I minatori del Sulcis e il ricatto della crisi

“Ci sono i minatori che protestano a 400 metri di profondità, là a “Nurax’e Figus” (X+E si deve pronunciare come “sce” ma con la pronuncia molto dolce). Il Sulcis Iglesiente versa in una situazione drammatica sotto ogni punto di vista. Da quello ambientale decine di anni di lavorazione del piombo e dello zinco, di fumi dei gruppi a carbone dell’Enel (ora a biomassa ed olio combustibile), i bacini dei fanghi di lavorazione che inquinano le falde, una immensa discarica privata di “rifiuti speciali“, hanno inquinato centinaia di Km quadrati. C’è una Taranto della Sardegna di cui non si parla, con l’aggravante della persistente crisi occupativa, il ricatto che costringe ad accettare di vivere in una fogna che porta a livelli di mortalità da spavento. Occorrerebbe invocare lo stato di crisi e prendere urgenti provvedimenti, ma temo che lor signori siano più impegnati a cercare di tassare l’impossibile.” harry haller