Stelle che fa riferimento a Grillo che rappresenta un gruppo non comprimibile e non alleabile a nessuno. Il Pdl sa di non avere speranze di vincere, presuppone un sostanziale recupero del Pdl rispetto all’emorragia subita in questi ultimi due anni

I giochi politici (espandi | comprimi)
Va detto che in questo senso anche il Presidente Napolitano mostra molta simpatia per un’ipotesi di prosecuzione di un governo di vaste intese con la formula Monti, quindi il motivo dello scontro è tutto qui e qui c’è una riflessione che dobbiamo fare.